“Non riesco a credere a quello che sto facendo, ma non ne posso più, ho bisogno di raccontare e non c’è nessuno per me, nessuno con cui possa parlare in modo completamente sincero. Sto scrivendo un diario, come una signorina dell’ottocento, per poter sfogare le pene del mio cuore.
A dire il vero, non dovrei avere troppe pene nel mio cuore, al contrario, dovrei essere felice come mai prima, dato che l’amore della mia vita, Scorpius Malfoy, vive con me, dorme con me ogni notte, fa sesso con me.
Quindi non è proprio esatto sostenere che io non abbia pene, al contrario, ho il mio pene preferito a disposizione quando voglio, non proprio nel cuore ma posso accontentarmi.
Battutaccia.
Che m’importa? Scrivo per me e posso fare sfoggio del mio pessimo umorismo quanto mi pare.

Cento capitoli non sono bastati, ecco il seguito di “Il sogno può bastare”, che darà conto anche di alcune delle situazioni che non sono state chiarite del tutto.
Dal testo:
… Scuoto la testa, possibile che io sia il solito perdente? Se non ci provo avrò già perso. Oggi ne ho particolarmente bisogno, devo provarci. Mi avvicino coraggiosamente, detestando lo scricchiolio della neve sottile e ghiacciata sotto le scarpe.
«Come stai, Rose?»
«Come il solito, Scorpius, grazie di avermelo chiesto.»…
…«Vi ricordate di quella volta che ha rischiato di farsi espellere da Hogwarts?»
«Quale delle tante?»
«Quella in cui ha sfidato a scacchi la McGranitt, dicendo che non si sognava di rispettarla solo perché è vecchia e che l’essere preside dipendeva sempre dal fatto che è vecchia, ma sarebbe stata disposta a rispettarla e perfino a obbedire se fosse riuscita a batterla.»
«Cazzo, questa non me la ricordavo. E come era iniziata la diatriba?»
«Era iniziata con Rose nel dormitorio di Serpeverde a mezzanotte.»
Ma perché. Il cuore diventa sensibilmente più pesante. Perché proprio oggi, perché proprio quel ricordo. Scorpius è uno stronzo.

«Draco Malfoy!»
«Sì?»
«Ti piace quella mezzosangue!»
Mi piace? Che ne so? Penso di aver spalancato gli occhi.
«I-in che senso?»
«Che razza di domanda è “in che senso”? In che senso piace una ragazza? Vorresti stare con lei, vorresti andarci a letto?»
«No … sì … Che ne so? Andarci a letto sì, sarebbe perfetta!»
«Che vuol dire che sarebbe perfetta? Quando ti ho chiesto io di fare sesso mi hai rifiutato e adesso vorresti sporcarti con una … con una … »
Pansy boccheggia, e credo stia per piangere.
«Pansy, ti prego! Io non ti ho rifiutata, lo sai per quale ragione ti ho detto di no! Ma lei sarebbe perfetta perché di sicuro non è promessa e nemmeno vergine, credo. Inoltre è un’inferiore, potrei allenarmi, fare esperienza e non significherebbe niente! Solo ginnastica da materasso perché lei è … appunto perché lei è così … così mezzosangue! Possibile che non capisci?»
«Capisco solo che il mio amico preferisce una mezzosangue a me!»

Harry aveva capito tutto fin dalla prima volta che Hermione aveva chiamato per nome Draco Malfoy, per loro Malfoy o Malferret, per tacere delle centinaia di appellativi e nomignoli poco cortesi. Mai, assolutamente mai, Draco.
Quindi quando a Hermione, in un attimo di distrazione usci dalle labbra quel nome, Harry capì al volo.
«Herm, scusa se mi intrometto, c’è qualcosa tra te e Malfoy?»
«Non … non direi che ci sia qualcosa … non proprio.»
«Vorrei … mi piacerebbe – le parole non sono mai state la specialità di Harry – Insomma, non voglio impicciarmi in cose che non mi riguardano, ma … Malfoy non è pericoloso, non più come prima, almeno. Sappiamo che la sua famiglia ha seguito la corrente, come al solito e tra qualche mese giureranno di non aver mai conosciuto Voldemort. Non può torturarti e ucciderti, forse, ma penso che sia lo stesso pericoloso per te. In un altro modo.»
«Che vuoi dire?»
«Hermione, lui è un egoista. Tu la persona più generosa e altruista che conosca. Non c’è molto da dire, basta fare due più due. Si approfitterà di te in modo vergognoso.»
«È probabile, in effetti. Sai, Harry, sapere di dover morire non è un buon motivo per suicidarsi. Lui adesso mi fa felice»

«Mi sposo.»
Per un solo, folle momento, il cuore di Blanche ha accelerato il suo battito. Per un unico illusorio attimo ha pensato che lui volesse rendere loro tre una famiglia.
Poi la sua mente lucida ha preso il sopravvento. Ha detto “mi sposo”, non “ti sposo”.
Che vuol dire?
«Non intendo, con questo che la casa sia un regalo d’addio, anzi. Per noi non cambierà nulla. In un certo senso siete voi la mia vera famiglia.»
«Se siamo noi la tua famiglia perché sposi un’altra?»
«Devo. È necessario un erede per la casata, è un matrimonio combinato, le solite “porcate sangueblù”, come le chiami tu.»
«Ma tu hai Celeste, lei è tua figlia …»
«Ma non può essere la mia erede. Lo capisci, è illegittima. Non ha nemmeno sangue inglese, non del tutto. Anche femmina, per colmo di sfortuna. Come credi che possa essere accettata dalla mia famiglia e dal mio mondo? Non ti devi preoccupare per lei, non le mancherà mai nulla.»
«Tranne suo padre.»

Hermione Granger ha avuto fin troppa attenzione. Adesso vorrebbe solo finire questo maledetto, eterno, settimo anno e proseguire la propria vita nell’ombra.
Vorrebbe annoiarsi, avere abitudini tranquille, lavorare sentendosi utile, ma senza l’ansia di sapere che da quello che fai dipende la vita di centinaia di maghi e streghe. Senza che il cervello inizi a bollire perché, per quanto studi e rifletta, non riesce a trovare l’indizio giusto, che c’è di sicuro e che permetterà di salvare il mondo.
Vuole stare tranquilla. Chiede troppo?
Che ha fatto per meritarsi Draco Malfoy? Perché mai non la dimentica? Lei non lo provoca mai, evita il suo sguardo, lo sfugge più che può. Solo qualche volta cede alla rabbia che le causano i suoi continui insulti.
Tutto il rancore e il disprezzo che lui ha sempre riversato sul trio, sui Grifondoro in genere, sembra essersi concentrata su di lei. Non la lascia in pace mai.
Lei fa quello che può per ignorarlo, sperando che prima o poi si stufi e smetta di infastidirla.
Errore madornale.
Se c’è una cosa che infastidisce Malfoy oltre ogni dire è l’indifferenza. La considera la peggiore delle offese.

Sono profondamente convinta della necessità, per una vita felice, di uno spazio riservato all’irrazionale, sono sicura che i sentimenti mi siano indispensabili. Tu stai cercando di convincere ME a rinunciarci per sempre. Hai sostenuto finora che ne vale la pena. Ma TU, ci credi davvero? – posa con attenzione la penna, lo guarda negli occhi intensamente e prosegue – Sei davvero sicuro che non ti innamorerai?
Non rimpiangerai mai di esserti sposato in questo modo, di aver fatto un figlio senza amore? Di non poter invecchiare insieme a una persona che non ti stanchi mai di guardare negli occhi e di cui cerchi la mano ogni mattina appena sveglio?
Come fai a saperlo, come puoi essere certo che non morirai di dolore negando a te stesso questa possibilità?

«Non ricominciare con l’idea di farmi sposare Hermione Granger. Io non la voglio, lei non mi vuole, punto!»
«Tu puoi anche non crederci, ma io SO che quella sarebbe la soluzione giusta a tutti i nostri problemi!»
«Padre – Draco ricomincia con pazienza a spiegare l’acqua calda a suo padre – per me non sarebbe un gran dramma sposarmi con lei o con qualunque altra strega. Io sono abituato all’idea del matrimonio come contratto politico-commerciale, ma lei la pensa in tutt’altro modo, ritiene di dover sposare uno di cui è innamorata. Sicuramente finirà con un quattrocchi, suo collega dell’università.»
«Ma che ti costa farle la corte e farla innamorare di te?»
«No! Non lo farò. Non è una sciacquetta qualsiasi. Se io le faccio la corte e lei mi sposa si aspetterà da me fedeltà e tutto il resto! Non intendo cacciarmi in un simile guaio! Che cosa non ti è chiaro? Posso sposare lei, o qualunque altra, solo a patto che la mia vita non ne risulti del tutto rovinata. Se questo non è possibile non se ne fa niente!»
«Vorrà dire che andremo in bancarotta per consentirti di sollazzarti tra le cosce di qualche sgualdrina!»

Fred Weasley era stato l’unico uomo della sua vita.
Non Ron, Fred.
Aveva pensato per anni di essere innamorata del suo rosso amico.
Invece, in pochissimo tempo, alla Tana e poi dappertutto, aveva scoperto l’amore di Fred.
Spiazzante.
Allegro, incontenibile, lussurioso, segreto.
Impaziente.
***
«Sai che, Theo? Ho deciso di farmi la Granger.»
«Davvero? Non ti importa più il suo sangue sporco?»
«Ho detto che voglio farmela, mica sposarla.»
«Penso che non dovresti.»
«E perché mai? È femmina, decente, in più c’è il piacere della sfida, dato che non sembra una tanto facile. Perché non dovrei?»
«Non so che dirti. Mi sembra una con cui non si scopa senza conseguenze.»
«Le conseguenze ci sarebbero se sbagliassi l’incantesimo contraccettivo. Vuol dire che ci starò attento.»

La grande battaglia di Hogwarts, la madre di tutte le battaglie, che ha spento la vita di centinaia di maghi e streghe, quell’orrida battaglia che non ha lasciato integra quasi nessuna famiglia, quella battaglia … non è servita a niente.
Nessuno ha vinto.
Nessuno ha perso davvero
Voldemort si è scontrato con il Prescelto.
Non lo ha ucciso.
Non ne è stato ucciso.
***
«Granger!»
Occhi spaesati, un brutto livido sulla guancia, sporco sotto le unghie, poi un sorriso luminoso
«Malfoy!»
Le braccia tese verso di lui, lo sguardo vacuo. Drogata, come il solito.
Almeno è maggiorenne. E tutto sommato forse sarà più soddisfacente del solito.
Scopare la Granger! Non l’avrebbe mai creduto.
Figuriamoci lei!

Sono vent’anni che le vivo accanto e intorno e dentro e non ho mai smesso di prestarle attenzione.
Riconosco il suo umore dall’eco dei suoi passi e so, da come tiene le spalle, com’è stata la sua giornata, mi è noto il suo intero repertorio di occhiate e la piega della sua bocca non ha segreti per me. Io so tutto di lei, amo tutto di lei. Amo la terra sotto i suoi piedi e l’aria sopra la sua testa.
Ma allora … perché?

Si era messo in testa di doversi sposare con sua moglie perché la prima volta, secondo lui, non valeva niente

Ho temuto per anni di morire. Poi ho saputo. Sono stata sicura che sarei morta presto.
E ho smesso di avere paura, per quanto l’incertezza e la preoccupazione per la mia famiglia fossero sempre presenti come una sottile ansia che mi consumava.
Quando è successo, ho provato quasi sollievo.

Non solo gli occhi mercuriali ed i capelli chiarissimi, aveva preso da lui, ma anche l’arroganza dei modi, la riservatezza scontrosa, l’eleganza del tratto, la capacità di mettere a disagio chiunque con gelide occhiate. Doveva a sua madre la pelle biscottata al sole estivo, sulla quale gli occhi splendevano freddi e luminosi, poi ambizione, intransigenza, amore per il sapere.
Del veleno della sua lingua non sapeva proprio chi dei due incolpare, dato che ne avevano in pari misura, né della scarsa pazienza, o dell’orgoglio smisurato.
Eltanin Malfoy, Serpeverde, sesto anno, ottimi voti, reputazione del tutto sbagliata, pochi scrupoli e alcuni segreti.
Sequel di "Di ritorno dall'inferno"

Se avessero raccontato a qualcuno, in Inghilterra, come viveva Lucius Abraxas Malfoy, chiunque avrebbe pensato che scherzavano. Nessuno lo obbligava a stare lì, aveva un mucchio di soldi, avrebbe potuto vivere dove voleva e lui aveva scelto delle palafitte sul fiume Molonglo, in mezzo ad una piccola jungla.