*dal primo capitolo*
«Non è che..»
«Non se ne parla proprio, dolcezza.», scosse la testa ridacchiando.
«Mi serve aiuto, psicologo psicopatico.»
«Aiuto la mente, non ospito sconosciute a casa mia.»
«Sembrava che mi ci avessi portata tu stanotte, a casa tua, o sbaglio? Di certo non mi sarei avviata io da sola.»
«E infatti sono stato io a portartici. Ma una notte è un conto, per sempre ne è un altro.»
«Quindi tu ricordi tutto.», affermai fulminando con gli occhi.
«Certo che si.», annuì soddisfatto.
«Mi racconterai tutto.», lo indicai continuando ad incenerirlo con lo sguardo.
«Dubito che ci rivedremo ancora, bambola. - sorrise - Peró so chi potrebbe ospitati. Salta su.»
Mi aiutó a caricare le valigie nel portabagagli.
«Voglio sapere cos'è successo.»
«Ti diró solo che hai urlato come una cagna, e.. eri davvero eccitante, baby.»

Ma cosa significa essere liberi? Questa parola non dovrebbe esistere, dovrebbe essere cancellata dal vocabolario, perché non fa altro che confondere la gente sulla sua falsa esistenza. Una parola costruita da sette lettere, secondo me, messe a caso. Una parola che contiene mille illusioni. Una parola che non ha alcun significato. Perché riteniamo gli uccelli liberi? Perché possono volare. Ma si può chiamarla libertà, quella? Libertà vuol dire senza limiti. Tutti noi, a partire dai più piccoli animaletti insignificanti che ad occhio nudo fanno fatica a farsi vedere, fino a noi, esseri così complicati da complicarci anche la vita, ci poniamo dei limiti. Dei limiti che ovviamente nessuno riesce ad evitare, perché troppo impauriti dalle conseguenze.

-Hai paura?- 
Annuisco. Perché diavolo non riesco a pronunciare nemmeno un miserabile ‘Sì’. Perché cavolo, tutti i miei sogni e le mie aspettative finiscono nel cesso a causa della mia timidezza? Perché ho sofferto così tanto, con la promessa che un giorno avrei cacciato le palle mostrando a tutti che l’amore non mi spaventa? Perché non sono cambiata, non sono mai stata forte e le promesse le ho sempre infrante. Perché infondo le promesse vengono fatte per non essere mantenute.
-Di cosa?-
Apro la bocca, finalmente decisa a rispondere sonoramente. E lui accenna un sorriso, felice del fatto di poter udire la mia voce per la prima volta. Altri versi strozzati, poi la dura verità.
-Di un rifiuto da parte tua.-

TEMPORANEAMENTE SOSPESA.
“I tuoi capelli.” Sussurrò giocando con una ciocca che pendeva sul mio orecchio sinistro. “Stai meglio con i capelli sciolti.” Prese l’elastico che raccoglieva i miei capelli e lo trascinò fino alle loro punte facendomeli cadere sulle spalle.
Sorrise. Mostrò i suoi denti incorniciati da delle labbra sottili in un sorriso. Fissò le mie e ci si avvicinò con le sue pericolosamente. Vidi una delle sue mani staccarsi dal muro e sentii qualcosa di caldo percorrere la mia guancia delicatamente fino a toccare le mie labbra.
“Carnose.” Sussurrò. “Come piacciono a me.” Sorrise maliziosamente.
Il mio respiro iniziò a farsi sentire lasciando la mia bocca per finire sulle dita di Niall che accarezzavano le labbra.
“Rilassati. Non aver paura.” Passò di nuovo a giocherellare con i miei capelli.
“Come ti chiami, tesoro?” Staccò il suo sguardo dalle mie labbra poggiandolo sui miei occhi.
“S-Sidney.” Balbettai.
Respiravo ancora affannosamente non staccando gli occhi dai suoi. Il suo sguardo da assetato di sesso si trasformò in uno sguardo dolce. Mi rilassai leggermente.
“Color cioccolato.” Fece una pausa. “Amo il cioccolato.” Riferendosi ai miei occhi.
“Il tuo profumo.” Gemette. “Così delicato.”