Alice non era stanca quella sera. Voleva convincere l’amica a tornare a casa prima ma non c’era riuscita, era preoccupata dalla piega che quella serata poteva prendere e in un attimo di panico scrisse al terzo coinquilino del loft, Giacomo.

. Non appena uscì di casa per il suo ultimo primo di scuola si aprì anche la porta della casa accanto e ne uscì un ragazzo alto con un fisico asciutto, indossava una camicia sopra una maglietta bianca e un semplice paio di jeans, ma la cosa che più di tutte la colpì furono i capelli, il ragazzo aveva dei bellissimi capelli ricci; quando lo vide lo riconobbe “Harry!” disse a bassa voce ricordandosi il nome del suo vecchio amico.

Fu una sera di Dicembre che si rivolsero la parola. Lei aveva appena finito il suo turno nel locale e fuori pioveva e faceva freddo. Era sulla porta maledicendosi di non essersi ricordata l’ombrello e stava smanettando su quel cellulare nuovo che non sapeva usare per chiamare un taxi.

“Che diavolo stavi cercando di fare?!?! Perché diavolo volevi dire a Nate che abbiamo scopato???” “E tu perché non glielo volevi dire?” “Perché sono fatti miei, non gli devo raccontare tutta la mia vita” “Quindi non vuoi essere sincera con lui” disse il ragazzo avvicinandosi alla mora che ormai sembrava spaesata “No…Io… sono sincera con lui” “A me non sembra proprio se ti comporti così”

Avevano litigavano e non si sentivano da due giorni. Lei aveva deciso di andarlo a prendere a scuola per fargli una sorpresa. Era lì, fuori da scuola ad aspettarlo. Voleva sistemare la situazione.

Se n’era andata, lasciandola da sola senza la sua importante e positiva presenza.

“Te lo volevo dire di persona anche se lei voleva solo mandarti un gufo” “Vattene” “Come scusa?” “Ti prego va via” “Scorp…” “Non tornare più. Non provare a metterti in contatto con me. Ti prego, lasciami” “M-mi dispiace Scorp”

Doveva nascondersi da lui. Doveva proteggersi e grazie al cielo era scesa l’oscurità. Non voleva che qualcuno la vedesse piangere. La Rose che piangeva era morta sette anni prima con il suo amore per l’ex Serpeverde.

A letto penso che in fin dei conti, anche se Alice mi ha abbandonata al mio triste destino, la serata non è stata così malvagia e che con tutte le risate che ho fatto potrei campare per cent’anni. Lorenzo è proprio simpatico.

Lei non aveva ragione di essere invidiosa era bella, popolare, brava a Quidditch, aveva una famiglia bellissima, erano cose che non appartenevano a Rose, eccetto la famiglia.

Ma soprattutto quando cantava con lui non sentiva quell’emozione che sentiva quando cantava con Finn, quella sensazione che tutto fosse possibile, quella felicità che le nasceva dal cuore.

Se con Lily vivevi la passione, con Rose vivevi l’amore. Era sempre stato così.

Ero alla finestra ad osservare le gocce che lentamente scendevano quando vidi una testa rossa e bionda correre verso il castello, inutile fingere di non riconoscere chi fossero. Rassegnata presi il libro sul tavolo della Sala Comune e lentamente mi avviai verso la biblioteca sicura che nessuno di mio interesse avrebbe mai messo piede lì dentro.