“È tutto finito?”
Si china, accoglie tra le dita un petalo, lo stringe tra di esse, si rialza.
Ammira un confine indefinito di cielo.
Proseguendo incerta per il piazzale, immerso in quell’alito sublime del sole tardo-pomeridiano,
Eli incespica infine pochi passi, conducendo, con mesta dedizione, la sua consapevolezza al di là di quella confusa impressione che ineluttabilmente macula il suo pensiero ingenuo.

-E non dimenticate : Nico-Nico-Nii!-
Al solo risentire per l’ennesima volta quel tragico richiamo, quelle fuggirono come bufali in preda all’ imbizzarrimento. In lontananza, per le scale che le avevano dapprima condotte al tetto-calvario, si udivano i loro echi, molti dei quali scanditi dai ripetitivi “non ce la faccio più”, “è insopportabile”, “no, ce la faremo di sicuro!”, “magari dobbiamo solo abituarci”, “Umi torna tu al comando! ”. Ogni voce graduò la sua intensità sonora in un anticlimax, che cessò del tutto dopo pochi secondi.
Lievissimo accenno Maki x Nico.

Tra le nuvole riesce a aprirsi uno sciocco spiraglio di sole. Si evidenziano i bagliori più vivaci sulla scomposta chioma nera di un soldato.
Ha il capo innalzato verso la crepa celeste, come per respirare fino in fondo quel poco di calore simile ad un cinico abbraccio. Stringe le braccia sul seno, intrappolando le speranze nella stretta dimora della sua indole gelida al mondo esterno. Il barlume cade sulle iridi scure.
“Dov’è finito il tuo valore, feccia d’umano?”

“Mio..” si distacca da lei, stringendo la stoffa nel tentativo di recuperare l’equilibrio sul modesto divano del club, seduta lievemente sulle setose gambe dell’amica.