{Dark!Tony}
«Pensavi che questa pezza, questo saio lercio che non ti sei guadagnato, potesse tenerti al sicuro dal resto del mondo, potesse nasconderti? Ti facevo più furbo, Rogers. Ma d’altronde, non sono stato l’unico ad averti sopravvalutato.» Lo disse tra i denti, Tony, mentre con uno scatto allungava il braccio ed incastrava le dita nel suo ciuffo biondo, stringendo i capelli nel pugno chiuso. «Carogna. Sei un infame, un traditore, un bugiardo. Potrei mozzarti la testa, in questo momento, e a nessuno importerebbe. Getterei il tuo cadavere in una fossa di letame a farti mangiare dai vermi. Nessuno piangerebbe la tua morte, perché sei niente, non esisti.»

La prima cosa per cui Tony si era lamentato era stato quell’assurdo grembiule a stelle e strisce che era costretto ad indossare ogni santo giorno. Per non parlare della maglia rossa con su scritto “benvenuti al Williamsburg Diner”, con tanto di punto esclamativo e smiley. 
(SOSPESA)

“Lo sapevo che era più facile diventassi un super-cattivo piuttosto che lasciare gli Avengers” disse Steve.
“Non so se è un attacco alla mia poca moralità o una dimostrazione di fiducia nelle mie buone intenzioni” si lamentò Tony.
“Una costatazione, Stark”.
Scritta a quattro mani con kamy.

(Arco narrativo compreso tra la fine di The Avengers e la Civil War)
Storia d'amore in cinque atti.
[...]«Non ci sono motivi, Tony. E neanche scelte difficili da prendere: puoi cercare di essere felice, oppure no».[...]

{Spin-Off di Till We Grow Older}
Lo aveva in pugno, in un modo estremamente perverso, ed era strano e bellissimo.

«Ma guarda cosa ci ha portato la marea.»
Il commento lo colpisce nell’esatto momento in cui Steve è sul punto di colpire la macchinetta perché gli dia l’espresso richiesto –O era un cappuccino? O un caffè macchiato? Latte? Importa davvero cercare la scusante per un semplice pretesto? Perché non è altro che un pretesto, quello, per far rimbombare di suoni il vuoto che lo sta divorando da dentro.

[ Pre-Avengers] [Steve-Tony, Pre-Slash]

Le cose belle nascono per essere guardate e basta, toccandole si rischia di sporcarle.
(SOSPESA)

Dopo New York, tutto è cambiato; erano entrati l'uno nella vita dell'altro stravolgendola completamente. Ma i cambiamenti possono fare paura, spaventare al punto da desiderare di tornare indietro, come se nulla fosse successo...

Perché la gente punta il dito, sempre, pur non conoscendo la realtà dei fatti, il significato intrinseco di ogni singolo gesto umano. Il compromesso.
People are always chasing me down,
Trying to push my face to the ground.

«Hai fatto qualcosa di divertente sabato sera?».
«Be’, tutti i ragazzi del mio quartetto vocale sono morti, perciò no, non direi».
[Terza classificata al contest "Brevi... anzi, brevissime!" indetto da adamantina]

Era un ragazzo in cerca di qualcosa, stava cercando la sua preda per poi planarci addosso e afferrarla tra le sue meravigliose dita.
E io in qualche modo ero diventato la preda... una preda che stava per andare in cerca del suo predatore.

«Non farla tragica?!» Lo interruppe Steve, con un acuto degno di nota, agitandosi sempre più. «Siamo bloccati su questa cazzo di seggiovia, sospesi a trenta metri d’altezza, e tu mi dici di non farla tragica?! Cristo!» E sì, era davvero molto alterato.

(Titolo modificato, prima era: "Senza opporre resistenza". Ho cambiato anche le note personaggi perché anche Thor e Loki avranno un ruolo importante, benché non centrale. Nota: è una Stony, non una Thorki).
Steve strinse i pugni, chiedendosi quale misteriosa forza arcana lo stesse trattenendo da prendere Stark e seguire l'esempio di quello psicopatico di Loki: lanciarlo giù da una finestra!
La verità era che non riusciva a muoversi, un po' per la vergogna, un po' perché gli occhi scuri di Stark erano magnetici e insidiosi come quelli di un demonio.
Una delle sue mani gli sfiorò il petto e strinse tra le dita il suo maglione. Non riuscì a scacciarlo, né a ragionare lucidamente, dato che l'afflusso di sangue stava andando dalla parte diametralmente opposta al cervello.
Guardò le sue mani cominciare a slacciare i bottoni della camicia bianca uno dopo l'altro, con lentezza, per poi sfilarla e lasciarla scivolare a terra. Il reattore Arc brillava sul petto di Tony, deglutì, distogliendo lo sguardo, imbarazzato. Non sapeva cosa fare, né come muoversi. Nonostante l'eccitazione, l'unica cosa che desiderava era scappare da lì il più velocemente possibile.
Quella situazione era assurda, inaccettabile, ma era ancora paralizzato.

Dalla storia
"Nonostante il fatto che quando iniziarono a prendersi cura di lui, sapessero poche cose sui bambini, sembrava che l’unica cosa che potesse calmare il piccolo Peter dalle sue crisi isteriche, le coliche, o i momenti in cui dovesse aspettare troppo per avere la pappa, fosse guardare il reattore di Tony."
Flashfic Fluff dedicata ai Superdads...