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Autore: Kary91    23/03/2012    6 recensioni
[Jeremy/Hazel - missing moment Pyramid/History Repeating]
Si appoggiò a lui, e Jeremy la strinse con vigore,quasi avesse paura che da un momento all’altro potesse sfuggirgli o dissolversi; come se avesse paura che la sua presenza potesse trattarsi semplicemente di un sogno, di una visione: di un fantasma.
“Sarai papà, Jeremy.” gli mormorò la donna in un orecchio con dolcezza, adagiando poi il capo sul suo petto.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeremy Gilbert, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'It calls me home.'
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Timeline: collocabile una decina d’anni (anche meno) dopo la serie TV. Jeremy ha più o meno venticinque anni. Piccolo spin off di History Repeating e Pyramid. È una Jeremy/Hazel.

 

Personaggi/Pairing(s): Jeremy Gilbert/Nuovo personaggio (Hazel Shawn) [gna *w*]

 

Challenge/Prompt: scritta per il drabble!meme, richiesta dalla bellissimerrima Mary con il prompt Jeremy/Hazel – “Aspetto un bambino” . Ovviqmente, doveva essere una drabble e non lo è XD

 

 

Dedicata alla Mary che ringrazio per avermela richiesta, e a cui voglio tanto bene. <3 E che mi sta viziando con tante storie bellissime!

 

The last cigarette.

 

 

 

“Quella dalla a me.”

Jeremy sbuffò, riconoscendo la voce della moglie alle sue spalle; Hazel recuperò la sigaretta ancora a metà che il marito teneva in mano e la gettò a terra, schiacciandola con il piede. Prese posto sul gradino accanto a Jeremy mentre, sospirando, l’uomo si limitava a cingerle la vita con le braccia.

“E siamo a tre.” mormorò, appoggiando il mento sul capo della donna. “Tre sigarette torturate ingiustamente dalla tua scarpa.”

Hazel inarcò un sopracciglio.

“Se vuoi fumare, ragazzino, cerca almeno di non farti beccare da me.” commentò, sorridendo appena quando il giovane inclinò il capo per sfiorarle il collo con le labbra. “Lo sai che non tollero chi fuma in casa mia.”

 “E a me non piace essere chiamato ragazzino.” ribattè Jeremy, tornando ad appoggiare il mento sui capelli della moglie. Hazel gli rivolse un sorriso malizioso.

“Oh, sì che ti piace.” obiettò, attirandolo a sé per baciarlo.

“Uhm…” Jeremy ricambiò il bacio, prima di rivolgerle un’occhiata a metà fra l’offeso e il divertito.  “Non puoi mettermi alle strette così, però.” contestò.

Da vispo e sornione, il sorriso di Hazel si fece più dolce e la donna passò con tenerezza una mano fra i capelli del marito.

“E se ti dicessi che ci sarà presto qualcun altro a dover condividere quel nomignolo con te?” domandò a quel punto, guardandolo dritto negli occhi; Jeremy ricambiò lo sguardo, analizzando con sorpresa il particolare luccichio chiaro negli occhi della donna.

“Che cosa intendi dire?” domandò lentamente, sollevandosi dal gradino per potersi avvicinare ulteriormente a lei. Frugò il suo sguardo alla ricerca di una conferma. Capitombolò all’improvviso nella consapevolezza di qualcosa che l’avrebbe probabilmente ferito, se si fosse accorto di aver capito male.

Ma Hazel sorrideva; con quel cipiglio malizioso e al tempo stesso intenerito, che riusciva a scorgere soltanto in lei.

“Sono incinta, Jer.” Ammise la donna, dandogli un buffetto sulla guancia. “Aspetto un bambino.”

Jeremy scosse il capo più volte, prima di rivolgerle un sorriso incredulo. Istintivamente, tese le mani per attirare la moglie a sé, e si accorse che stava quasi tremando.

“Sei incinta?” ripeté, facendo scivolare le mani lungo i fianchi della donna, per arrestarle poi sulla sua pancia. “Tu sei incinta?”

“Ce la puoi fare ad assimilare il tutto?” commentò sarcasticamente la donna, estendendo il suo sorriso. Si appoggiò a lui, e Jeremy la strinse con vigore,quasi avesse paura che da un momento all’altro potesse sfuggirgli o dissolversi; come se avesse paura che la sua presenza potesse trattarsi semplicemente di un sogno, di una visione: di un fantasma.

 “Sarai papà, Jeremy.” gli mormorò la donna in un orecchio con dolcezza, adagiando poi il capo sul suo petto.

Quella parola, ‘papà’, gli ronzò con delicatezza nella testa, risvegliando ricordi accartocciati dal tempo; ricordi  impigriti per l’essere stati accantonati in un angolo troppo a lungo, perché troppo dolorosi da potere essere tirati fuori. Ricordò di un bambino piccolo accoccolato al sicuro tra le braccia del padre; un padre che lo vegliava sorridente, accarezzandolo in silenzio.

“Dobbiamo dirlo…” mormorò, senza sapere nemmeno bene come avrebbe potuto completare la frase . L’unica parola che continuava a echeggiargli nella sua testa, era ‘tutti’. Doveva dirlo a tutti.

“Dobbiamo dirlo a…”

“Con calma, ragazzino.” lo bloccò Hazel, in tono di voce rassicurante. “Più tardi, penseremo anche a quello.” concluse, sorridendogli con dolcezza.

Jeremy annuì, tornando a sedere sul gradino. Hazel prese posto accanto a lui, e la mano del marito scivolò d’istinto a sfiorarle una seconda volta la pancia.

 “Sarà maschio o femmina?” si chiese in quel momento, appoggiando le labbra sulle spalle della moglie. Hazel gli rivolse un sorrisetto malandrino.

“Oh, un maschio. Di questo sono sicura.”  ammise, mentre il suo sguardo tornava a posarsi sulla sigaretta spenta abbandonata poco distante.

“E la sai una cosa?” aggiunse, voltandosi, per poter guardare il marito negli occhi. Si indicò la pancia  e rivolse a Jeremy un’occhiata decisa. “Neanche a questo ragazzino qui piace il fumo. È da un po’ che chiacchieriamo in gran segreto, e ormai siamo in confidenza.” rivelò, esibendo un sorrisetto divertito.

Jeremy rise. Prese la mano della moglie, e la distese, per farle indicare con l’indice la sigaretta sul terreno.

“Quella, è stata la mia ultima sigaretta .” dichiarò, prima di attirare il volto della donna a sé, baciandola di nuovo. Sorrise, nel fare aderire il suo corpo a quello di Hazel, sfiorando la superficie ancora piatta della sua pancia. “Lo giuro.”

   
 
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