Mi piaci da starci male tutte le notti perché ti penso e non so che fare, perché ti vorrei con me e non ti posso avere, mi piaci perché ti vedo come quella piccola parte da proteggere e tenere al sicuro e io tento di farlo, ma poi finisce sempre che ti faccia del male e mi dispiace per questo, perché non sono perfetto e per te vorrei esserlo, vorrei essere la tua perfezione.

Volevo solo sparire.
Sparire da quel mondo dove lei mi aveva fatto apparire, ascoltavo ciò che mi diceva, con la voce ovattata per via della porta che ci divideva. Non so cosa avrei fatto, non so come avrei reagito, se quella lastra di legno non ci fosse stata. Forse avrei alzato le mani, forse mi sarei lasciato picchiare, forse non avrei fatto assolutamente nulla, come mio solito.
Sarei stato immobile come sempre.

Non provava più sentimenti.
Esatto, non provava più niente, alla vista di qualsiasi cosa i suoi occhi vedessero, era impassibile e freddo a tutto. Se poteva ricordare come si facesse, avrebbe odiato se stesso in quel momento, anzi in quei mesi. Avrebbe odiato essere in quello stato, non poter sorridere, provare anche la più piccola emozione, vivere.
Il vuoto totale, era il nulla.

A quel punto cominciai ad avere paura.
Dove mi trovavo?
Chi mi aveva portato lì?
E soprattutto, cosa voleva da me?
Una risata.
Una di quelle, fulminee, agghiaccianti, che ti arrivano dritte ai timpani e te li perforano, quelle proprio da film Horror.

Io ho paura dei pagliacci.
Ma devono essere intesi sempre come dei fenomeni da baraccone i pagliacci?
Se invece fossero cattivi?

Faceva male ad ogni taglio, ad ogni goccia di sangue che scorreva lungo il mio polso. Mi odiavo sempre di più, eppure non riuscivo a smettere, continuavo sempre a farmi più male, perché lo trovavo giusto.
Fissavo la lama che lacerava la mia carne da cui subito dopo sgorgava sangue vivo, bruciava, ma la mia anima dentro bruciava e gridava ancora di più.
“Aiuto”

Salve, mi chiamo Jenna e odio tutto ciò che mi circonda, la cosa che odio di più al mondo? Me stessa.
[...]
La musica è quella cosa, quel cavo espiatorio, che mi ha tirato fuori da ogni situazione. Dalla solitudine, dalla paura, dalla rabbia, dalla tristezza, dal dolore, da me stessa.

-Ognuno ha dei demoni dentro di se,
quello che si dovrebbe fare è imparare a conviverci,
altrimenti verrai distrutto e dimenticato-
[...]Frank, arrivo.

[...]"Ma soprattutto, se mi conosci davvero come dici in quel caricatore avresti dovuto mettere già due proiettili. Uno per te e uno per me, perché se davvero vuoi fare un gesto simile, io neanche questo ti lascerò fare da solo"

-Buongiono- dico cercando di mantenere la calma.
-Buongiorno Gee!- mi risponde Frank pimpante già alle nove del mattino. A volte vorrei avere la sua energia. -scusami se ti ho svegliato. Ti stavo preparando i biscotti. Fortunatamente vedo che sei di buon umore, mi aspettavo che scendessi le scale stile bambina dell'esorcista!- com'è simpatico. Così simpatico che lo strozzerei a volte.

Ma se io venissi da te?
A chi mancherei?
Se io morissi nonna, potrei rivederti?
Diciamo che è più uno sfogo personale. Spero vi piaccia.

Questo è un piccolo sfogo che ho voluto fare per riuscire a liberarmi.