Fersen e Marie Antoinette sono diventati amanti e si incontrano clandestinamente. Oscar, anche se è a sua volta innamorata di Fersen, è costretta a fare da messaggera tra i due... Oh, ma questo è solo l'inizio della storia, una storia un po' antica e un po' nuova, che vi racconto, così come l'ho pensata io, attraverso tre balli (Trois bals). Grazie a chi mi leggerà.

Oscar piange ogni notte. Per amore. Come una donna. Non dorme più, non sopporta più niente. Neanche André, che trova anzi troppo umile, troppo gentile, troppo silenzioso, e dicolpo anche troppo coraggioso: "Ancora una volta ho visto, André: che non avevi mica pianto, tu. Che non hai pianto stanotte. Che tu non piangi. E io non so come fai, tu. Ad amare. Tu. Che mi ami". (nota: formato migliorato)

Dopo l'episodio della camicia, il riavvicinamento tra Oscar e André è forse meno difficile del previsto. Succede tutto in una chiesa parigina, un mezzogiorno d'inverno. (nota: formato migliorato)

Oscar e André sono ancora due ragazzini. Di ritorno da un viaggio che lo ha tenuto lontano dall'amica per alcune settimane, André si accorge che in lei qualcosa è cambiato. (nota: formato migliorato)

Il monologo febbrile di un nobile svedese nelle cui vene una donna enigmatica e insondabile come Oscar fa pulsare un desiderio magmatico, sconcertante. (nota: formato un po' migliorato)

Oscar, André, la vita che è stata a loro. Tre voci si intrecciano nel corso degli anni per raccontare tutto un'altra volta, e questa volta con una variazione che inverte un po' i ruoli ma rincorre la stessa felicità fino all'incontro che decide tutto. (nota: formato un po' migliorato)

Terence ha lasciato il collegio, Londra, l'Inghilterra, e Candy. Ricordi e speranze si mischiano febbrilmentementre nel suo cuore mentre il viaggio per mare volge al termine. (nota: formato un po' più leggibile)

Per chi aspetta la svolta sentimentale di Grissom, un Grissom sensibile, accorato, pieno di pietà per il dolore degli altri e pieno di amore per chi lavora al suo fianco... (nota: qualche errore corretto)

I diciannove anni di Maya, l'occasione per un bilancio ambiguo, malinconico, ma anche per una silenziosa decisione: perdonare, dire grazie, amare. (nota: formato migliorato)