Qualcuno diceva che milioni di spine non sono sufficienti a rendere meno bella una rosa. Spencer era quella rosa: una rosa spenta, di un rosa pallido, ancora acerba, chiusa in se stessa, ma che con l'aiuto del Dr. Daniels riuscirà a fiorire, ad emergere e a riscattarsi da quella che aveva sempre considerato una vita ingiusta. Ma nemmeno lui sarebbe mai riuscito in quell'intento, se non ci fosse stata la piccola Natalie. Chi è? Lo scoprirete solo leggendo.
__________________________________________________________
Tratto dal prologo:
"Siediti pure di fronte a me, Melissa. O preferisci il divanetto?”
“Io mi chiamo Spencer. E va bene qui, sulla sedia.”
“Sul tuo documento non compare nessun nome simile a “Spencer”, e Melissa ti si addice decisamente di più. Ti restituisce quell'aria innocente che ti stai sforzando a deturpare.”

Thomas è un giovane scrittore dalle grosse potenzialità. Scrivere è l'unica cosa che lo faccia sentire vivo ma, al contempo, l'unica in grado di abbatterlo. Perché? Perché scavare fa male. Scavare nell'anima fa male.
Ma se qualcuno ti aiuta, se qualcuno ti tende una mano per uscire da quel burrone, forse.. forse può valerne la pena.
Dal primo capitolo:
Fuori la pioggia batteva forte contro i battenti della finestra, alimentando l'ansia e gli spasmi di Thomas, completamente solo nella propria abitazione. Quello era il momento migliore e peggiore per lui: riusciva a produrre testi sensazionali solo a notte fonda, ma al tempo stesso scrivere era amputarsi un pezzo di sé.
“E poi l'alba.. l'alba bussò contro le porte del buio, e...” continuava a tremare, mentre impugnava nuovamente la sua arma a doppio taglio, cercando quell'ultima rima, quell'ultima sillaba.. ma niente.
Una storia scritta di mio pugno, pensata e ripensata.. sperando che vi piaccia, vi mando un grosso bacio.
S.