Sono il prodotto delle frasi ad effetto che scrivo ovunque, della musica che ascolto e dei film che guardo. Sono anche il prodotto dei miei fallimenti e dei miei successi, delle volte in cui mi sono schiantata contro muri invalicabili e di quelle volte che, avvistato il muro, ho scelto un'altra strada con filosofia. Sono il prodotto di tutta la curiosità che provo verso le strade che non ho percorso, le persone che ho scelto di non conoscere e la vita che non ho voluto vivere. Sono il prodotto dell'amore dei miei genitori, quello tra loro, si, ma anche quello per me.. Sono il prodotto delle sgridate di mia madre e delle volte che mi ha guardata piena di orgoglio. Sono il prodotto delle volte che mio padre mi ha portata al cinema la domenica e di quelle volte che non l'ha fatto perché doveva lavorare. Sono il prodotto di ogni momento, ogni scelta, ogni passo percorso, perché ho collezionato tutto, non ho buttato nulla, pensando che un giorno forse sarebbero stati ricordi utili. E poi nulla, sono una femminista convinta e una troppo amante della carne per diventare vegetariana. Ho due grandi amori, il cinema e la letteratura, e aggiungerei anche il cibo, ma ormai il mio stomaco (che si chiama Eva) è un organismo a parte, e il cibo è decisamenteil suo, di grande amore. Ho chiamato il mio ciclo Mosé in onore alla banalità e ho vinto il soprannome Fadila a causa di un indimenticabile errore del parrucchiere e di una vecchia prozia con tale nome alla quale il mio nuovo taglio mi ha fatto assomigliare. I capelli sono cresciuti, il soprannome è rimasto: non si puó avere tutto dalla vita. Sono un'emigrata che prima o poi tornerà in patria perché la pizza come la fanno nel ristorante sotto casa non la fanno da nessun'altra parte. E basta, credo sia tutto. Un bacio, Fady.