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Autore: Elos    16/03/2013    5 recensioni
Ci sono molte cose che bisogna smettere di essere, una volta che si è stati un guerriero. Cose che bisogna lasciarsi alle spalle una volta che si è impugnata una spada, una volta che si è fatto scorrere il sangue di qualcun altro, dopo essersi levate in piedi ed essersi tagliate i capelli e... Cose che non si può continuare ad essere, dopo, ed una sposa è una di queste. [...]
Ci sono cose che bisogna smettere di essere, una volta che si è stati un guerriero, e cose che non possiamo vedere nel compagno della nostra vita, proprio no, perché altrimenti è come lasciare un velo nel mezzo: tutto un muro tessuto di cose non dette, forse pensate, taciute, lasciate in silenzio a macerare, e macerare, e macerare.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fa Mulan, Li Shang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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. tutto quel che non siamo



La collana di perle verdi era fredda contro la pelle come un bacio d'acqua. C'erano generazioni di promesse spose dietro a quella collana, tutta una linea di vite allineate lungo le fila di una tradizione antica com'era antica la sua terra. Sua madre si era sposata con quella collana al collo, e la madre di sua madre prima di lei, ed erano state le sue ossute, bianche mani a stringergliela attorno alla gola, oggi, così come aveva fatto il giorno del disastro della sensale.
Il giorno del disastro della sensale era un giorno sul quale si poteva scherzare sopra, adesso: ma all'epoca non c'era stato molto da ridere, veramente, con il timore di una figlia, di una nipote, destinata a diventare zitella.
Per alcune essere zitella era peggio che essere morta. Era peggio, quando tuo padre, tua madre, chi si prendeva cura di te, moriva e tu restavi sola, sola, sola, magari con un fratello o due – sposati, loro – che si prendevano tutto. Le figlie di buona famiglia non lavoravano, non coltivavano la terra, non cucivano né tessevano: c'era un marito che si occupava di tutto, ma quando il marito non c'era...?
Meglio morte, certe volte, davvero.
Tendersi la stoffa del velo rosso sui capelli aveva fatto spostare la camicia di garza leggera, e Mulan la sistemò tirandone il colletto. La persona dall'altra parte dello specchio aveva il viso bianco di cipria e le labbra rosse di corallo; una linea di pittura scura faceva gli occhi grandi e nerissimi, lucidi come l'onice levigata, e le mani di sua madre le avevano intrecciato fermagli lucenti ai capelli lisci, piccole perle in ognuna delle sue ciocche annodate. Profumava di gelsomino: i fiori schiacciati avevano lasciato colare nell'acqua del bagno un liquido pallido ed odoroso che sembrava esserle rimasto addosso in una patina impalpabile.
La persona dall'altra parte dello specchio aveva il viso di una sposa. C'era stato un viso così riflesso nell'acqua il giorno della sensale, e Mulan pensò che era troppo simile, così, troppo uguale ad allora.
Ci sono molte cose che bisogna smettere di essere, una volta che si è stati un guerriero. Cose che bisogna lasciarsi alle spalle una volta che si è impugnata una spada, una volta che si è fatto scorrere il sangue di qualcun altro, dopo essersi levate in piedi ed essersi tagliate i capelli e... Cose che non si può continuare ad essere, dopo, ed una sposa è una di queste. Shang era una brava persona, davvero, ma Shang... Shang forse non poteva capire. Shang forse non poteva capire che ci sono cose così. Cose che si smette di essere. Ed era orribile pensarlo, davvero, ma Shan Yu sembrava averla capita di più, quasi, a Mulan. Shan Yu non si era tirato indietro quand'era stato il momento di combattere, Shan Yu non aveva ritratto la spada dopo aver visto che quella che aveva davanti era una donna, e che aveva... aveva gambe più piccole, e fianchi più larghi, e un seno. Niente era cambiato, per lui.
Shang Li, invece...
Invece.
Ci sono cose che bisogna smettere di essere, una volta che si è stati un guerriero, e cose che non possiamo vedere nel compagno della nostra vita, proprio no, perché altrimenti è come lasciare un velo nel mezzo: tutto un muro tessuto di cose non dette, forse pensate, taciute, lasciate in silenzio a macerare, e macerare, e macerare. Mulan gli aveva dato il suo cuore e lui ci aveva camminato sopra già una volta, lasciandola nel mezzo delle montagne gelate a morire di vergogna e di dolore, quando sarebbe stato lui a doversi vergognare, lui a doversi inchinare, a dover essere giudicato, lui. Era stato come un tradimento.
Guardandosi allo specchio, vide il riflesso di una donna bellissima dal viso pallido di cipria. Quando si accarezzò una guancia, la scia del trucco le rimase sulle dita.

In Cina le nozze sono una cosa che viene presa estremamente sul serio. Ci possono volere anche tre mesi per organizzare una cerimonia come si deve, tutta la festa, gli animali uccisi, la carne preparata, i dolci e poi le stoffe per le tende, per i vestiti; e ci vuole una mezza giornata a vestire la sposa, a truccarla, a pettinarla, e poi la sposa viene messa su una portantina e si attraversa così tutta la città, con la portantina coperta, la sposa velata, fino alla casa del marito. Agli sposi si legano le mani insieme, perché non si perdano mai per la strada, l'uno con l'altra, perché non si lascino mai, e poi si onorano la terra, il cielo, gli antenati. Anche gli antenati sono una cosa che viene presa estremamente sul serio, in Cina. Disonorare gli antenati è come perdere un pezzo di sé.
I servi che l'aiutarono a salire nella portantina la guardarono per bene, poi sgranarono gli occhi, ma non dissero niente: ci doveva essere stata una qualche specie di tacita ordinanza girata tra tutti loro, mai obiettare a qualcosa che Mulan fa, Mulan della famiglia Fa, che aveva salvato la Cina due volte. Quando c'era una donna che poteva girare con i calzoni senza recare disonore alla sua gente, una donna che aveva ricevuto una spada dalle mani dell'imperatore, una donna per la quale tutti si erano inchinati, una donna così, be', era come se il cielo si fosse rovesciato in terra, tutte le cose capovolte, scambiate. Se c'era una donna così, tutto era possibile, magari.
Sgranò gli occhi anche sua madre, che se la vide passare proprio di fronte: e lei quell'ordinanza doveva essersela persa, perché aprì bocca e sembrò proprio sul punto di dire qualcosa, non fosse stato per nonna Fa, che le si mise in mezzo ai piedi con un eccezionale tempismo e le tagliò la strada.
Sgranarono gli occhi i soldati della scorta di Shang in fila di fronte alla sala della cerimonia, e gli invitati schierati in un'ala tutt'attorno al braciere, e sgranò gli occhi suo padre. Sgranò gli occhi anche Shang Li, e Mulan pensò che era tutto quel che importava, che lui la guardasse, che la vedesse, perché se non avesse visto questo, lui, se non avesse visto...
Ci sono cose che non si possono nascondere al compagno della nostra vita.
La spada di Shan Yu le pesava al fianco. I pantaloni erano grossi e grezzi, e le scarpe da uomo le stavano larghe, troppo, troppo, troppo larghe. Non si era tolta la collana di perle, e il velo rosso lo teneva tra le mani: sarebbe stato di malaugurio, altrimenti, senza nulla di rosso addosso, nulla di rosso per dire tutta la sua gioia, tutta la luce che si sentiva dentro, tremolante al pensiero che Shang Li potesse guardarla, vederla, e non capire, ma se avesse visto... se avesse, oh, se avesse capito, come avrebbe potuto brillare quella luce, come avrebbe potuto.

E si guardarono, il guerriero che andava a sposarsi con la spada al fianco, e in uno specchio il suo riflesso sarebbe stato completo ed esatto solo così com'era, integro e perfetto, ed il compagno della sua vita, si guardarono, lei, lui. Sarebbe finita così, pensò Mulan: Shang Li si sarebbe girato e se ne sarebbe andato e l'avrebbe lasciata, ancora, lasciata, Shang Li che non l'aveva capita allora, che non poteva capirla adesso. Tutte le cose che lei poteva essere ed era, forse lui non le capiva.

Ma nel silenzio della sala turbata, pieno di occhi sgranati e persone che trattenevano il fiato, aspettando, aspettando, aspettando, Shang Li le tese una mano e le sorrise.
Tutte le cose trovarono un posto.








Note della storia: Mettiamola così: se io fossi stata Mulan, Shang Li avrebbe anche potuto andarsi a sposare mia nonna - se mia nonna se lo fosse preso, e ciò non è probabile.
Detto ciò, la Regola Numero Sette dei film Disney prevede che vi sia un Matrimonio alla fine e che tutti Vivano Felici E Contenti per questo. Devo necessariamente essere d'accordo? Credo proprio di no, ma mi piace sperare nei lieto fine.
Il link nel titolo porta a Farò di te un uomo, forse la canzone più divertente dell'intera colonna sonora. Incidentalmente, è - dal mio punto di vista - probabilmente anche la sezione che presenta la migliore visione femminile di tutto il film.

Questa storia fa parte della serie ever after, che comprende anche La via delle stelle e Mi chiamo Malefica. Dovrei al momento essere impegnata a scrivere tutt'altra storia, ma questa era in attesa nel mio pc da mesi, era ora di tirarla fuori prima che si ricoprisse di muffa.


Ringraziando infinitamente tutti quelli che si sono fermati a lasciarmi un parere alle storie precedenti (e con la promessa, giuro, giuro, giuro, che risponderò a tutte le recensioni): sono rimasta veramente sorpresa dall'accoglienza positiva... che non mi aspettavo per niente, specialmente in considerazione del fandom in questione.
  
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