Rossana ed Heric vivevano uniti in matrimonio dopo anni spesi a lottare per la loro felicità.
Dopo aver annunciato a suo marito l’attesa di un figlio, qualcosa nelle loro vite cambierà per sempre.
Nuove rivelazioni sulla vita passata e segreta della donna scuoteranno una famiglia spezzata dai timori, dalle paure e dalle bugie.
Rimasta sola a combattere, Rossana dovrà fare di tutto per riconquistare il suo onore di donna e di madre.
P.S.: La storia si svolge nel Parco Lazienki, dove i nostri protagonisti abitano in un sontuoso palazzo posto in mezzo allo splendido lago.
Buona lettura.

[...]«Sai, me lo ricordo benissimo il giorno in cui mi disse che suo padre aveva deciso di trasferire la famiglia a Los Angeles… in realtà ci rimasi parecchio male. Gli ho sempre voluto bene, Akito è un buon amico, nonostante tutto.»
«Immagino. Francamente, non credo di ricordare tutto quello che è successo in quell’anno alle elementari.»
Spostai lo sguardo verso il corridoio, dove c’era una luce fioca che a stento arrivava fino al salotto. Poi ritornai a Tsuyoshi.
«E anche ora io…. non so niente Tsu. Mi chiedo chi lo abbia ridotto in quel modo e perché lui sia così solitario, sembra che non gli importi di nulla. Se c’è qualcosa che posso fare, per favore dimmelo.» dissi quelle parole tutte d’un fiato. In verità, mi resi conto solo in quel momento, mentre gli occhi di Tsuyoshi mi guardavano trepidanti di ascoltare un ipotetico continuo, che lo sguardo freddo di Hayama mi era rimasto dentro più di qualunque altra cosa di lui. [...]
Cosa sarebbe successo se Sana e Akito si fossero solo incrociati da bambini?

Sana e Akito hanno litigato per l'ennesima volta, l'ultima, definitiva volta. Eppure una sera, un incontro riaccende una speranza. Possono davvero stare bene insieme?

Gattonò sul letto, mettendosi sotto le coperte, al suo fianco. Si voltò verso di lui e gli sorrise. Si sporse e gli baciò l’angolo della bocca.
«È stata proprio una bellissima giornata». Disse, battendo le mani.
«Normale». Rispose il marito, spegnendo il Kindle ed appoggiandolo sul comodino.
{Missing moment di Thinking out Loud, post diciannovesimo capitolo}

“L’ho uccisa” aveva spalancato la bocca così tanto che avevo pensato sarebbe finita sull’asfalto.
“Cosa?!” tornai a guardare i suoi occhi, pensando che forse quell’argomento meritasse un po’ di serietà ma non ne fui capace.
Mi voltai verso di lui e gli spiegai che mia madre era morta dandomi alla luce.
“Sono uscito dalla sua pancia, proprio come in Alien” rimase a guardarmi immobile per alcuni minuti, prima di abbassare lo sguardo ed iniziare a singhiozzare come il bambino di sette anni che era.

Akito si portò le mani sugli occhi e poi un braccio a coprirli. Sentiva il cuore battere frenetico nel suo petto, come un tamburo impazzito. Era l'eco di un altro cuore che non batteva più e reminiscenza di quelle compressioni superflue.
{Missing moment di Thinking out Loud, post quattordicesimo capitolo}

[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna]
Natsumi aveva un cassetto, dentro di sé. Da quando si era trasferita stabilmente in America, o forse anche da prima ma non ci aveva mai fatto troppo caso.
Conteneva il suo passato, quello che temeva di portarsi dietro per sempre ma che non poteva comunque dimenticare.

Era la bambola di un bambino, aveva le guance paffute e stava a cavalcioni sopra una carpa dorata.
Oji gliela mise davanti agli occhi. «È il tuo amico».
Sari inclinò la testa, dubbiosa. Il mio amico? Non conosceva nessuno con quell’aspetto.
{Missing moment di Thinking out Loud, post settimo capitolo}

In ginocchio sul trolley, le braccia intorno al suo collo.
Akito la stringeva così forte da permetterle di memorizzare l'esatta dimensione del suo corpo tutto intorno a lei, centimetro per centimetro.
{Post Vol.10 Manga}

[Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna]
Il vino era sempre stato l'elemento imprescindibile di ogni cena in compagnia. Lo pensava Fuyuki, seduto a tavola, facendo roteare l'ultimo goccio nel suo bicchiere, anche se a casa Kurata gli era capitato di vederlo senza che ci fosse alcuna ricorrenza. Misako aveva spesso un bicchiere di vino da sorseggiare appoggiato sul tavolino, o sul bancone in cucina. A volte si divertiva a immaginarla scrivere mentre era su di giri. Ma lei è su di giri anche senza bere, si ritrovò a pensare con un sorriso.