Brevissima storia di un viaggiatore senza nome che scende dal proprio treno e si rende conto di due cose: di essere nel posto sbagliato; che non avrebbe alcun senso essere altrove.

Ninfe seminude urlano, e le loro grida di terrore fanno salire naturale, spontaneo il riso alle mie labbra. Una risata fredda, che non mi appartiene, mentre la mia mente cerca di ribellarsi all’orrore che le mie mani hanno perpetrato.
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Prima di una serie di flashfic e one shot che avevo in mente da un po' di tempo, tutte riguardanti il pantheon (fittizio) del mondo in cui ambienterò alcuni miei lavori futuri.

Roba venuta a superscazzo cinque minuti fa. È la prima volta che faccio muovere dei Noah, ma è proprio per questo che ho voluto tentare.
"Un lungo, liberatorio sputo verso il mondo, questo è davvero il fumo. "

Scazzo delle tre di notte, vi prego di perdonarmi.
Chissà, magari le nostre ali di cera si scioglieranno, come quelle di Icaro.

Storia di un amore infelice, distrutto dal mare.
Immobile sul molo dove avrei dovuto stringere fra le braccia il mio amato, fissavo la nave mentre s’inabissava, a metà tra l’orizzonte e l’isola della Tortuga.

Un sonoro brusio percorse l'auditorium, mentre il ragazzo si inchinava, algido, dopo aver recitato i versi da lui composti. Da dietro gli occhiali da vista dalla montatura costosa, un paio di occhi azzurri, gelidi, fissavano disinteressati il pubblico. Aveva diciassette anni, un sacco di soldi ed un nome che non vale la pena nemmeno di pronunciare. Noi lo chiameremo Ice.

One shot su Allen e Road scritta di getto stamattina durante l'ora di poesia. Ok, forse si vede forse un po troppo che stavo facendo poesia, e Allen sembra Emo :°D
Si svolge dopo la battaglia (immaginaria) tra Noah ed Esorcisti: Road è morta, ma i Noah hanno vinto, ed il mondo è nel caos più totale: in tutto questo, in una specie di "pausa" dal caos che c'è fuori, Allen ricorda, col senno di poi.