Scrivo per riprendermi la rivincita sui fatti, raccontando come vorrei che le cose fossero andate perché come dice Nietzsche “Non mi serve altro che un pezzo di carta e qualcosa per scrivere per scardinare il mondo”. Scrivo perché attraverso le parole posso far rivivere la rabbia, l’amore, le aspettative che ho dentro di me. Scrivo perché il mondo mi impone di tacere e io mi ribello mediante una penna e un foglio di carta. Scrivo di amori adulteri, impossibili, occasionali, distratti, odiosi, sbagliati. Scrivo di incontri di una notte e di sentimenti di una vita perché questo è ciò che voglio. Questa è la mia rivoluzione. Io credo che in ogni cosa che scrivi, in ogni storia, in ogni lettera, c’è un pezzo della tua anima. Quindi la tua anima è divisa in mille piccoli pezzi sparsi qua e là. E chiunque leggerà la tua storia, la tua lettera, entrerà in possesso di quel pezzetto di anima. È questo, secondo me, che rende uno scrittore importante ed immortale. Scrivere per me significa metterti di fronte alle tue più indicibili paure. Scrivere significa dimezzare il dolore e saperlo ancora lì nello stesso punto, su di un foglio bianco macchiato di inchiostro, come la tua anima che è macchiata di dolore. Io scrivo perché ho bisogno di credere che deve esistere un lieto fine da qualche parte e se non c’è in una storia, allora ci sarà in un’altra perché qualcuno o qualcosa deve farci credere che ancora le cose belle esistono, nonostante tutto. Non so se credo in Dio, ma credo nella Scrittura, dare voce a pensieri, trasferire una parte di te in qualcosa di imprevedibile. Raccontare e salvare delle vite. Per me questo vuol dire scrivere. Le mie non saranno solo storie, saranno parte di me e qualcosa di me è presente tra quelle righe. Questa è la mia rivincita sul mondo.