[Ispirato a "Suicide Squad"] La serata al Club si rivelerà molto più movimentata del previsto per Harley e il suo Mr. J
***
Harley era diventata tutto quello che il Joker aveva sempre desiderato possedere.
Era il suo giocattolo preferito.
Pazza, psicotica, insaziabile e meravigliosa. E la parte migliore era che ora era completamente sua.
Ma gli occhi del Joker non erano gli unici puntati addosso a lei: tutti erano ipnotizzati dai suoi movimenti.
Tutti gli uomini la fissavano, nessuno escluso.
Anche molte donne l’osservavano attentamente, i loro sguardi poco innocenti si posavano su di lei per qualche istante prima di spostarsi sul resto del club.
Ma non tutti, sfortunatamente, capivano quand’era l’ora di darci un taglio.

[Ispirato a "Suicide Squad"] Il Joker ha salvato Harley Quinn da Belle Rave e ora sono ritornati a casa.
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Come poteva scordarsi di quando Frost gli aveva comunicato la notizia della cattura di Harley.
Stentava quasi a crederci.
Harley Quinn era stata catturata da Batman.
Un sentimento di totale liberazione l’aveva travolto in pieno, era quasi felice di essersela tolta dai piedi.
Niente più confusione, fastidio e irritazione, finalmente.
[...]
Ma il sentimento di libertà durò poco.
I giorni erano diventati mesi, e la libertà che prima gli aveva portato tanto entusiasmo, pazza euforia ed energia si era in seguito trasformata in una cupa malinconia, in umor nero. E niente sembrava divertirlo più.
Ma anche quel fastidioso sentimento se n’era andato, lasciando spazio questa volta alla rabbia, ad una furia cieca.
Harley Quinn era sua, apparteneva a lui. E la rivoleva indietro. Ora, adesso.

[Sequel di "Method to the Madness"]
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Harleen Quinzel aveva cessato di esistere, ma aveva dato vita ad una follia molto più grande di quello che il Joker potesse aspettarsi, o desiderare, da quella che prima era solo l’ingenua dottoressa Quinzel.
E quella malsana follia, quella incontrollabile pazzia, era Harley Quinn.
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Harley sapeva benissimo che l’immagine riflessa era la sua, ma la donna nello specchio era totalmente diversa da come si ricordava di essere.
Niente occhiali scuri, niente capelli raccolti, niente camice.
Niente Harleen Quinzel. Lei ormai era morta, svanita. Puff. Ora rimaneva solo un blando ricordo nella sua mente.
Era svanita con la terapia dell’elettroshock…oppure no.
Molto probabilmente, la dottoressa Harleen Quinzel aveva cessato d’esistere nel preciso istante in cui incontrò il Joker.
Ma questa era acqua passata.

[Ispirato a "Suicide Squad"] La storia di come l'ingenua dottoressa Harleen Quinzel diventò la famigerata Harley Quinn.
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Harleen guardò la pistola per un secondo e poi alzò lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri del Joker.
«Sparami, fallo.» disse, nel suo tono non c’era paura solo disperazione «Non voglio vivere senza di te.»
Il clown alzò gli occhi al cielo, infastidito da tutta questa sua devozione per lui. “Stupida ragazzina!” pensò “Mi stai mettendo i bastoni tra le ruote!”. Avrebbe potuto spararle un colpo, dritto alla testa, e se la sarebbe levata di torno per sempre. Ma lei non aveva paura di morire, no. E che gusto c’era nell’uccidere se la tua vittima non ha paura? Dove sta il divertimento?
«Attenta a quello che dici.» l’avvertì
«Sono disposta a morire per te, perché non lo capisci!» urlò Harleen esasperata «Farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco»
Quelle parole risuonarono nella mente del Joker. “Farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco”. Era veramente disposta a tutto per lui? L’avrebbe scoperto, allora. E forse sarebbe anche riuscito a togliersela dai piedi nel frattempo. “La tua assoluta devozione sarà la tua rovina, Harleen Quinzel.”