“Voglio che tu lo dica” mormorò lui “Dimmi di fermarmi se è quello che vuoi.”
Lei scosse la testa con più fermezza e fece un respiro tremante “N-no..non farlo. Non farlo. Non fermarti, ti prego.”

Era lei, e ad Oliver bastava. Gli bastava anche se non era più sua.

Sono passati due anni da quando la guerra è terminata, il dodici è stato ricostruito e le cose iniziano ad andare nuovamente per il verso giusto.
-Everlark.

Chiudo gli occhi e spingo ancora di più la testa nell'incavo del collo del ragazzo che mi stringe, ma una sensazione di sgomento si impossessa del mio corpo. Quando li riapro ci siamo spostati ed ora posso chiaramente vedere chi sia l'artefice di quella melodia così tormentosa: Draco Malfoy. Il suo sguardo incontra il mio e vi si incatena. Anche da questa lontananza riesco a notare lo scintillio dei suoi occhi grigi e lentamente mi ci perdo dentro, scivolando nell'oblio più profondo e ritrovandoci la stessa mia insoddisfazione e perdizione.

Dal testo:
“Lasciatemi andare! Non riuscirete a portarmi via da lui anche voi” Ora singhiozza disperata mentre l'ultimo lembo del tessuto di quel soprabito le scivola velocemente dalle mani e sa che non ce l'ha fatta un'altra volta, neanche in un distretto che non presenta alcun pericolo è riuscita a salvarlo“No....no! Voi non potete” la sua voce è sempre più debole e morbida dopo che la siringa di morfamina le è stata iniettata, ma riesce a fare un piccolo balzo in avanti, tanto quanto basta per riuscire ad afferrare nuovamente il cappotto tra le mani“Voi non potete separarmi dalla persona che è stata la mia ultima speranza...Io...non ve lo..lascer-” l'ultima cosa che riesce a sentire è il tessuto morbido contro le labbra e mentre immagina che a lasciarle quel dolce bacio sia Peeta, sprofonda nel buio improvvisamente.

Allison era lì, seduta su quel marciapiede con tutti i suoi ricordi, con tutte le sue paure, con tutto l'amore che era stata capace di dare. Era lì ed aspettava solo che qualcuno arrivasse e la notasse tra tutte le altre ragazze che si mettevano ben in mostra su quel lungo marciapiede. Aveva il trucco colato ed i vestiti un po' malandati, come la sua vita. Aveva il viso di chi aveva perso la voglia di vivere. Perché lei non aveva più ragione di vivere, aspettava solo il momento ed il luogo giusto per andarsene.
Sorrideva appena quando una macchina si avvicinò a lei, che senza esitare vi salì. Andava così da un po' di tempo, tirava avanti, era costretta a vendere il suo corpo per quell'eroina che la faceva sentire tanto bene, per quell'ecstasy che le faceva vedere il mondo com'era una volta. Il mondo prima che lui se ne andasse.