Alexandra da una una "storpiatura" del mio nome, se così possiamo definirla.
Reeve, dal cognome di un personaggio fittizio a cui sono particolarmente legata.
Non mi reputo una scrittrice. Mi reputo una ragazza che tenta di imparare come trasmettere emozioni con le parole, che è comunque ancora alle prime armi e che sa bene che dovrà mangiare moolto pane prima di poter aspirare a scrivere qualcosa che la soddisfi al cento per cento - ragion per cui se rileggete un mio capitolo dopo una settimana potrete trovare la forma completamente cambiata. Ma non preoccupatevi: è tutto regolare, è tutto sotto controllo. Sono solo io che fallisco miseramente nel controllare la mia sindrome del labor lime.
Scrivo da quando avevo dieci anni; allora ero solo una bambina che occupava il tempo.
Ricordo ancora la mia prima storia: un racconto di 5 pagine, pieno di ripetizioni e errori, scritto senza alcuna premura. L'idea era lì, la dedizione pure, ma la forma ancora troppo acerba perchè qualcuno potesse leggere.
Rileggendolo qualche anno dopo mi sono accorta dell'effettivo stato del testo e non ho potuto fare a meno di correggerlo, ampliarlo e perfezionarlo. Senza rendermene conto, mese dopo mese rileggevo quella stessa storia e continuavo ogni volta a modificarla, finché non è diventata molto di più: era l'emblema stesso della mia passione. Da allora non mi sono più fermata: le idee hanno cominciato a torturarmi la notte prima di andare a dormire, sotto la doccia, mentre mangio, ad ogni occasione disponibile, affollandomi la mente di risvolti, trame, caratterizzazioni. Aspettavano solo di essere realizzate su carta, e non potevo lasciarle sepolte nella mia mente.
Oggi non potrei immaginare la mia vita senza spendere le mie notti in compagnia del silenzio a leggere, scrivere e revisionare storie.
Il mio vero nome è cosa nota a pochi.
Quello che mi passa per la testa mi è del tutto oscuro la maggior parte del tempo.
In ogni personaggio che creo c'è una goccia infinitesimale di me, aspetti positivi e negativi. In ogni anfratto c'è qualcosa della mia vita. Persino i personaggi secondari
riflettono dettagli di persone che conosco realmente, miei parenti, amici - e il problema è che la somiglianza non è ricercata; me ne rendo conto solo dopo averli creati e aver già realizzato che non posso più fare a meno di loro...
Quindi, se proprio ci tenete a conoscermi, date un'occhiata alle mie storie.
E non abbiate paura di dirmi che quello che scrivo non vi piace. Amo le critiche, ma solo se costruttive.
Se mi lasciate una recensione negativa con scritto solo "Fai schifo, ritirati", quello sì che mi scivola addosso come acqua :)