Dopo la sconfitta di Gargoyle, i superstiti del Nuovo Nautilus cercano lentamente di far tornare alla normalità le proprie esistenze. Non è semplice, quando si è vissuta un'avventura come la loro.
Electra ha visto morire l'uomo che amava e si trova da sola con un bambino da crescere. Nadia non riesce a smettere di guardare al passato nonostante abbia ormai la vita che desidera.
Presto, troppo presto, l'incubo di Atlantide torna ad addensarsi sul futuro.
E, stavolta, sembra esigere la vita dei suoi Figli.
Basteranno a salvarli l'abnegazione di una madre, il legame di una sorella e di un fratello?
Basterà il comandamento di un padre, "vivi"?
Basterà l'amore?
"Nadia, noi non siamo obbligati a dare o ricevere amore. Noi siamo amore."

«Medina».
Si blocca, col braccio teso e le dita a mezz’aria. Non udiva questo nome da anni, da prima che vi imbarcaste sul Nautilus. Si irrigidisce e si volta a guardarti, con lo stupore riflesso sul viso e la bocca socchiusa, attonita. Perché, sembra chiedere, perché adesso? La verità è che non lo sai nemmeno tu. Non lo sai ma non la vuoi perdere e il solo modo è questo, lo senti, tornare a prima anche solo con un nome, per un istante.

Dopo l'affondamento del Nautilus a largo di Kermadec, dell'equipaggio si perde ogni traccia per quattro mesi.
Electra, che ha tentato di uccidere l'uomo che ama, è sconvolta.
Il ritorno a Tartesso, in seguito al naufragio, è l'occasione per mettere molte cose in chiaro. L'occasione, soprattutto, per capire il senso della vendetta e della vita.
E per capire quanto conti davvero l'amore.
Fanfiction dedicata a Nemo e a Electra, e a quei quattro mesi in cui tutto è cambiato.

Yuuri non è riuscito a salire sul podio al Grand Prix, ottenendo solo un quinto posto.
Lui e Viktor formano una coppia solida e felice, suscitando nel pubblico curiosità e - talvolta - commenti.
Dopo il Grand Prix Yuuri sceglie di non ritirarsi, ma il fallimento inizia a pesare su Viktor.
La leggenda del pattinaggio si trova così a dover lottare contro l'ansia che lo divora, contro l'incertezza, contro le voci. In poche parole, contro se stesso.
E sarà compito dell'amore salvarlo.
Traduzione dall'originale inglese di surveycorpsjean, con autorizzazione dell'autrice.
Ho inserito la dicitura "what if" perché, dato che Yuuri non sale sul podio, la fanfic si discosta effettivamente dal canon.
"Si sente in colpa, reprime le lacrime mentre spinge i fianchi contro quelli di Yuuri, una volta e una volta ancora – quasi stesse disonorando la Vergine Maria. Quasi avesse versato vino rosso su un abito da sposa.
Le unghie di Yuuri gli graffiano la schiena su e giù, le sue gambe gli artigliano i fianchi, e Viktor si sente morire ancora un po’.
'Non te lo meriti.'"

[Post episodi 8 e 9]
"Quella piccola parte di lui ha l’anima di un bambino innamorato, ha gli occhi del Victor di diciassette anni. Costume blu, i sogni del mondo e corona di rose.
Vincerà, dicevano, continuerà a vincere per un decennio, forse più.
Aveva vinto, Victor.
Nazionali, Mondiali, Grand Prix, Olimpiadi.
Tutto quel che era possibile vincere.
Per arrivare a ventisette anni svuotato di tutto."

Yuki e Hiro, il ricordo di un lutto lontano e un istante bloccato nel tempo, rinchiuso nello scrigno di una drabble. Si pensa al dolore e ci si accorge che non c'è solo il dolore, ma che il posto ormai è della tenerezza.

[Quinta classificata al contest "I fiori colorano il mondo" indetto da Ayumu Okazaki sul forum di EFP]
Vegeta, in una notte d'estate, fa un sogno che gli rievoca il passato. Al risveglio, il principe dei Saiyan riflette su ciò che ha inesorabilmente perduto, su ciò che possiede e su quanto ha, inaspettatamente, guadagnato.
"Non biasimare te stesso, principe.
Ama la tua realtà.
E vivi, vivi, vivi sempre."

Qualche ora dopo ti svegli e ancora lo senti, rincantucciato lì, con gli occhi aperti e neri che guardano il vuoto e le vostre gambe intrecciate dalla notte. T’accorgi di avere un’erezione e dai la colpa alla mattina, non alla sua presenza. Sai che lui se n’è accorto. Non dice niente, nemmeno ti guarda, chiude di nuovo gli occhi e si fa appena più vicino. Strofina un poco la testa sul cuscino e mugola piano. Vuole dormire ancora. Stai per tirare un sospiro di sollievo.