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Autore: ethelincabbages    21/01/2012    7 recensioni
Ron. Quella prima pagina risalta tra le altre carte. I movimenti schietti dei tre soggetti ritratti nella foto che domina il giornale lo irridono. Ha sempre creduto che quell’immagine raccontasse la loro vittoria, la serenità dopo troppo tempo di guerra. Tre amici, due innamorati. Ha sempre visto tanto amore in quello sguardo di Hermione. Amore? Sì, ma non il suo. Quegli occhi non sono mai stati rivolti su di lui. Non sul lui giusto.
Harry. È come la soffitta a Grimmauld Place, un’infinità di scatoloni, scope, lampadari, abiti, libri uno posato sull’altro, sistemati in precario equilibrio, in statica confusione, rassicurante, ordinaria ma non ordinata. Se ne togli uno, l’equilibrio vacilla e poi crolla. Tutto precipita. È come se Hermione avesse deciso di aprire uno di quei libroni impolverati, e scatoloni, scope, lampadari, abiti, tutto, tutto fosse scivolato a confondersi in una nuvola di polvere. Ron e Hermione sono quel librone.
Hermione. Ha voglia di volare un po’ su una di quelle piccole carrozze luminose, alla maniera Babbana: una giravolta, una risata, un po’ di vento nei capelli. È più facile lasciarsi andare quando sai che qualcosa ti tiene comunque salda a terra.
Harry.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Nickname: jaybree88
Titolo della storia: Carrousel
Tipologia:(Mini) Long-fic/Raccolta (dipende dai punti di vista)
Numero di capitoli:  3
Genere: Slice of life, Romantico 
 Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Ho scelto: Carousel, ho usato tre versi della canzone, in ordine sparso, a esemplificare lo stato d’animo o il punto in cui si trovano i personaggi nel corso della storia. È chiaro dal testo, ma specifico, il primo si riferisce a Ron, il secondo a Harry, il terzo a Hermione. Inoltre, il tema centrale della canzone ha ispirato tutto il pezzo in generale, e in particolare, il ritornello ha ispirato l’ultima parte.
 Rating: Giallo
Avvertimenti: /
NdA:
Il titolo non è un refuso dall’inglese; ho scelto di usare il termine in francese per un motivo specifico che si capirà poi leggendo la storia.
Beta-reader: Kukiness e Leireel
Quarta classificata al contest [Auror Contest]Rabbits on the Run, organizzato da Patronustrip sul forum di EFP, qui trovate i giudizi



Carrousel

Ron

 “Leo mi ha portato questa,” afferma, dopo aver bussato piano. La porta socchiusa, lo sguardo timido, un foglio – “Dobbiamo parlare. Vieni da me.” – stropicciato tra le dita. Sta all’erta, sull’uscio, teme quello che sta per accadere: non vuole sentire, qualsiasi cosa stia per dirgli.
Hermione siede a cavalcioni sul suo letto, sul piumone a quadroni colorati, come avesse ancora dodici anni. Fissa insistentemente il vestito bianco, appeso sull’anta dell’armadio, nella sua busta di plastica che immobilizza tutti i volant di tulle. C’è troppo tulle in quel vestito; è così poco da lei.
Si volta verso di lui – ha gli occhi rossi –, sorride di un sorriso strano, morbido, debole, impaurito; posa piano la mano sul letto, lo invita a sederle vicino.
“Non dovrei essere qui,” mormora lui, in un misto di noia e divertimento pretenzioso. Nasconde la paura. Mentre si siede, abbassa gli occhi verso le proprie mani, non vuole leggere quella nuova decisione nello sguardo di lei. Perché sa che c’è una nuova decisione nei suoi occhi.
“E perché mai?” domanda lei, rispondendogli di getto. Sono le prime parole che pronuncia da quando lui è entrato in stanza.
Ron accenna al vestito.“Porta male.”
“È una stupida superstizione!” Hermione arrossisce e s’indigna. Diventa sempre rossa quando s’arrabbia. E lui è sempre stato bravo nel farla arrossire. Ci mette sempre così poco a innervosirla. Si odia per questo, ma non può farci nulla.
“Ma è vera…”
Ron ha caldo, troppo caldo. I Granger dovrebbero abbassare quei maledetti termofinoni o quello che sono. Sente la testa bruciare.
“Ron, io…” incomincia lei.
Non dirlo, spera lui. “Cosa sono?” la interrompe. Lettere, fotografie, diari, ritagli di giornale di qualche anno prima sono sparsi sul letto dietro di loro. Non se n’era accorto. Ci sono foto di quando erano bambini, scattate da Colin Canon in Sala Comune o a pranzo o nei momenti più impensabili, e quelle del mattino dopo la battaglia. La prima pagina del Profeta del cinque maggio: mani strette e cicatrici. Ron, Hermione e… Harry. Sempre lui.
“Vecchia roba.”
“È per questo che ‘dobbiamo parlare’?” Mima le virgolette tra le ultime due parole, cercando di placare quella brutta, brutta sensazione.
“Ron…” Tira un sospiro. Perché quando pronuncia il suo nome deve sempre tirare un qualche sospiro d’impazienza?
“Possiamo parlare domani. Dopodomani, tutta la vita,” si affretta a dire. “Ora tu devi riposare, e anche io.”
“No che non possiamo,” risponde risoluta. Tiene fisso lo sguardo su di lui, Ron lo ritrae sui cassettoni, su quel maledetto vestito, sul pavimento di marmo bianco, sulla ‘vecchia roba’.
Quella prima pagina risalta tra le altre carte. Sembra che lo guardi male. I movimenti schietti dei tre soggetti ritratti nella foto che domina il giornale lo irridono. Ha sempre creduto che quell’immagine raccontasse la loro vittoria, la serenità dopo troppo tempo di guerra. Tre amici, due innamorati. Ha sempre visto tanto amore in quello sguardo di Hermione. Amore? Sì, ma non il suo. Quegli occhi non sono mai stati rivolti su di lui. Non sul lui giusto.
“È per lui, non è così?” Finalmente lascia esplodere tutto quel calore, tutta quella rabbia. Scatta in piedi, urla, lascia che lacrime lo torturino, ma non le fa uscire. “C’è sempre lui in mezzo, no?” Aveva promesso! Aveva sorriso e detto sì! Ma poi Harry Potter torna sempre, no? Tu sei niente, niente, niente in confronto a lui. Da sempre, lo sapeva da sempre.
“Lascia fuori Harry da questa storia! Sto cercando di parlare con te!” risponde a tono lei, seguendolo. Gli occhi luccicano di lacrime. Gli si para davanti.
“Non dire cazzate!” La mano di Ron si scontra con la guancia di lei. È un solo attimo. Si paralizza, spaventato da se stesso. “Scu… Hermione, io non…” bisbiglia.
Hermione sussulta, lo fissa allibita. “Come faremmo a vivere così? Non lo vedi quanto male ci facciamo?”

So you can put your weapons down

   
 
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