Se Kindaichi dovesse utilizzare una parola per descrivere la sua relazione con Kunimi, questa sarebbe sicuramente "abitudine", perché si conoscono da così tanto tempo che ormai entrambi sanno come comportarsi l'uno nei confronti dell'altro.
Yuutarou ha sempre trovato piacevole quel tipo rapporto. Prendersi cura del suo migliore amico gli viene naturale - come, ad esempio, prendere il suo stesso treno per evitare che Kunimi si addormenti e perda la propria fermata -, e il più delle volte non ha neanche bisogno di parlare per far capire ad Akira i suoi problemi. Tuttavia nell'osservare la testa di questo posata sul suo petto nudo, non può non pensare che ci sia qualcosa che non vada.

30 IwaOi Days Challenge (più o meno XD) | 1 - Glow-in-the-dark undies
Ci sono delle volte in cui Iwaizumi, davanti alla stupidità di Oikawa, arriva addirittura a chiedersi: « Come posso essermi innamorato di questo idiota?»
Certo, lui sa meglio di tutti che Tooru non è un cretino come spesso sembra far voler credere, ma ci sono per davvero dei momenti in cui Hajime arriva addirittura a dubitare del suo stesso metro di giudizio: perché per quanto Oikawa possa essere una persona profonda, sensibile e intelligente, le mutande con la stampa fluorescente degli alieni, Iwaizumi, non riesce proprio ad accettarle

Di quelle ultime settimane, Bokuto ricordava solo il perenne mal di testa che aveva accompagnato tutti i suoi tentativi, falliti, di chiedere ad Akaashi di sposarlo.
Le aveva provate tutte, dal classico anello dentro il bicchiere di champagne - bicchiere che si era rotto quando il cameriere era inciampato - alla più disperata proposta radiofonica - che Keiji non aveva capito per via di alcuni disturbi nella linea telefonica.

Mancavano pochi istanti all'inizio della partita e Yaku non si era mai sentito teso come in quel momento. Aveva dato tutto se stesso per raggiungere quel risultato, e finalmente quel giorno avrebbe giocato come libero titolare della sua squadra universitaria.
Non era solo la sua partita di debutto, ma era anche un match importante per la sua scuola e quello aveva contribuito a renderlo nervoso come un moccioso il primo giorno di scuola, ma poteva farcela. Doveva farcela!

Hajime aveva incontrato per la prima volta Tooru quando avevano entrambi tre anni, una settimana dopo il trasferimento degli Ooikawa nella casa accanto alla loro.
Era stata sua madre a trascinarlo lì, aveva pensato che sarebbe stata una buona idea quella di portarlo a conoscere il figlio minore dei nuovi vicini - « Vedrai, sono certa che farai subito amicizia con Tooru-chan!», gli aveva detto fiduciosa -, ed in men che non si dica si era ritrovato dentro quella casa sconosciuta, davanti alla signora Ooikawa, che li aveva accolti con un sorriso, e ad un bambino aggrappato alla stoffa della gonna di quest'ultima.

[SPOILER per chi non legge il manga]
Tooru posò la fronte sul pallone e prese un bel respiro ad occhi chiusi. Isolò la mente, cercando di ignorare la stanchezza per concentrarsi solamente sul suo obiettivo: doveva fare solamente due punti. Due miseri punti e l’Aoba Johsai avrebbe sconfitto la Karasuno, mettendo la parola fine a quella partita combattuta punto su punto.
In quel momento nei suoi pensieri non esisteva Ushijima, né la gelosia mista al rancore che provava per Kageyama. Pensava solamente alla sua squadra: la migliore che un capitano ed alzatore avesse mai potuto desiderare.

Fanfictions scritte per la OiKuro Week.
Day 7 - Free Prompt
C'erano tante cose che Ooikawa amava di Kuroo. Ad esempio il suo carattere e quel suo perenne ghigno canzonatorio, e anche quanto il suo corpo fosse dannatamente flessibile oltre che sexy. Ma tra tutte era sicuro di prediligere i suoi occhi da gatto, in grado di fissarlo con malizia e superiorità nonostante la situazione nella quale si trovavano.

Nitori non si era mai sentito vulnerabile come in quel momento.
A ben pensarci, da quando la sua relazione con Momotarou era iniziata, per lui era diventato quasi impossibile sottrarsi alle idee del suo amante, di conseguenza quando il ragazzo l'aveva assalito con uno dei suoi soliti slanci d'affetto, stordendolo con baci e carezze, si sarebbe quanto meno dovuto aspettare di potersi ritrovare in quella situazione. Ma era stato tutto fin troppo rapido, quasi imprevedibile

[Mibuchi/Hanamiya]Tra le tante cose che si potevano dire di Hanamiya Makoto, il fatto che avesse una bassa soglia di sopportazione del genere umano era un dato di fatto - come fosse in grado di giocare a basket era, tra l'altro, una delle domande che si rivolgeva più frequentemente.
C'era da dire che sin da bambino aveva sempre evitato il contatto con gli altri suoi coetanei, e che questi ultimi - forse a causa delle sue sopracciglia e dell'espressione spesso cupa che assumeva... e perché no: magari anche per via del suo carattere un po' complicato - avevano a loro volta mostrato più volte di non amare particolarmente la sua compagnia, costringendolo di conseguenza a sviluppare una sorta di avversione per il prossimo.
[Partecipante al contest "Progetto: Ripopola Fandom!" indetto da ,Bad A p p l e]

[Binan Kōkō Chikyū Bōei-bu Love!]
« Pensavo...»
Atsushi trova quasi impossibile non sorridere nel sentire quella semplice parola lasciare le labbra del suo migliore amico, perché sin da quando lo conosce quella è sempre stata una cosa ricorrente.
Non ricorda quando quella ‘cosa’ sia iniziata di preciso, ma En ha sempre avuto l’abitudine di esporgli tutti i suoi pensieri, sia quelli più stupidi che quelli un po’ più seri.
« A cosa, En-chan?», lo interroga quieto, voltandosi leggermente verso di lui per scrutarne il volto.
Il suo viso è serio, assorto in chissà quale ragionamento, tant’è che Atsushi quasi si aspetta di sentirlo pronunciare un qualcosa di estremamente serio quando finalmente lo vede aprir bocca.
« Al sesso».

[Donten Ni Warau]
[Donten Ni Warau][Chuutarou/Kagami] " Aspetterò qui i Fratelli della Nuvola", si era detto infatti con noncuranza piegando le labbra in un ghigno.
Era certo che da lì a qualche momento sarebbero giunti i tre Kumo per arrestarlo, e sedendosi ai piedi di un albero rimase in attesa del loro arrivo.
In quegli anni aveva pensato spesso ai Fratelli della Nuvola, o meglio: aveva rivolto i suoi pensieri a quel moccioso, testardo ed indisponente, che aveva osato dirgli di lasciar perdere la sua vendetta, invitandolo a sorridere e a vivere di nuovo.
Kagami doveva essere sincero: in quel momento aveva sentito quasi di odiarlo per quelle parole.
Nessuno era mai stato disposto a dargli una seconda possibilità o anche solo a guardarlo come una persona e non come un mostro, e quell'assurda fiducia che gli era stata rivolta l'aveva messo non poco a disagio... per quel motivo l'aveva detestato.

Quando le labbra di Sousuke si scontrano con quelle di Momotarou, il maggiore vorrebbe dire di non sapere cosa gli sta passando per la testa in quel momento. Vorrebbe dare la colpa ad una follia temporanea, a un qualcosa priva di senso… ma sa benissimo che se ha perso la testa è tutta colpa di Momotarou e degli occhiali che gli ha visto indossare.
Dovevano studiare, o meglio, Sousuke doveva aiutare il minore con alcune materie, e vista la svolta presa quelle affermazioni fanno sembrare la situazione fin troppo simile ad un porno amatoriale.
Mikoshiba sembra dimenticarsi quasi subito dei compiti - probabilmente non aspettava altro se non smettere di studiare -, e risponde con altrettanto trasporto a quel bacio. Si sporge verso Sousuke, lo abbraccia e si struscia sul suo corpo in un chiaro invito che l'altro non riesce ad ignorare.

Kasamatsu sa che non deve farsi abbindolare dagli occhi di Kise. Lo sa benissimo. E nonostante tutto, non ce la fa. Non ce la fa proprio, perché anche se ha quasi la certezza che Ryouta abbia la capacità di piangere a comando, lui non riesce a resistere a quegli occhi supplichevoli quando li vede riempirsi di lacrime.
E se fino a qualche attimo prima aveva le braccia incrociate al petto, i pugni che prudevano dalla voglia di riempirlo di botte ed un: « No, scordatelo, idiota!» sulla punta della lingua, in quel preciso istante quasi si stupisce nel ritrovarsi con le mani strette sulla maglia del suo compagno di squadra, per costringerlo ad abbassarsi alla sua stessa altezza, e la lingua dentro quella maledetta bocca.

[IwaOi] Iwaizumi ci prova, a non dar retta alle sue pulsioni, ma è inutile. Le labbra di Tooru scottano sulla sua erezione, e il suo cervello ha smesso di funzionare nell'esatto istante in cui quel cretino del suo presunto migliore amico si è inginocchiato tra le sue gambe, iniziando a fare cose indicibili con la bocca e con la lingua.

Makishima non aveva mai pensato di possedere "l'istinto materno", e a dirla tutta non si era neanche mai considerato una persona capace di prendersi cura di qualcuno - esclusa, ovviamente, la sua persona -, ma da quando era entrato a far parte del Club di Ciclismo della Sohoku, si era ritrovato ad ammettere di possedere suo malgrado un vago istinto genitoriale.