Cosa avrei dovuto dire? Cosa si aspettavano avrei detto? Sam fissava Dean.La fronte leggermente corrugata in un’espressione di attesa e le braccia incrociate. Dean ricambiò con uno sguardo severo, le vene del collo erano visibilmente tese.
"Ti farai ammazzare!e allora la fiducia servirà a gran poco!". Si fermò vicino la porta e si passò una mano sulla bocca, stropicciandola
"Starò attenta, te lo giuro.Non voglio mica morire!"
"Allora sarebbe meglio evitare il suicidio, che dici?" Esclamò incrociando le braccia.
Non potevano davvero lasciarmi qui. Non di nuovo. Non ancora.
Mi avvicinai velocemente a Dean implorante “Ti prego Dean. Lo sai che non aspetto altro che questo momento”
Dean si ritrasse appena evitando il mio sguardo. Alzò la testa verso il soffitto chiudendo gli occhi come per concentrarsi. Respirava pesantemente.
“Ti prego...” la frustrazione faceva male in gola. Tendeva le mie corde vocali e ogni tanto le suonava facendole tremare.
Dovevano fidarsi di me. Dovevano lasciarmi provare.
Dean sembrò sul punto di cedere, ma dopo qualche interminabile secondo, si portò le mani ai fianchi,incolló i suoi occhi sui miei e con tono secco disse:"NO"

"Mi son sempre domandato se lo sapevi.
Se sapevi che c'era a fine giornata qualcuno che ti idolatrava.Perchè idolatria era il termine giusto, la tua pelle dorata ti faceva risplendere come le grandi statue votive degli antichi dei pagani,come pagano era il tuo cuore....
Lo eri,eri la più bella.
E io ti immaginavo mia"