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Autore: dawnechelon    23/03/2012    2 recensioni
Il dolore di due persone apparentemente così lontane, che in realtà si somigliano più di chiunque altro al mondo.
Le canzoni ispiratrici di questa One Shot sono due:
- Save you, dei Simple Plan.
- Wonderwall, degli Oasis.
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Jeremy Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le strade di Mystic Falls erano tristemente vuote quella sera.
Passava di tanto in tante un’automobile che le puntava i fari contro, come fosse un ricercato, per poi sfrecciare via a gran velocità.
Caroline camminava distrattamente sul marciapiede, pensando a quello che poche ore prima era accaduto.
Avrebbe voluto affogare nell’alcol per poter dimenticare quell’episodio, addormentarsi senza accorgersene e risvegliarsi con un grande mal di testa, tanto forte da non riuscire a pensare.
Avrebbe voluto cucire sulla sua pelle quell’immagine, per proteggersi dal dolore, per corazzarsi chiudendosi in se stessa.
Era molto più semplice vivere in quel modo, senza pensieri, senza preoccupazioni.
Era facile scappare dal dolore, lasciarsi tutto alle spalle, fingendo che nulla potesse farle del male.
Tuttavia, era nascosta dentro di lei la vera Caroline, e lottava con tutte le sue forze per uscire, ed allo stesso tempo per rimanere nascosta.
Voleva uscire e trovare una spalla amica su cui piangere. Voleva uscire e trovare un’amica da abbracciare, un’amica con la quale sfogarsi, piangere e poi ridere, e poi piangere ancora.
L’altra parte di lei invece, voleva rimanere nell’ombra della sua anima, per timore di essere ferita e di ferire.
Prima dell’arrivo di Matt, lei aveva sempre e solo mostrato il suo lato peggiore: la ragazza facile, con pochi sentimenti, superficiale.
Aveva avuto una breve storia con Damon, il bel vampiro dagli occhi color ghiaccio che l’aveva sedotta con uno sguardo, ed usata come scorta personale di sangue.
Quello però era stato solo l’inizio, una ripicca per non essere stata scelta dal nuovo ragazzo.
La frustrazione di Caroline stava nel non essere mai l’unica, la prescelta.
Metteva cuore ed anima in qualsiasi cosa lei facesse, ma era sempre la ruota di scorta, la seconda scelta, l’ultima spiaggia.
La sensazione di dolore e di delusione che la pervadeva era incomprensibile per chiunque altro attorno a lei: nessuno era mai riuscito a capirla fino in fondo, nessuno era riuscito a leggere la sua anima.
Forse proprio nessuno no: c’era un ragazzo che sin dai tempi delle scuole medie, aveva avuto un debole per lei. Un ragazzo che era sempre rimasto nell’ombra, che si era nascosto dietro storielle da poco, alcol e talvolta anche droga.
Inizialmente la trovava una semplice bella cheerleader, ma ben presto si accorse che dietro a quel cliché della bionda cheerleader, c’era un cuore grande ed un’anima simile alla sua. Un’anima fragile, bisognosa d’amare.
Lei però, aveva da poco capito di essere innamorata del ragazzo della porta accanto: Matt.
Una sera lui l’aveva riaccompagnata a casa, ed era rimasto con lei per tutta la notte a coccolarla ed a consolarla. Da quel momento qualcosa si era acceso in lei, qualcosa che non aveva mai provato prima. Qualcosa che aveva sempre soffocato, spento, lasciato assopire.
Amore. Si era innamorata di Matt, ed aveva lasciato che lui conoscesse la parte migliore di lei, mettendosi in gioco completamente.
Gli aveva aperto il suo cuore, rischiando tutto per lui e per la loro storia. Finalmente dopo tanto tempo, era riuscita a far uscire il suo lato migliore, con tutte le sue emozioni, i suoi pregi ed i suoi difetti.
Tutto sembrava finalmente andare per il meglio per lei: aveva trovato un ragazzo che la adorava per come lei era realmente, e non voleva nulla in cambio, se non il suo amore.
Tutto questo però cominciava a non funzionare più: Matt talvolta sembrava assente, come se appartenesse ad un’altra dimensione.
Caroline aveva capito da tempo che non c’era più spazio per lei, e quando se ne rese conto, cominciò il suo processo di auto distruzione.
Non c’erano problemi soprannaturali di mezzo. Era tutto dannatamente umano, e quell’umanità la stava uccidendo.  Prima di stare con lei, Matt aveva avuto una relazione con Elena, una delle sue migliori amiche,  ed era molto innamorato di lei. Elena però, lo vedeva solamente con un amico, e si accorse ben presto che non c’era passione tra di loro. Un giorno, prese coraggio e lo lasciò: sapeva che gli avrebbe spezzato il cuore, ma non poteva continuare a mentirgli, e soprattutto, non poteva mentire a se stessa.
Era stata molto dura per Matt accettare la fine di quella storia, tanto che portava sempre con sé il dolore per quella fine così da lui insospettata.
Matt non aveva mai realmente superato e dimenticato Elena, la portava sempre con sé, in ogni dove, senza smettere di soffrire. Caroline allora capì cosa non andava nella loro storia: riconobbe immediatamente la sensazione che la pervase. Inutilità. Scarto. Ultima ruota del carro.
Si sentì ferita, delusa, tradita. L’amore che Matt professava per lei, non era altro che un’improbabile cura al dolore che Elena gli aveva procurato.
Come poteva sostenere di amarla, quando in lei vedeva solo una via di fuga?
Il problema era che la sua via non lo avrebbe mai portato lontano da Elena, così da potersi finalmente concentrare sull’amore per Caroline e di Caroline, ma era un circolo vizioso nel quale si era perso.
Girava in cerchio, tornando sugli stessi passi, a provare le stesse emozioni, a sentire il dolore come fosse successo pochi giorni prima. Non riusciva ad uscirne: era intrappolato come Teseo nel labirinto del Minotauro, ma non vedeva il filo d’Arianna che Caroline tante volte aveva tentato di lanciargli.
In realtà, non voleva vederlo. Preferiva rimanere nel suo dolore, e fingere che tutto andasse bene.
Caroline non sarebbe riuscita a continuare quella storia in quel modo, ed una sera, dopo essersi auto distrutta, ricompose i brandelli del suo cuore, si recò da Matt e gli disse che tra loro era finita.
Non fu affatto facile, anzi, si rivelò forse una delle cose più difficili che lei avesse mai affrontato nella sua vita: si trovò di fronte alla decisione più dura di sempre.
Lasciare andare la persona della quale lei si era innamorata, per non farlo soffrire.
Lei stava bene con lui, si sentiva apprezzata ed amata, ma non poteva costringerlo a stare con lei quando era palesemente ancora preso da Elena.
Qualcosa in lei si ruppe: la speranza di essere per una volta la persona giusta, andò in mille pezzi e con essa il suo cuore e la sua anima. Cosa rimaneva di lei?
Il dolore l’aveva distrutta, si era preso il suo cuore avidamente, e ci aveva giocato come un bambino.
Era stato più furbo di lei, perché era sempre stato presente, come costante tentatore, ed infine, era riuscivo a farla sua. L’aveva resa schiava, prigioniera.
Chi l’avrebbe mai detto che là fuori c’era un ragazzo che voleva prendersi cura del suo cuore?
Caroline uscì dal Grill piangendo, e cominciò a correre lungo il viale senza una meta precisa.
Le lacrime rigavano il suo viso, scorrendo senza alcun freno: stava esplodendo.
Il cuore in petto le stava scoppiando, in preda alla disperazione. Si sentiva un inutile spreco di spazio, profondo come una pozzanghera, superficiale.
Dopo un paio di minuti di corsa, si accasciò a terra, poggiandosi contro ad un muro. Prese la testa fra le mani e si abbassò sulle ginocchia per lasciare che il dolore uscisse da lei, anche se lui era attaccato a lei come un parassita.
Voleva sfogarsi per espellerlo, ma era del tutto inutile. Lui rimaneva lì, come un crudele predatore con la sua vittima.
In quell’esatto momento per caso, un ragazzo dagli occhi nocciola e i capelli spettinati passò di lì. Stava facendo una semplice passeggiata serata delle sue, ascoltando la musica.
Riconobbe subito la figura accasciata per terra, e si precipitò da lei: era lui il ragazzo nell’ombra.
Jeremy Gilbert, il fratello di un anno più piccolo della sua migliore amica Elena. Si sedette per terra accanto a lei e le scostò una ciocca di capelli dal viso delicatamente.
Lei alzò lo sguardo, e Jeremy vide il dolore fatto a persona: riconobbe in lei così tanto di se stesso, che quasi gli sembrò di guardarsi allo specchio. I suoi occhi dicevano ciò che Jeremy tentava di soffocare dentro di sé.
Tuttavia, come avrebbe mai potuto notare una ragazza così bella come Caroline, il fratellino della sua migliore amica?
Lei alzò il viso ed incontrò gli occhi che mai aveva notato fino a quel momento: Jeremy era cresciuto, e si era trasformato in un piccolo uomo a tutti gli effetti. Caroline però, non ci aveva fatto caso, non ancora.
Sometimes I wish I could save you.
Era in preda al panico, alla disperazione, al dolore vero e proprio e non riuscì nemmeno a reagire prontamente.
Jeremy decise di non infierire, di non chiederle il perché della sua sofferenza perché nel profondo, già lo sapeva, o meglio, lo intuiva.
Le offrì solo una spalla su cui piangere, cingendole il corpo con un braccio, e lasciando che lei posasse il viso sulla sua spalla. Lei si abbandonò a quel gesto di gentilezza che lui le aveva offerto così spontaneamente, da sorprenderla.
If you fall, stumble down, I’ll pick you up of the ground.
Il singhiozzare ed il pianto di Caroline sembravano non trovare fine, forse perché non avevano nemmeno un inizio ben definito. Era come se lei fosse nata con il dolore sotto braccio, e se lo fosse portato addosso in tutti quegli anni come fosse il suo migliore amico.
Jeremy le carezzò i capelli, tenendola stretta in quell’abbraccio di disperazione reciproca.
- Sfogati per tutto il tempo che vuoi, io sono qui per te. -
Erano parole comuni, da copione, ma uscirono dalle labbra con una naturalezza mai provata prima.
If you lose faith in you, I’ll give you strength to pull through.
 Era vittima del dolore più grande che lei avesse mai provato in vita sua, ma incredibilmente si sentì protetta tra le braccia di quel ragazzo che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che amarla silenziosamente, all’ombra dei suoi errori.
Jeremy sentì per la prima volta nella sua vita di poter essere finalmente se stesso: non si vergognava dei suoi sentimenti, che a cuore aperto le stava indirettamente comunicando.
Caroline alzò lo sguardo e lo guardò negli occhi: quelli azzurri di lei grondavano di lacrime, quelli color nocciola di lui avevano all’interno di essi una speranza innata.
- Perché lo stai facendo? Perché ti sei fermato per me? – gli chiese scuotendo la testa.
Non riusciva a spiegarsi come a Jeremy potesse interessare qualcosa di lei, e non riusciva a capire come in quella situazione, lui fosse la persona arrivata al momento giusto.
- Perché non posso vederti così Caroline.. so bene cosa vuol dire stare male, e tu non lo meriti. Voglio che tu sappia che ti sarò vicino, anche se non lo vorrai, io voglio esserci per te. -
Tell me you won’t give up, ‘cause I’ll be waiting, if you fall, I’ll be there for you.
Quelle parole raggiunsero il cuore di Caroline accarezzandolo, e ricomponendolo con una rapidità inspiegabile.
Lo guardò con sguardo stupito, senza parole: le sfuggì un mezzo sorriso.
Dopo tutto, non si sarebbe mai aspettata di finire fra le braccia di Jeremy, non si sarebbe mai aspettata di trovare conforto nell’unica persona che mai aveva preso in considerazione.
- Tu sei come me, Caroline. Forse non te ne sei mai resa conto, ma siamo molto più simili di quanto tu non immagini.. e io ..  – fece una breve pausa, prendendo coraggio – voglio curare il tuo dolore. -
Non riusciva nemmeno lui a spiegarsi come in un momento così doloroso, le stesse confessando a cuore aperto quello che realmente provava.
Sul volto di Caroline nacque un sorriso sincero, ed i suoi occhi brillarono per un istante di gioia e non più di dolore. Gli carezzò il volto, che mai prima di quel momento aveva immaginato così meraviglioso e dalle sue labbra uscì come un sussurro un “grazie”.
Si appoggiò al suo petto e lo abbracciò, cercando in lui la forza necessaria, il coraggio e soprattutto la speranza.
Da soli non ce l’avrebbero mai fatta, ma in quel momento erano pronti ad affrontare il dolore insieme: in due sarebbe stato più facile, e finalmente per Jeremy sarebbe stato possibile farsi conoscere per quello che era veramente, quello che per lei lui avrebbe voluto essere.
Il suo salvatore.
  
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