Ho passato tutta la mia vita a maledirmi, credendo che fosse la giusta strada per operare in me un cambiamento.
Dovevo togliermi di dosso la ragazza che gli altri avevano creato e che non volevo essere.
Avevo tentato per anni, finendo sempre per ottenere lo stesso risultato fallimentare, ma non era colpa mia. A quel tempo non avevo idea di cosa fosse giusto davvero per me. Paradossalmente neanche lui lo sapeva, eppure ci è riuscito.
Ogni carezza, ogni bacio, ogni abbraccio, ogni tocco era per me la giusta cura. Nessuno di noi due ne era consapevole, così giovani e così maledettamente persi.
Ognuno di noi stava cercandosi disparatamente, nel luogo sbagliato.

In quasi tutte le belle storie, quelle di cui vale la pena raccontare, c’è sempre un muro.
Che sia da distruggere, da erigere, da mantenere intatto. Non importa. C’è sempre un muro.
Un muro e una guerra.
E questo mi fa pensare, che la mia storia non meriti di essere raccontata.

L’unica cosa simmetrica che io e lui avevamo? L’abilità di dimenticare qualunque cosa dieci minuti dopo averla memorizzata.
-
Alla fine di quel giochino facevamo sempre l’amore.
Cose pazzesche, da far paura nel più bello dei modi.
-
I primi mesi di una relazione sono tutti rose, cioccolatini a San Valentino.
Io e lui eravamo tutto tranne che fiori e cioccolatini a San Valentino.

Le piccolezze formano la persona, dettagli che son grandi cose, per chi le sa cogliere. Una persona è fatta da così tante piccolezze che non basterebbe una vita per renderle grandi.
Una poesia scritta da chi, poesie, non ne scrive.

Scappo via.
Corro, corro, corro senza esitare anche solo per un momento.
io la mia vita non la posso dedicare a qualcuno che di me non si è mai preso cura, che la gioia di vivere non me l'ha mai regalata.
e se la felicità di me proprio non ne vuole sapere bene, me la creerò da sola la mia felicità.
---
E' strano, lui è strano almeno quanto me e questo è tutto dire.
Non viene accettato, non viene compreso, nessuno vuole capire cosa c'è di tanto misterioso e oscuro in lui.
Io però lo voglio capire, eccome se lo voglio capire.
---
-Io salvo te. Tu salvi me. Ci stai?-

Si voltò verso il mare e ascoltando un tacito richiamo cominciò a scendere per la passerella, avvicinandosi sempre più alla riva, incantata dall’acqua che schiumava contro la sabbia compatta e ora di un marrone grigiastro.
Quello non era stato solo un bacio, era stata l’unione di due grandi realtà in contrasto, era la speranza che domava le fiamme del dolore, era la felicità che mandava a quel paese la tristezza.

"Non è giusto!" Pensava lei.
"Non è giusto che sia capitata tra le mani di un sadico solo per uno sbaglio commesso in termini di fiducia! Non è giusto che abbia nascosto una facciata di lui così spaventosa per poi togliere la maschera proprio con me. Perché proprio con me?!"

Sedici anni e tante illusioni, tanti sogni architettati nel cuore della notte e chiusi in un cassetto di cui non si trova più la chiave, fantasie elaborate, cestinate, ripescate, riadattate e poi di nuovo buttate, un ciclo infinito per ogni momento della nostra vita, perché ogni istante è una fantasia, in ogni secondo è racchiusa un’illusione.

E piango mentre lui mi sussurra ancora contro il collo, sull’orecchio e mi bacia tra i capelli profumati del suo shampoo preferito, e singhiozzo mentre tutti ci fissano, e quasi urlo quando si stacca definitivamente.

Prende e unisce, acciuffa e separa, fa soffrire e gioire, si è un bastardo, ma un buon bastardo.

Sono storie che dicono chiaro e tondo chi siamo, come ci siamo trovati e perchè, scoprono il nostro essere fino ad illuminarne ogni ombra.
siamo io e te insieme.
sono ricordi che ci guidano al presente, sono i racconti di noi due.

di risposte non ne riesco a trovare, quasi mi viene da domandarmi chi sono, ma fino a quel punto riesco ancora ad arrivarci.
Sophia Stevens, 21 anni, prostituta di Las Vegas, Nevada

Non possiamo continuare così e allora se nessuno vuole cambiare le cose mi impongo io e vi sbatto sotto agli occhi questa storia, la storia di una ragazza che si è rialzata dal sangue.
***
Una cosa le aveva praticamente capovolto la vita e il suo modo di vederla.
Una cosa, che poi cosa non era, si chiamava Justin.

-Mi hai spezzato il cuore, ma non temere. Ti dedico anche l’ultima parte integra che ne rimane.-
 

gli shadowhunters,o cacciatori di demoni..
non semplici persone,ne veri angeli..un misto fra i due, una combinazione perfetta.
per un semplice mondano (umano) vampiri,lupi mannari,fate,demoni,sono tutti personaggi inventati per far spaventare i bambini o per dare un'impronta interressante ad una qualche fiaba.
ma non sanno che nel loro mondo, se ne nasconde un altro.
un mondo nel mondo, ma non erano affatto la stessa cosa, anzi erano l'uno l'opposto dell'altro.
uno prevedibile e noiosamente normale, l'altro pieno di azione e eventi imprevedibii, ma non sempre piacevolmente.
è prorio in questo mondo fatto di pura e vera magia che vivono kyla e justin.
due ragazzi cresciuti tra spade e sangue,battaglie e sofferenze.
due ragazzi senza famiglia, accolti da altri shadowhunters: i lightwood.
ecco perchè si troveranno ad essere considerati fratelli ma tra loro c'è tutto tranne quello.
combattono,perchè c'è l'hanno nel sangue, combattono per amore,giustizia,per lealtà..
e si sa..in guerra ci si fa male,e non si è sempre sicuri di tornare a casa..
solo storie dicono... ma ciò che i mondani non sanno è che tutte le storie sono vere.