I residenti del palazzo pensavano che l'appartamento numero 43, al terzo piano, fosse infestato. C'era chi ci scherzava, dicendo che i vecchi inquilini erano scappati a gambe levate perché erano troppo codardi per restarvi, altri invece non volevano nemmeno parlarne per scaramanzia. Qualcosa di grave era accaduto in quel piccolo appartamento, qualcosa che aveva fatto parlare la gente per molto tempo. Troppi anni erano passati da allora perché qualche coinquilino ancora ricordasse cosa fosse accaduto. Qualcosa cosa fosse accaduta lì ormai la verità la conoscevano solo i morti.
Ma d'altronde l'appartamento non rimaneva mai vuoto, c'era sempre qualcuno che alla fine decideva di trasferirvisi e di passare lì la sua vita. Poco importava che fosse vivi o meno.

"Stava cadendo.
Aveva mollato la presa dai rami dell’edera che avevano ricoperto l’alto muro del labirinto e ora stava candendo.
Il tempo sembrò scorrere più lentamente di quanto avesse previsto. Sentì il vuoto alle sue spalle e sotto di lui e per un attimo interminabile ebbe paura, vera paura. Il suo stomaco si contrasse in modo doloroso, uno spasmo di puro terrore lo attraversò.
Avrebbe preferito una caduta silenziosa, una morte più pulita, ma il suo corpo sembrava non volersi curare dei suoi desideri, come d'altronde nessun altro. Le sue braccia e le sue gambe si mossero da sole, annaspando nell'aria in cerca di appigli inesistenti. Le labbra di Newt erano dischiuse, traspariva sul suo volto la confusione e un guizzo di paura, per lui irrazionale e insensata. Aveva nella gola un grido strozzato, bloccato solo dalla sua disperazione. "

"La notte del suo ritorno a casa della nonna Morgan non riuscì a dormire.
Continuò a fissare il soffitto, ripensando alle ultime cose che ricordava. L’acqua fredda e nera, il fuoco nei polmoni, e la mano che lo aveva afferrato bruscamente, stringendogli il braccio così forte da lasciargli il segno sulla pelle.
Solo quando il sole spuntò all'orizzonte Morgan cedette al sonno e alla stanchezza, avrebbe pensato poi.
La mano del suo sconosciuto salvatore venne a trovarlo anche nei sogni, come a volergli mandare un messaggio:
“Trovami.” "