A volte ho voglia di alzare il culo da quella dannatissima panchina e andare da lei, dire che non l'ho lasciata, e risolvere tutto, magari con un mazzo di rose e qualche promessa a voce bassa.
Ma non posso.
[..]
I fantasmi non posso piangere.
Ma quando ripensavo a tutto questo, quando i flashback mi afferravano all'improvviso, sentivo gli occhi pesare di lacrime come se fossi ancora vivo.

Prima di lui, ero persa e insicura.
Poi lui aveva scavalcato quel muro che avevo eretto di fronte alle mie emozioni, abbattendolo pian piano, estorcendo un mattone dopo l'altro ed infine distruggendolo con un'energia mozzafiato.
Mi aveva trovato smarrita in quel buio addobbato di bei fronzoli, ma in cui mi sentivo sola e disorientata come non mai.
Persa ed insicura, mi aveva trovata.

-ah, non ci credete, vero? non credete sia una strega, quindi?- borbottò maliziosa Lucrezia, controllandosi smorfiosa le unghie lunghe e ricurve.
-beh, dato il tuo aspetto, tesoro, opterei per un sì, mh!- risposi acida.
Zayn mi diede una gomitata:-stai buona con questa qui, Brandi, non sembra stare tanto bene di testa- mi bisbigliò.
-sai che mi importa! dimmi gioia, cosa mi farai adesso? mi spruzzerai in faccia qualche tua pozione o schifezza magica?-domandai.
-no. molto peggio.-sibilò, strizzando gli occhi in due fessure.
Inarcai un sopracciglio con aria di disprezzo, incrociando le braccia.
Niall mi guardò: non sembrava particolarmente tranquillo, anzi. Gli altri intanto si limitavano a guardarsi intorno con aria un po' confusa.
-voi!-urlò, agitando le mani screpolate e accartocciate su se stesse- voi 6, che vi credete degli dei! voi incapaci di sentire emozioni e di saperle manipolare, voi a cui non importa trattare la gente così da farla soffrire e penare! voi, che non sapete cosa siano i dolori, le gioie e i valori, finchè non trovate l'amore su di voi dell'arcobaleno sentirete come emozioni i colori!-

Mani sudate, respiri intervallati da singhiozzi. Lacrime che rigano due guance rosa. Occhi velati di incredulità, immersi nell'inconsapevolezza ed ingenuità più profonda. Un palco caldo di emozioni. Delle voci, che vertono su una nota alta. Un cuore che si sfalda di gioia, sgretolandosi lentamente. Un sogno, continua a pensare April. Ma nulla è più vero di quella sera. Di quei riccioli neri piuttosto che di quelle ciocche bionde, di quelle 5 paia di occhi su cui aveva tanto fantasticato in lacrime. Non erano una foto, od un video sullo stupido schermo di un pc. Non lo erano, non quella sera.