Tratto dal primo capitolo:
Non sento più nulla.
Non sento più le lacrime solcare il mio viso...
Non sento più il calore che emanava quella sostanza...
Non sento più l'odore di tabacco circondare l'aria...
Non sento più il freddo del pavimento che mi sosteneva...
Non sento più il tintinnare continuo di quelle opprimenti catene...
Non sento più il dolore, provocato dall'uomo, percuotermi...
Non sento più l'uomo muoversi...
P.S.: La storia si trova anche su Wattpad con lo stesso titolo.

Improvvisamente la stretta sul suo collo si allentò di colpo per poi svanire del tutto facendola cadere al suolo. Confusa e scossa alzò il viso vedendo lo Specter che prima l'aveva aggredita contorcersi dal dolore. Con stupore notò sul suo braccio sei piccole spaccature sparse, apparentemente sembravano quelle a causargli dolore.
Ma com'era possibile che una cosa così piccola ed apparentemente insignificante potesse abbattere un tipo spaventoso come quello?
Erano solo sei buchetti del resto.
Gli altri due Specter fecero un passo indietro, sui loro volti si dipinse un espressione di puro terrore. La ragazza si girò anche lei, vedendo il ragazzo di poco prima al suo fianco sorridere beffardo, la mano destra con l'unghia rossa rivolta verso lo Specter stramazzante al suolo, la sinistra con una mela scarlatta che non tardò a tirarle nel modo meno brusco che poteva. Ancora scombussolata da ciò che era poco prima accaduto la prese al volo mentre con occhi confusi osservava quello strano tipo rannicchiarsi di fronte a lei.
Perchè era li? Cosa voleva?
>
"Eh?"
Che significava ora quella frase?

[katsudeku]
"Tutti sapevano dell’odio che Bakugou provava verso Deku, non era una cosa che il ragazzo avesse provato a nascondere dal primo giorno di scuola del primo anno.
Ma allora perché la più grande paura di Bakugou era vedere Deku morto?"

[Katsuki/Izuku] [Future!Fic]
A Katsuki piace annunciare la propria presenza in modo rumoroso, quindi è normale amministrazione che, quando entra in casa la sera dopo una stancante giornata a fare l’eroe, faccia sbattere in modo poco delicato la porta d’ingresso, ignorando le lamentele del proprio convivente e “Kacchan, ma così si rovina il muro!”
Quella sera, però, così perso nei propri pensieri e con un segreto incredibilmente grande nascosto nella tasca interna della giacca, Katsuki si ritrova ad accostare la porta e a serrarla con delicatezza. Si rende conto dell’errore che ha appena fatto nell’istante esatto in cui un rumore leggero arriva alle sue orecchie. Merda.

E se al termine del Gran Prix Yuuri non avesse chiesto a Victor di rimanere il suo coach? Se l'avesse solo pensato, ma alla fine l'avesse lasciato andare? Se le loro strade si fossero separate in quel momento?...

[AU][Riren][XIX Secolo, Londra]
«Credete nel soprannaturale, signor Jaeger?»
A quella domanda Eren avrebbe davvero voluto far uscire a calci nel didietro il cliente, ma la sua educazione non glielo permise.
Soprannaturale? Sul serio?
Eren non aveva mai avuto tempo per dedicarsi ad angeli, demoni, fate e quant'altro.
La nobiltà deve avere un bel po' di tempo libero, evidentemente.
«Forse.» rispose, decidendo di rimanere sul vago.
Un sorriso si fece strada sulle labbra dell'uomo, che si riavvicinò al bancone, abbastanza da far sentire il suo respiro pesante al ragazzo.
«Avreste tempo, stanotte, per un'incursione? Ho bisogno di un uomo come voi che non si faccia problemi a premere un grilletto. E che lo sappia premere bene, soprattutto.»
Tutto, nella testa di Eren Jaeger stava dicendo di rifiutare quell'invito.
Eppure, Eren annuì, accettando così la proposta dell'uomo.

[Peter Pan]
questa storia è nata quando ho visto una foto su facebook che spiegava che sull'isola che non c'è i bambini non crescono mai perché non sono più in vita e peter è una sorta di angelo che li porta in paradiso, il che mi ispirava molto, ma patita per le storie strappalacrime ed horror l'ho modificata abbastanza.
Spero che vi piaccia :) e ricordatevi di lasciare una recensione.
Dal testo "Non aprire la finestra e stai attento,
Peter Pan quando ti afferrando
è contento."

Erwin x Levi; Levi x Eren
Sequel di "A change with no regrets": la relazione tra Erwin e Levi è messa in discussione dall'arrivo di Eren nella Legione.
Quando lo sguardo freddo di Levi si era posato sulle facce spaventate dei tre cadetti che aveva salvato, qualcosa di stranamente familiare lo aveva colpito. Uno dei tre, il ragazzo dai capelli castani, era stato tirato fuori dalla nuca di un gigante ed aveva delle evidenti macchie rosse sul viso, che circondavano i suoi grandi occhi verdi semichiusi dalla fatica. Levi rimase a fissare quegli occhi, che si illuminarono alla vista dello stemma che portava sul suo mantello. Fu in quel momento che ricordò: erano gli stessi occhi di quel bambino che prima di ogni spedizione li guardava con ammirazione, salutandoli vigorosamente prima dell’uscita dalle mura; di quel bambino che ora voleva a tutti i costi conoscere.

Obbligato da Jean ad avere un accompagnatore per il suo matrimonio, Eren implora Levi, suo superiore, di fingere di essere il suo fidanzato per una sola giornata. Quello che ne consegue, però, supera di grand lunga la sua immaginazione. Chi lo avrebbe detto che si sarebbe riscoperto totalmente cieco ed idiota rispetto ai suoi sentimenti?
[Levi x Eren - Modern!AU - Presenza di tanti, forse troppi, cliché.]
“Storia partecipante al contest It’s too cliché, indetto da rhys89 sul forum di EFP”.

Levi/Eren | The Little Titan Café EXTRA
Levi chiede ad Eren di tornare a casa con lui. Cosa succede la loro prima notte insieme.
“Non sto dicendo che sei vecchio. E lento.”
“I vecchi hanno difficoltà a spogliarsi.”
“Allora forse dovrei aiutarti, non vorrei che ti slogassi un’anca o altro.”

Levi/Eren | Coffee Shop AU
Eren Jaeger lavora come barista nel caffé di sua madre, ed è uno specialista di Latte Art. E poi c'è Levi, che non è esattamente il cliente tipico perchè è brusco e rozzo (il che in realtà, secondo Eren, non è poi così diverso dal cliente tipico), ma che soprattutto non fa altro che confondere il tenero cuoricino di Eren.