(Ken'yu x Komyo)
" Ti ho fatto male?"
Una voce arrivò dal nulla, ma lui sapeva chi era, era il monaco che gli aveva parlato quel pomeriggio, quello che lo aveva fermato e quello che gli aveva lasciato i segni, lo stesso monaco che gli stava parlando in quel momento, al di fuori della cella, poggiato contro quella parete.
"La tua forza è stupefacente"
Il suo tono di voce era apatico, stava rivolgendo lo sguardo verso l'esterno anche se non figurava nessuno al di fuori delle sbarre. Persino parlare probabilmente lo annoiava, o meglio lo avrebbe potuto annoiare dopo non molto, ma stava parlando con Komyo e questo, forse, lo ridestava.

Amour AmourAlle wollen nur dich zähmenAmour Amour am Ende gefangen zwischen deinen Zähnen (
Amore AmoreTutti vogliono solo addomesticarti Amore Amore alla fine impigliati tra i tuoi denti)

Quali sono i pensieri che assalirono Gojyo prima di abbandonare i suoi compagni?

“Voglio scappare da qui, fingere che per un attimo siamo nella nostra città, nel nostro paese, lì, in mezzo a quella strada dove ti trovai mezzo morto e dove ti raccolsi, sotto una pioggia torrenziale come questa.”
“Perché?”
“Perché ti devo parlare.”

Una storia di pura fantasia, dove l'apparenza è tutto .... ma ci sarà un cambiamento importante.
Spero vi piaccia,anche in qusta storia come in tutte le altre, ci ho messo l'anima.
Aspetto le vostre opinioni. Baci

Una giornata come tante, il solito gruppo di Sanzo. Pensieri, riflessioni e ricordi all'interno di una piccola stanza d'albergo, fra fumo di sigaretta e pioggia contro la finestra.
A volte un'illuminazione ti raggiunge quando meno te la aspetti.

“Un ragazzo biondo? Sì, si è preso una camera di sopra, dopo aver ordinato una birra. Non aveva una bella cera e non ce l’hai neanche tu. È tuo amico, per caso?” (...) “Vi ho visto discutere fuori. Senti, ti do la copia della chiave solo se mi assicuri che non vi mettete a fare casino nella mia locanda.”
Gojyo fece un sorrisetto malizioso, alzando le sopracciglia: se la questione si fosse risolta come sperava sarebbe stato Sanzo a fare molto rumore.

Il mondo celeste è noioso e troppo perfetto per il generale Kenren, passa le sue giornate a bere Sakè su quell'albero di ciliegio, ma fortunatamente.. un altro ciliegio sta per sbocciare.

Una serie di brevi capitoli ispirati a Saiyuki Gaiden, di pensieri e introspezione, nulla più.
#Konzen: Ti prometto che ti tenderò la mano.
#Tempou: Allora, direi di andare, scusa il ritardo.
#Kenren: Non devi lasciare neanche un osso, mi raccomando!
#Nataku: Vedi? Sopra quell’albero, lassù in alto, c’è un nido d’uccelli. Lo vedi, vero?
#Goku: Cosa sarà? È incredibilmente splendente, sembra come… proprio come…

Guardando quei ciliegi Kenren proprio non ci riusciva a provare rimpianto. Erano l'emblema dell'eternità.
-Mi stai forse chiedendo di pentirmi?-
L'arrivo di Goku, la conoscenza di Konzen (Ah! Che uomo annoiato quello lì!) e tutti i fatti che lo avevano portato a barricarsi in un palazzo, prendendo in ostaggio Ryuuo del Mare dell'ovest, suo superiore e a cercare di contrattare con Ritoten un qualche modo per farli uscire dal Mondo Celeste lo avevano fatto sentire vivo.
Dopo che aveva conosciuto Tenpo aveva finalmente capito che amare qualcuno significava amare la fine. E lui l'amava con tutto se stesso.

[Nataku x Goku]
[...] Non voleva sporcarlo, non voleva corromperlo, ma la tentazione era così forte, mentre la titubanza rendeva tremanti le sue dita, lievemente assorte sulla corteccia del grande ramo. [...]

[...]
“Prima di partire dovrai riunire intorno a te i tuoi vecchi compagni Goku, Gojyo e Hakkai. Ma non è tutto, una volta giunti nel villaggio di nome Gyo il vostro compito sarà quello di rintracciare Lynn in modo che anche lei possa unirsi a voi”
[...]

Gojyo guardò distrattamente quel mazzo scarlatto, mentre si intratteneva con la prosperosa fioraia.
In fondo il rosso era il loro colore, ciò che li accomunava più di ogni altra cosa.

[...] Aprì gli occhi, lentamente, sebbene fosse già sveglio da un pezzo. Aveva timore di farlo, dopotutto, perché avrebbe scorto qualcosa di agghiacciante, ne era certo, mentre muoveva appena le sue mani sulla terra grezza. [...]
Introspezione su Son Goku in quelli che sono stati interminabili anni di prigionia interiore.

Dal testo: "Passeggiò tra le vie animate e sorrise nel vedere i bambini divertirsi accanto ai loro genitori, nel constatare che c’era ancora qualcuno in grado di godersi le piccolezze della vita, qualcosa di piccolo e insignificante come il Natale, ma in grado di portare tanta gioia in un mondo devastato da una guerra inutile e senza senso."