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Autore: Dave1994    23/03/2012    2 recensioni
C'è un sottofondo di delirio in questa storia.
Spero comunque che vi piaccia e che vi insegni ad avere un po' più di rispetto nei confronti dei vostri personaggi.
A volte sanno essere davvero incontentabili.
Genere: Demenziale, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dante
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono euforico.
Non è che di solito non lo sia, intendiamoci: ho una ragazza e ottimi amici.
Ma la cosa più bella del mondo, secondo me, è scrivere qualcosa di ben definito nella mente. La trama s'infittisce, i personaggi prendono vita, le vicende si susseguono: aveva proprio ragione quel famoso tizio dei fumetti, a dire che lo scrittore è Dio all'interno del proprio mondo.
Mi siedo, ansioso di cominciare a battere sui tasti del mio odiatissimo Windows Vista vecchio come il cucco -regalo di un qualche compleanno dimenticato da tempo- e apro un nuovo documento di testo.
Come potrei intitolarlo?
Dai, suggeritemi un nome. Naturalmente apparterrà al fandom di Devil May Cry. Avevate qualche dubbio? E' il mio preferito, quello che mi regala più ispirazione e soddisfazione.
Non importa, non importa: il titolo viene sempre dopo.
Allora, vediamo.
E se Nero morisse?
Oppure se fosse Kyrie a dover mancare?
Ci rifletto e un senso di onnipotenza mi assale. Pregusto già le scenate e i pianti di fronte alla morte di uno dei personaggi principali della saga e le dita corrono sul Suo nome.
Dante.
Immortale, eh? Perchè non mettere alla prova il suo nome?
Inizio fremente.
"Era una notte buia e tempestosa. La pioggia colpiva con foga qualsiasi cosa fosse così sventurata da trovarsi all'aperto e quella volta colse un uomo in fallo.
Anche se proprio uomo forse non era.
Dante non sapeva che quella notte sarebbe morto."

- Ehi, ragazzo. Ti stai divertendo? -
Rabbrividisco, guardandomi intorno. Chi ha parlato? Sono da solo in casa, i miei sono usciti per fare la spesa.
Oh, che sbadato. Ho lasciato la TV accesa.
Allora, dov'ero arrivato?
Ah, sì.
"Fu un attimo: dalla tenebra più nera, apparve un demone dagli occhi gialli. Il suo corpo era avvolto nel vapore più denso, che tuttavia lasciava intravedere i lunghi artigli che ben presto avrebbero trapassato il collo del famoso acchiappademon..."

- Parlo proprio con te. Non fare finta di non sentirmi. -
Mi sento trasalire. Non è la TV.
Questa voce...
Porca miseria, l'ho già sentita.

- Ho chiesto: ti stai divertendo? -
Chi è in casa?
Balzo in piedi, in posizione di allerta. Se è uno scherzo, non è divertente.

- Nessuno ti sta derubando, idiota: sono qua, nella tua mente. -
Quasi non credo a quelle parole. La sua voce...Dio, non può essere la sua.
Non può essere.

- Può eccome. Guarda qua, al centro dello schermo. -
Lo faccio e quasi il mio cuore perde un colpo.
Dante mi sta guardando, e non sembra troppo felice.

- Oh, finalmente. Ti stai divertendo? -
Si spolvera la mantella rossa, con noncuranza.
TU NON PUOI ESISTERE.

- Certo che posso. Altrimenti come farei a essere qui? -
Tu sei una creazione della fantasia, e la fantasia non diventa realtà.
- Ed è qua che ti sbagli, Einstein. A volte, può. Semplicemente, succede, come il sole che sorge ogni giorno. E ora piantala. -
Di fare cosa?
- Giochi con le nostre vite a tuo piacimento, fregandotene di come la pensiamo a riguardo. E adesso vuoi anche farmi morire? Secondo me è ora di piantarla, non trovi? -
Che cosa stai dicendo? Voi non esistete, siete solo personaggi di un videogioco. Come potete PENSARE a riguardo di qualcosa?
- Ehi, non siamo bestie. Saremo anche frutto dell'immaginazione, ma siamo persone. Proprio come te, proprio come la tua ragazza. Anche se Lady ha più tette. -
Sorride impertinente, per poi ridere a crepapelle. A me tutto ciò non diverte affatto.
Mi guarda e ho l'occasione di notare come il bianco dei suoi capelli sia veramente candido come la neve. I suoi occhi, poi, sono specchi di ghiaccio. Ho paura a fissarlo, abbasso lo sguardo. Come per vergogna.
Cosa vuoi da me?

- Non voglio che la smetti. In fondo, ci piace la notorietà e ogni tanto vivere nuove avventure è il sale della vita. Solo, non scherzare con le nostre vite. Come ti sentiresti se da un giorno all'altro io decidessi che tu devi morire, solo per poter ricevere qualche recensione in più? -
Arrossisco, sebbene sia profondamente convinto che tutto ciò non abbia il MINIMO senso. Eppure, lui è lì e mi guarda.
Perchè esisti?

- Ehi, non devi chiederlo a me. Mi pare che pure voi, esseri di carne, vi facciate questo genere di domande da sempre. Eppure esisto ed esigo un minimo di rispetto. La cosa ti dà fastidio? -
Non rispondo e per una decina di secondi il silenzio scende, nell'abisso della mia mente. Forse è un sogno, forse è un'allucinazione...eppure lui è LI', e mi sta parlando.
E quindi, cosa dovrei fare?

- Semplice, amico. Continua pure a scrivere su tutti noi, ma abbi un po' di rispetto. Va bene? -
Mi sento uno stupido a credere che tutto ciò sia reale.
- Che differenza farebbe, se non lo fosse? -
Non lo so.
- E' ora che vada. -
Ciao.
- Ti ricorderai di quello che ti ho detto? -
Sì, sì, ora vai.
Ho paura di impazzire, giuro.
Se ne va, così come è venuto. Dal nulla.
Ciò che più mi ha colpito, di questo surreale accaduto, è stato il suo sguardo.
Fiero, determinato e compassionevole.
Come possono coesistere queste qualità, contemporaneamente?
Credo che sarà per sempre una domanda destinata a rimanere senza risposta.
In ogni caso, penso che smetterò di scrivere per qualche tempo.
Non vorrei dovermi ritrovare un Lord Voldemort che reclama vendetta su giovani maghi o un protagonista che esige una compagna con più tette. I personaggi sanno essere davvero incontentabili.
A volte fare lo scrittore è così difficile.
  
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