Membro dal: 13/12/08 Nuovo recensore (27 recensioni)
Mi chiamo Antonio, ma da tutti sono conosciuto come Totò. Foggia, la città materna e crudele, è da 17 anni (quasi 18) l'aspro e terrigno scenario della mia vita. Frequento il quinto anno di Liceo Scientifico. Amo la musica, che a mio avviso è al di sopra di ogni forma d'arte umana, anche al di sopra della poesia che comunque amo, oltre a scriverla da più di cinque anni anche se con scarsi risultati.
Devo quello che sono al sommo poeta Fabrizio De Andrè: era domenica mattina quando una canzone di quello che considero uno dei suoi album migliori "Non al denaro, non all'amore nè al cielo" mi colpì nel segno e cambiò per sempre quello che ero e che sarei stato. Dopo Faber, gli artisti che più amo sono: 99 Posse, Nerorgasmo, Sanguemisto, De Gregori, Bob Marley, Offlaga Disco Pax, CCCP - Fedeli alla linea e altri ...
Politicamente mi sono schierato quando avevo circa 13 anni: ho scelto la sinistra per amore del popolo, dellà libertà e dell'uguaglianza; successivamente le mie posizioni si sono bruscamente radicalizzate verso idee di stampo socialista filo-sovietico, arrivando addirittura a condividere appieno lo stalinismo. Giorno per giorno l'odio verso le ingiustizie causate dal capitalismo, e l'amore incondizionato per il proletariato (pur non facendone parte) mi accendevano di rabbia e di voglia di lottare, tant'è che a 15 anni ho tentato la via dell'extraparlamentarismo con scarsi risultati e con profonde delusioni, in quanto ho visto, in quello che sembrava essere l'ambiente ideale per me, tante contraddizioni. Col tempo le mie idee si sono via via moderate, anche se tuttora mi considero un "comunista non praticante", inquanto essere comunista oggi e in Italia è praticamente impossibile. Conserva inoltre per me un grande fascino l'anarchismo, che spesso assieme al socialismo è stato tematica di fondo dei miei manoscritti.
Non ho autori preferiti. Le cose se sono belle sono belle. Fra i vari poeti mi piacciono Fernando Pessoa e Dante, che reputo il più grande di tutti (pur non intendedomene affatto), ma basta anche l'occhiata di un inesperto alla Divina Commedia per capire che non si può competere.
Fra i miei hobby, oltre a quello di scrivere, posso citare la chitarra e l'hip hop (quello serio): ho fatto anche alcune canzoni che non sono malaccio.
Beh, dopo questo romanzo vi saluto. Spero vi piacciano le schifezze che scrivo. Ciao guagliù !!!
22/02/09
Avverto tutti i miei eventuali lettori che Erika, la webmistress di questo sito, ha deciso di eliminare due mie poesie: "Epifanie anali" e "Eiaculare il ventre di Dio". Motivo: la prima poteva turbare la morale etica/religiosa in maniera oggettiva e la seconda era eccessivamente volgare. Ora, pur non essendo d'accordo con questa scelta, la accetto e mi auguro che non si ripetano più eventi del genere (anche se il rischio è grosso), ma non posso permettermi di mettere un freno alla mia verve. In ogni caso accetterò qualunque censura (nonostante io non condivida la censura XD), ma è vero che iscrivendomi ho accettato le regole e quindi ...
Ora voi chiamatela come vi pare: poesia; insieme di versi; pensiero; riflessione ... questo componimento, o meglio, l'istante di cui questo componimento parla è stato forse l'attimo in cui più mi sono avvicinato al venire a capo dell'eterno dilemma che mi perseguita: innatismo o acquisizione? Ispirazione o studio? Divinitas o labor limae?
Si può dire che come quello dei rimorsi (da me già postato), questo è un dittico che consta di due componimenti che sono uno la conseguenza stretta dell'altro. L'"operetta" in sè è una riflessione sulla fine del socialismo sovietico per giungere a particolari deduzioni con esiti hegeliani. E' una cosa che ho scritto qualche mese fa, ma non mi piaceva molto. Ora che l'ho riletta, mi accorgo che molto più senso di quanto pensassi e ho deciso di condividerla con voi. Grazie dell'attenzione.
E' una poesia complicata. Era da tempo che ce l'avevo in mente, ma non ho mai avuto l'occasione di concentrarmi e buttarla giù nero su bianco. Ora che l'ho fatto, mi rendo conto che questo è il punto più alto che sono riuscito a raggiungere con i miei versi sia a livello stilistico che a livello contenutistico. Detto questo, spero che questo componimento non verrà frainteso come è già successo in passato con altri lavori e che riesca nel suo intento: guardare a una determinata condizione con uno sguardo non filtrato dai pregiudizi e dalle convenzioni che purtroppo fanno parte di noi. A scanso di inconvenienti invito i minorenni e chiunque si ritenga facilmente offendibile di non leggere questa poesia. Grazie.
Il senno è un'allucinazione collettiva. Il senno è qualcosa di prettamente urbano ... tipico della gente che, allontanatasi dal primordiale rapporto con la natura, si è lasciata schiavizzare dalla modernità. Provate voi a cantarlo ...