Perché, linea dopo linea, su quel semplice foglio ruvido fiorisce l’immagine che ti ossessiona. Fiorisce quel ricordo impossibile da lavare, il quale ormai con avidità e prepotenza, si è fatto padrone di ogni singolo angolo della tua mente.

Ed una volta che il veleno è entrato in circolo non lo si può fermare.
Ma per quanto mi distruggi, mi ridai vita.
Jalousie: gelosia in francese.
*il rating potrebbe essere modificato

[Tarja/Tuomas] Oramai fra loro due si erano create erbe spinose e sparsi tanti piccoli pezzi di vetro, i quali erano pronti a ferirti non appena tentavi di oltrepassare quella insopportabile distanza. Inebetito da tali pensieri accese la sua sigaretta serale. “Già… la notte porta consiglio…”

Premetto che scrivere una fiction su Lady GaGa è innanzitutto per me stessa una sorpresa, dato il genere musicale che prediligo. Eppure questa nuova scoperta pop-dance, con le sue stravaganti coreografie, la voce potente e ben impostata, i suoi stupendi live al pianoforte, è riuscita a colpirmi. Il che non è poco. E’ una raccolta di quattro flashfic nella quali mi cimenterò in riflessioni e pensieri della stessa cantante sotto il mio punto di vista, accompagnati come sempre da una colonna sonora che si rispetti. Se siete mossi da curiosità/interesse, o magari volete dare una possibilità a questa valida cantautrice, siete i benvenuti. In caso contrario, se non osate neanche avvicinarvi a causa di futili pregiudizi musicali… Direi che è ora di metterli da parte. Il mondo è già carico di per sé di odiose limitatezze mentali , ed io trovo totalmente idiota contaminare anche il bellissimo campo della musica, il quale è l’unico dove ognuno di noi vi trova la proprio libertà. Perché la musica è anche questo.

La luce è come congelata, fredda come le coperte che avvolgono con avidità il tuo corpo. La tua bocca rossa è frenetica, i suoni sconnessi e a me fin troppo stranieri. Non voglio capire, sono solo avido della tua luce.

“Malfoy, quando imparerai che si necessita di riprendere fiato?” fece quella a stento, dopo aver interrotto quel contatto, seppur di malavoglia. “Granger, e tu quando la smetterai con le tue domande?” Infilò la mano in quei fili castani, e portò il viso della ragazza a pochi centimetri dal suo. Lei accarezzò quei capelli biondi simili all’oro, che incorniciavano il volto pallido del ragazzo. Il silenzio avvolgeva i loro corpi.

Perché loro? Difficile da spiegare. Forse perché quei graffi li hai sempre trovati tuoi. Sono un po’ come te.

La neve accarezza il tuo viso color perla. Oh, come ti mancava il freddo. Il gelido clima accarezzare le tue membra. La verità è che ognuno di noi, alla fine, tornerà sempre a casa.

Ti volti. E noto il tuo sforzo. Il tuo viso si contorce in espressione a me ignota. Triste?

Cerco di focalizzare l’immagine che si trova a pochi passi da me. Non può essere. Sgrano gli occhi. Si, devo essere svenuta. E aver battuto la testa forte. Molto forte. “Alice!”ripete quello, mostrando i suoi grandi e spaziati denti bianchi. “Non sto molto bene” è tutto quello che riesco a dire, mentre mi lascio cadere a terra.