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Autore: Bloody Alice    29/10/2015    3 recensioni
“Fanfiction partecipante al contest “I non-toni dell’amore” indetto dagli Shiri Sixteen sul forum di EFP”
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mini-long | Midorikawa Ryuuji, Suzuno Fuusuke | het, shonen-ai | H/C
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Midorikawa scosse il capo e afferrò un paio di magliette sistemate nella valigia, riponendole in ordine sui ripiani che Fuusuke gli aveva lasciato liberi. Passò i successivi venti minuti a ordinare abiti nell’armadio, pensando che se avesse trascorso più tempo lì sarebbe riuscivo a passarne di meno in compagnia degli altri, evitando emicrania ancora più forti nel tentativo di ricordare eventi passati che forse, ormai, erano del tutto perduti.
E Ryuuji si sentiva davvero perduto, senza i suoi ricordi.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Hitomiko Kira/Lina Shiller, Hitomiko Kira/Lina Shiller, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fanfic partecipante al contest “I non-toni dell’amore” indetto dagli Shiri Sixteen sul forum di EFP
 
Autore: Bloody Alice
Titolo: 金継ぎ - Kintsugi
Personaggi: Midorikawa Ryuuji, Suzuno Fuusuke, Kiyama Hiroto, Nagumo Haruya, Kurakake Clara, Kira Hitomiko, Saginuma Osamu (Desarm), Netsuha Natsuhiko (Nepper), Atsuishi Shigeto (Heat), Miura Hiromu (Diam), Sumeragi Maki (Maquia/Mercury), altri.
Categoria: amicizia
Genere: angst, fluff (H/C)
Rating: giallo
Avvertimenti: shonen-ai, het
Introduzione: Midorikawa scosse il capo e afferrò un paio di magliette sistemate nella valigia, riponendole in ordine sui ripiani che Fuusuke gli aveva lasciato liberi. Passò i successivi venti minuti a ordinare abiti nell’armadio, pensando che se avesse trascorso più tempo lì sarebbe riuscivo a passarne di meno in compagnia degli altri, evitando emicrania ancora più forti nel tentativo di ricordare eventi passati che forse, ormai, erano del tutto perduti.
E Ryuuji si sentiva davvero perduto, senza i suoi ricordi.

Eventuali note dell’autore: da troppo tempo sognavo di scrivere sulla mia Brotp preferita ♥ 

Parole: 1614 (Word) (Word aveva autocorretto la parola “word” con “world”. Rido)


 

 
 
金継 - kintsugi

 
Capitolo 1 / 7
Fall.
 
 
Midorikawa aprì la valigia e osservò il contenuto con aria assorta per svariati minuti.
 “Sistema le tue cose nei ripiani in basso.” gli aveva detto Suzuno, prima di uscire dalla stanza. Gli aveva parlato con quel tono gelido che lo contraddistingueva da sempre, ma che aveva iniziato a fargli davvero paura solo quando il progetto Aliea era iniziato.
Ryuuji ci aveva messo un mese per riuscire a recuperare i cocci della sua memoria: li aveva presi e, nonostante avesse cercato di incollarli come meglio aveva potuto, c’erano ancora troppi vuoti. E non riusciva a riempirli, ma non voleva chiedere aiuto a qualcuno. Si sentiva ancora troppo a disagio persino con Miura, anzi, soprattutto con lui.
Il giorno in cui era tornato al Sun Garden, quando Hiromu lo aveva accolto con un abbraccio caldo e confortante, Midorikawa gli aveva detto di non conoscerlo. La faccia sconvolta di quello che evidentemente in passato doveva essere stato il suo migliore amico lo aveva distrutto; non intendeva ferirlo, eppure davvero non riusciva a ricordare i momenti che avevano passato insieme, o anche quale fosse il suo nome.
La sua memoria era composta di eventi sparpagliati alla rinfusa: l’ultima partita contro la Raimon, Hitomiko che lo trovava solo al parco e lo portava al Sun Garden, Endou Mamoru, Gran, la Aliea, il signor Kira …
Midorikawa appoggiò le mani sulle tempie e cominciò a massaggiarle: in quell’ultimo periodo il mal di testa non lo abbandonava mai. Per un attimo, gli sembrò di sentire nuovamente la voce fredda di Gazel e rabbrividì.
Hitomiko era riuscita a sistemare tutte le camere solo il giorno prima e quasi rimpiangeva il dover dormire in un sacco a pelo: aveva sperato che gli venisse assegnata una stanza singola, come quella che aveva da piccolo (era un’altra delle poche cose che ricordava), ma non era successo. Tutto sommato però, rifletté, essere insieme a Suzuno doveva essere un po’ come rimanere da soli, perciò forse era andata bene comunque.
Alla fine, era una delle situazioni migliori in cui sarebbe mai potuto capitare: finire in stanza con Hiromu avrebbe solo aumentato i suoi sensi di colpa, Nagumo sembrava diventato ancora più scontroso dopo la fine dell’Aliea e Hiroto, beh, lui non voleva vederlo e basta.
Il solo pensiero di finire nella medesima camera di Kiyama probabilmente gli avrebbe procurato incubi per tutto il mese successivo.
Midorikawa scosse il capo e afferrò un paio di magliette sistemate nella valigia, riponendole in ordine sui ripiani che Fuusuke gli aveva lasciato liberi. Passò i successivi venti minuti a ordinare abiti nell’armadio, pensando che se avesse trascorso più tempo lì sarebbe riuscivo a passarne di meno in compagnia degli altri, evitando emicrania ancora più forti nel tentativo di ricordare eventi passati che forse, ormai, erano del tutto perduti.
E Ryuuji si sentiva davvero perduto, senza i suoi ricordi.
 
Sentì qualcuno bussare alla porta. Dopo aver finito di svuotare il suo bagaglio, Midorikawa aveva deciso di stendersi sul letto, cercando di rilassarsi – tentativo vano.
Il rumore lo fece scattare seduto sul materasso e, guardando l’orologio sul comodino, si accorse che doveva essere passata più di mezz’ora. Sentì bussare di nuovo, questa volta più forte, perciò si alzò.
«Midorikawa, mi stavo preoccupando.» disse apprensiva Hitomiko, entrando nella stanza appena Ryuuji le aprì «La cena è pronta da un po’ e non ti ho visto».
«Mi ero … addormentato, ecco.» mormorò. La donna rimase ad osservarlo per alcuni istanti, poi sorrise «Beh, mi fa piacere che tu sia riuscito a dormire un po’. Ti aspetto giù, allora».
Appena il suono dei passi di Hitomiko nel corridoio scomparve, Midorikawa chiuse bruscamente la porta. Fece un paio di sospiri e alla fine si decise ad uscire.
 
La sala mensa era stata tinteggiata con un giallo così intenso che quasi faceva male agli occhi. Ryuuji entrò e si sedette ad un tavolo vuoto, sperando che nessuno si mettesse a fissarlo. Decise di mangiare in fretta e scomparire il più velocemente possibile. Era lì da meno di una settimana, ma ancora non era riuscito a riambientarsi del tutto. Osservare come anche gli ex giocatori della Gemini Storm fossero riusciti a tornare alla normalità così in fretta lo faceva sentire frustrato e, anche se non voleva ammetterlo del tutto a se stesso, invidioso.
Si chiedeva perché lui avesse perso ogni traccia di ricordi e gli altri no, perché lui era rimasto a vagare per chissà quanto abbandonato a se stesso prima di essere trovato – per la seconda volta nella sua vita – da Hitomiko e gli altri no.
Mentre rifletteva su quanto velocemente la sua vita fosse andata a rotoli dai cinque anni in poi, rischiò quasi di strozzarsi con un boccone. Tossì e prese il bicchiere pieno d’acqua per bere un sorso. Quando lo riappoggiò sul tavolo, si accorse che qualcuno si era seduto di fronte a lui.
Alzando lo sguardo, vide il viso di una ragazza che lo fissava sorridendo. Aveva capelli azzurri legati in una strana pettinatura, per cui sembrava che avesse due ventilatori in testa: ragionò sul fatto che quel volto non gli era nuovo, ma non riusciva a ricordare il suo nome e si sentì mortificato come era accaduto con Diam.
La ragazza sembrò capire e si indicò. «Sono Maki. Maki Sumeragi, ricordi adesso?» domandò speranzosa.
Midorikawa la fissò in silenzio per alcuni attimi, poi gli venne in mente una cosa «… Dyson?». Sumeragi sentendo quel soprannome gonfiò le guance ed assunse un’espressione quasi offesa, così l’altro si chiese se non avesse fatto un errore madornale, ma poi la ragazza tornò a sorridere «Sì, quello è il soprannome che mi ha dato Nagumo. Sono felice che ti ricordi di me, Ryu-chan!».
«Io…» non seppe come rispondere, non avendo alcun ricordo a parte immagini sbiadite, così decise di rimanere in silenzio. Si accorse che Maki aveva una parlantina iper–sviluppata e la ascoltò mentre raccontava del periodo precedente all’Aliea. Gli raccontò di alcune gite che avevano fatto insieme ad Hitomiko e alla prima volta che avevano giocato a pallone.
«C’era anche il campeggio!» esclamò Maki. «Andavamo nel bosco vicino al lago e facevamo il falò. Era divertente… e aspettavamo tutti alzati per vedere le stelle che si riflettevano sul lago». Maki appoggiò il viso sui palmi delle mani e iniziò a fissare un punto imprecisato sul tavolo con sguardo sognante. Midorikawa si sforzò di farsi venire in mente qualcosa di ciò che gli era stato detto: il falò, il lago o anche solo gli alberi del bosco, ma non ne fu capace.
«Gli unici che riuscivano a restare svegli finché tutto il lago si riempiva di stelle eravate tu e Hiroto.» mormorò la ragazza. Ryuuji si irrigidì, sentendo che l’appetito gli era passato.
Maki non sembrò accorgersene e continuò «Sai, nemmeno io ricordo tutti i dettagli di quei campeggi, potrei chiedere a lui di raccontarti il resto! Aspetta che lo chiam–».
«No!» sbottò Midorikawa, nervoso, facendo sobbalzare l’amica «Non serve.» sussurrò poi lui, abbassando il tono, dopo essersi reso conto di aver spaventato Sumeragi «In effetti, pensavo di andare. Sono molto stanco in questi giorni, perdonami.» terminò bruscamente, alzandosi.
Maki annuì lentamente e rimase un attimo in silenzio, con la fronte leggermente crucciata, prima che le tornasse il sorriso «Allora buona notte, Ryu-chan!» salutò.
Midorikawa le rispose con un sorriso sghembo e dopo aver sistemato i piatti uscì dalla mensa e salì le scale correndo.
Si diede dell’idiota, perché in fondo Maki non aveva fatto altro che raccontargli un dettaglio della loro infanzia, ma evidentemente non riusciva ancora ad accettare alcuni ricordi.
 
Quando aprì la porta della stanza, vide che Suzuno era già dentro e stava sistemando alcuni libri sulla sua scrivania. Scorse dei manuali di psicologia impilati uno sopra l’altro, perché gli scaffali che aveva a disposizione erano già pieni.
In quel momento Ryuuji si ricordò che anche lui aveva molti libri – fantasy o di fantascienza principalmente – ma non aveva idea di dove fossero finiti.
Avrebbe voluto domandare a Fuusuke se per caso lui ne sapeva qualcosa, ma lo sguardo stanco che l’albino gli rivolse lo fece desistere. Midorikawa allora decise di sedersi sul letto e afferrò l’orologio per impostarlo.
Suzuno appoggiò le scarpe in un angolo vicino al suo comodino producendo un tonfo sordo che attirò la sua attenzione, poi l’albino gli parlò, senza guardarlo «Ti serve per forza la sveglia?» chiese atono.
Midorikawa osservò l’oggetto che teneva tra le mani «… No, in realtà no, mi alzo presto già da solo.» constatò, pensando che le notti in bianco ormai erano un appuntamento fisso per lui.
«Allora staccala.» borbottò in risposta l’albino «Mi irrita essere svegliato da quella roba la mattina. Una volta avevo lanciato quella di Nagumo dalla finestra… e tu mi hai sgridato».
«Davvero?» domandò Ryuuji sorpreso «Io… non lo sapevo.» abbassò lo sguardo verso il pavimento, cercando di focalizzare quel momento e per un attimo gli parve di afferrarlo, ma scivolò via «Non lo ricordo».
«Fa nulla. Ora te l’ho ricordato io.» disse l’altro, schietto «Prima o poi ti  verrà in mente, vedrai».
«Lo spero.» mormorò Midorikawa, sebbene non ci credesse sul serio.
Suzuno si voltò per osservarlo «Sai, le speranze vanno a nozze con i sogni.» mormorò, sdraiandosi sul letto «Quindi direi che è ora di dormire.» dichiarò, spegnendo la luce e girandosi dall’altra parte, verso il muro.
E a Ryuuji rimasero solo le stelle come compagnia.
 
   
 
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