Guardando in basso, oltre la punta del mio piccolo naso, scorgo una coltre di pensieri tempestosi imperversare, quasi come una coltre di fumi al di sotto dei miei piedi nudi, i ricci castani a lambirmi gli occhi, le ciglia a incastrarsi fra di loro in movimenti scattanti e intervallati da pochi secondi composti da urla strazianti e grida forsennate di chi, al di sotto del Limbo, si lascia trascinare dalla follia della disperazione come sospesa nell'aria lugubre a scottante degli Inferi.
[ Angst | Raccolta di Flashfics | Possibile!Spoiler ]

Era la prima volta che parlavamo da una stanza all’altra, attraverso la parete, probabilmente perché il suo letto era dall’altra parte della stanza. Mi domandai se Annie avesse modificato la posizione nei mobili, nel tempo che era vissuta lì. Era casa mia, quella, eppure da quando era approdata lei e quel dirigibile tra quelle mura, non avevo più fatto ritorno in quella stanza che, di fatto, mi apparteneva. Diciassette giorni erano diventati venti, poi ventiquattro, ed ora, in qualche modo, eravamo arrivate ad un mese. Se c’era qualche segnale che le cose potessero tornare alla normalità, che Annie potesse far ritorno al Quattro e che la sua mente potesse trovare la tranquillità persa, non me ne era accorta affatto.
[ Post!Mockingjay - Johanna/Annie!friendship - 969 parole ]

[Post!Mockingjay/Pre!Epilogo ~ Everlark!centric ~ mini-long]
Katniss mi sfiora appena le nocche, in un modo appena accennato, nella classica provocazione di chi avrebbe voluto particolari attenzioni ma senza intraprendere alcuna iniziativa.
Quel breve contatto mi riscuote dalla mia confusione, e mi chiedo come può una come lei, la cui sagoma è stata resettata e modellata nella mia mente, avere un tale effetto idilliaco?
Dal punto in cui il suo dito indice dona nuovi contorni alla mia pelle rovinata si propagano centinaia di scariche elettriche, invisibili, che tracciano un sentiero di fuoco fino a raggiungere un punto indefinito fra stomaco e polmoni.
[...]
Guardandole per un attimo i suoi occhi argento vivo – così letali durante le mie allucinazioni, che ora risultano semplicemente colti da una stanchezza disumana – le accarezzo lo zigomo pieno, prima di abbandonare il contatto con la sua epidermide ferita.

Avevo realizzato ciò che realmente stava accadendo solo quando mi erano stati concessi quei pochi minuti per salutarla, per dirle addio; una consapevolezza che si era abbattuta su di me come una secchiata d'acqua gelida su un dormiente.
Avrei voluto chiederle di vincere, una richiesta banale che però non si era manifestata, mentre le mie braccia andavano ad avvolgere quel corpo troppo esile per affrontare una simile sfida, in un abbraccio che era durato fin troppo a lungo, finendo per farmi ritrovarmi addosso il suo dolce profumo di lillà, nel momento in cui i Pacificatori l'ebbero allontanata con la forza.
[ Pre!Saga ~ Mrs.Everdeen!centric ~ Mrs.Everdeen/Maysilee!friendship ~ 1681 words ]

Con mani febbricitanti si accingeva a tracciare nuovi contorni a quel costume dalle centinaia sfumature nerastre circondate da fiamme potenti, aranciate e rossastre, che donavano all’abito una luce bellissima e terrificante al contempo, dena della più spaventosa Ghiandaia Imitratrice.
Il tempo stringeva e nessuna pausa era concessa, non se voleva esser sicuro di portare a termine il proprio lavoro.
[During!Catching Fire - Cinna/Katniss!friendship]

« Io sono Octavia, e tu? Tu, come ti chiami? »
La sua voce mi parve ovattata, come se con gli anni, come le fotografie, anch'essa si fosse sbiadita.
Eppure, niente della mia infanzia risultava limpido come quel ricordo.
L'avevo tenuta sempre in mente, e nel cuore, quella mattina in cui avevo scorto, tra le tante testoline colorate e variopinte del parco, quella di una bambina magrolina, dal volto spigoloso, quasi fosse stato scolpito nella roccia, avvolta in un vestitino rosso scambiato che mi aveva fatto storcere il naso da lontano.
[ During!Mockingkay ~ Octavia/Flavius!friendship ]

[Pre!Saga ~ Odesta!centric ~ One-shot]
I lievi riccioli un po' ribelli di lui, aggrovigliati sul capo all'insegna del primo mattino, ricordavano il groviglio di intersecate emozioni che quegli attimi suscitavano nella giovane Vincitrice dai pensieri un po' confusi.
I suoi lineamenti, dolci e affascinanti, gli conferivano lo stesso effetto delle lame affilate, letali, ma con un'elsa in diamanti purissimi che avrebbe reso piacevole persino la morte.