Parigi, 1880, sul palco dell'Operà Populaire si intrecciano lotte per il potere, sfrenate passioni, intrighi e tradimenti, mentre un misterioso personaggio mascherato si aggira dietro le quinte, suscitando sconcerto e terrore.
"...Se tutte le donne rispettabili di Parigi sparivano all'ombra dei mariti, probabilmente era giusto. Non era possibile che tutte si sbagliassero e non era possibile neanche che si sbagliassero tutti gli uomini, a trattare a quel modo le donne...
Ma lei?
Lei era rispettabile, ma di sparire non se la sentiva. Ogni frammento di anima si ribellava all'idea, considerandola assolutamente inconcepibile.
Avrebbe dovuto raccogliere tutto il suo coraggio, per liberarsi dal giogo di suo padre..."

Vi racconterò della morte di Xena, e della disperazione di Gabrielle. Del Dio della Guerra che provò a separarle e della Dea dell'Amore che provò a riunirle. Molti Dei e molti Demoni si intrecciano in questa storia, ma anche molti eroi. Ascoltate quindi con attenzione, perché sarà l'unica volta che sentirete questo racconto. Il racconto di due guerriere con una sola anima e dell'eroina più nobile fra gli eroi, che un'anima non l'aveva affatto.

-...Quindi verrà sostituito da una nostra illustre ex-allieva che certamente conoscerete, se volete vantarvi del titolo di studenti di giornalismo.- Il Rettore fece una pausa. -Kathrine Morgan-
Ebbe un tuffo al cuore, non poteva crederci.
Il brusio di stupore degli studenti l'avvolse e dovette spostarsi di qualche passo per non farsi coprire la visuale da chi si era alzato per vedere meglio.
Pochi secondi dopo l'annuncio, la porta d'ingresso dei docenti si aprì e una donna fece il suo ingresso.
Era proprio lei.
Incredibile.

Dopo un paio di minuti passati a zigzagare tra la folla, le tre donne raggiunsero lo spazio libero di una delle uscite d'emergenza ed ecco che, circondata da una decina di persone allibite, c'era lei.
Una spilungona dai lunghi capelli scuri e dagli occhi di ghiaccio, completamente fasciata da pantaloni e corpetto di cuoio neri, tempestati di borchie dorate di diversa grandezza, si stava facendo fare delle fotografie da alcuni ragazzi entusiasti.
Evelyn restò senza parole. Anche se non era l'outfit tipico di Xena, ma l'armatura da imperatrice romana, quella ragazza era quasi identica.
Dopo pochi secondi la guerriera salutò i ragazzi che l'avevano fermata, rinfoderò la spada dietro la schiena, e recuperò lo zaino che aveva posato sul pavimento. Quando rialzò lo sguardo e vide Gabrielle, si bloccò e sorrise.

-Se mi ascoltate Dei...Sapete che non mi sono mai rivolta a voi, ma ora non so più cos'altro fare. Una volta ero sul punto di arrendermi e Olimpia è entrata nella mia vita. Vi prego...Non fate spegnere quella luce che illumina il suo volto. Non potrei sopportare il buio che avvolgerebbe anche me- Posò il capo all'elsa della spada, chiedendo ancora, in silenzio, che la sua supplica venisse esaudita.

Era un giorno tranquillo e soleggiato al villaggio di Methone, il mercato cittadino ferveva di vita come al solito e nulla turbava l'esistenza dei suoi abitanti. Tranne che di uno.
Olimpia attendeva con impazienza il ritorno di Xena, le aveva promesso di aspettarla alla locanda e di non cacciarsi nei guai, e lo stava facendo.
Sperava che il tempo trascorresse più velocemente rispettando alla lettera le raccomandazioni della compagna.
"Datti una mossa Xena..." La bionda camminava nervosamente avanti e indietro, davanti alla piccola finestra della stanza, lanciando di quando in quando uno sguardo al sentiero che portava al villaggio.
Si torturava la punta delle dita tra loro e ogni tanto ne mordicchiava le unghie, l'impazienza era tanta.

Xena e Olimpia dopo la crocifissione si risvegliano nell'Aldilà dove una nuova battaglia le attende. Ma come sarebbe la storia scritta da Olimpia? (Riscrittura dell'episodio 5x01 "Xena e il ritorno dall'Aldilà")

Gabrielle trova un frammento di pergamena tra gli effetti personali di Xena e non resiste alla tentazione di leggerlo.

"Xena che ti succede? Non è da te. Che l'Ambrosia che ha preso le stia dando problemi? Forse lo shock della morte l'ha messa davanti ad una serie di preoccupazioni che io non posso neanche immaginare...Che...si sia pentita di quello che mi ha detto tramite Autolico?" Sentì una leggera stretta allo stomaco.

Il mio signorino era nato per essere un demone.
Aveva divorato la sua prima anima senza esitare, desideroso e determinato.
Di umano in lui non c' era più niente; un vero peccato, il mio giudizio alla fine si era rivelato fin troppo corretto.
-Sebastian, non ne vuoi un po'?- Mi chiese malignamente mentre terminava di leccarsi le dita. La fame sul mio volto doveva essere evidente.

I pensieri e le riflessioni di Grell dopo la morte dei suoi colleghi, in un noioso pomeriggio londinese.

Quella febbre di vita fu quanto di più bello
gli occhi miei immortali potessero vedere.
Ora il rossore è tornato sulle tue gote,
i capelli color del rame non sono più scomposti.
Un terribile dubbio si è insidiato nella mia mente, e se...?

Una notte buia e tempestosa, un diavolo di maggiordomo e la curiosità innocente di un'anima dannata. Nessuna ipocrisia, nessuna menzogna, solo la crudele verità.
Pazzia, solitudine e paura attendono coloro che rifiutano il Contratto.
Ispirata da "Spiriti dei morti" di Edgar Allan Poe.

Cosa c'è dopo la morte, per uno Shinigami? Me lo sono sempre chiesto.
Ma puntualmente arrivavo alla conclusione che la cosa non mi riguardava. Come Shinigami, appunto, ero immortale.
E' passato tanto tempo da allora.
Gli Shinigami dell'ufficio operativo usavano ancora dei nomi in codice, le donne potevano ancora diventare dei della morte e nulla rovinava un mondo perfetto.
Perfetto ma noioso.
Una storia sugli Shinigami scissionisti e la nascita dei "Rovi della Morte".
In questa fan fiction vengono trattati alcuni argomenti come la morte, la droga e il sesso con estrema leggerezza, si sconsiglia quindi la lettura a persone particolarmente sensibili.
ATTENZIONE CAMBIO GIORNO DI AGGIORNAMENTO, D'ORA IN POI SARà IL VENERDì SERA. SCUSATE

Il primo incontro tra Ciel e Sebastian scritto da Edgar Allan Poe, la rivisitazione di una delle sue poesie più famose, "Il Corvo".
Con il cuore in fiamme nuovamente udii bussare, questa volta un po' più forte.
Spalancai le Porte...ed ecco, con un debole batter d' ali entrava un Pettirosso,
senza il minimo saluto,
senza soffermarsi un attimo.
Con dei modi aristocratici si posò sulla mia Porta,
si posò e niente più.