Ci sono le notti in cui Azraphel non riesce a dormire e conforta Crowley nel sonno.
Ci sono le notti in cui è il demone a prendersi cura di lui.
E poi ci sono quelle in cui entrambi sono svegli.
(Post!non Apocalisse // Fluff, little angst & a bit of smut // protective!Azraphel // protective!Crowley)

°
°°°
"Unicorni!" esclamò Crowley, sbattendo sul tavolo la tazza piena di vino.
Aziraphale, che aveva appena portato la propria alle labbra, quasi si strozzò. Tossì più volte prima di ritrovare la voce. "Come, prego?"
"Gli unicorni, dicevo. Che fine hanno fatto?"
°°°
°
Per Martina 🦆 Auguri! 💛

Ogni capitolo è leggibile a sé.
Raccolta di OS.
Tutti sono legati al numero corrispondente della raccolta di Flashfics dal quale derivano le tematiche del testo; Semper Amemus.
È preferibile leggere quei capitoli per comprendere meglio lo sviluppo delle trame.
⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤⏤
#1- Nemo propheta in patria; Nessuno è profeta nella sua patria. ⇝ {Crowley, Aziraphale, Gabriele.}
⏤⏤⏤
#2- Nec sine te, nec tecum vivere possum. Non posso vivere né con te né senza di te. ⇝ {Aziraphale.}
⏤⏤⏤
#3- Oderint dum metuant. Mi odino pure, purché mi temano. ⇝ {Lord Belzebù.}
⏤⏤⏤
#4- Vivere est cogitare. Vivere è pensare. ⇝ {Anathema Device.}
⏤⏤⏤
#5- Vivamus dum licet esse bene. Viviamo bene finché ci è concesso. ⇝ {Adam Young.}
⏤⏤⏤
#6- Memento mori. Ricorda che devi morire. ⇝ {I quattro Cavalieri.}

Due storie diverse, due coppie innamorate, la voglia di fare l’amore… solo che si troveranno nel posto giusto al momento sbagliato!
 
1. La sua adorata Bentley, la potente voce di Freddie Mercury, la libreria del suo angelo... quanto gli erano mancate! La quarantena aveva permesso anche a lui di apprezzare ancora di più cose che fino a pochi  mesi prima riteneva la normalità… beh, più o meno!
 
2. Superarono gli asettici e silenziosi uffici, per poi oltrepassare una porta che dava su una candida distesa di nuvole.
    "Qui nessuno ci disturberà!"
                    […]
    "Gabriel! Ma cosa...?!" esclamò una voce sconvolta.
       
 
Partecipa al gioco “Obbligo, verità o salvataggio!” de Il Giardino di EFP
 
Buona lettura!

In questa storia, tutti i personaggi sono umani e uno dei nostri maritini ha un aspetto diverso dal solito
(Human AU, FemGender)
La mia prima Azina!

《Ti auguro di non conoscere mai la Luce. Potresti farlo solo dopo aver visto il Buio, perciò non te lo auguro. Ma ti assicuro, Aziraphale, che in confronto il Paradiso ne è solo l'ombra.》

Ciò che viene diviso trova sempre il modo di ricongiungersi.
Un demone può innamorarsi di un angelo?
Lo amava,come non avrebbe mai amato nessun altro.

Neanche la vicinanza dell'unico pezzo di Paradiso che ancora aveva il piacere di assaporare, in un certo, particolare e strano senso, gli dava il piacere della pace. Non completamente almeno, perché la sua vicinanza era comunque ancora lontana dal tasso che necessitava lui, per sentirsi bene. Davvero bene.
Perché Aziraphale, per quanto tentasse ora come allora di alleviare le sue pene, non riusciva a comprenderlo come entrambi avrebbero voluto che fosse, ma un angelo che non è caduto, non può, per quanto il suo potere e le buone intenzioni fossero grandi, comprendere il male di un demone.

Una storia senza pretese, un ritorno alla scrittura che aspettavo da tanto tempo.
"Essere sposati implicava ben poche cose nuove nell’esistenza di Crowley e Aziraphale. Cosa poteva esserci di così diverso dalla loro vita di prima? Vivevano sempre insieme, mangiavano insieme, bevevano insieme, e in quelle occasioni arrivavano al punto di essere talmente ubriachi da rotolarsi sul pavimento presi da una risata che non sembrava voler mai finire, complici i loro discorsi ben poco lucidi e privi di razionalità, o al rotolarsi sul pavimento, ma senza i loro vestiti addosso, intenti a fare...altro.
Non era stata proprio una reazione calma e ponderata...era arrabbiato, ma come poteva Crowley lasciarlo da solo alla vigilia dal loro anniversario? Al loro primo anniversario, per di più. Non poteva essere da lui...non da quel demone, che negli ultimi tempi lo aveva fatto sentire come un principe, lo stesso demone che gli preparava la colazione tutte le mattine, che lo faceva ridere solo per sentire il suono della sua voce, che lo portava nei migliori ristoranti di Londra, che lo riempiva di attenzioni e di baci, che ballava con lui, in quelle sere calde, appoggiandosi alla sua spalla..."

Crowley passò la mano fra i pallidi ricci di Aziraphale e intensificò le carezze, sapendo che in genere erano un suo punto debole, ma non ebbe la reazione sperata.
“Aziraphale?” lo chiamò, “che succede?”
L’angelo era tutto preso da una particolare scena dell’episodio.
“Uh, Sherlock sta cercando di scoprire il secondo nome di John, ma lui non vuole assolutamente rivelarlo. Si chiama John H. Watson…”
“E quindi?” Crowley alzò un sopracciglio senza capire dove volesse andare a parare il compagno.
“Nulla, solo un déjà-vu… John H. Watson… perché mi ricorda qualcosa…? Oh, ma certo!”
Aziraphale scattò in piedi, sottraendosi alle braccia di Crowley.
Questi gli rifilò un’occhiata risentita.
“Anthony J. Crowley! Non mi hai mai voluto dire cosa significasse la J!”
(Post-non Apocalisse // fluff // Ineffable husbands)

È quello che succede ai curiosi.
È quello che succede a chi chiede troppo.

[...]
Crowley aprì gli occhi, ritrovandosi sospeso in piedi su un’infinita distesa di acqua cristallina.
Su di lui si stagliava un cielo immenso e azzurro, macchiato di soffici sporadiche nuvolette bianche che ricordavano ciuffi di ovatta.
Era già stato lì prima d’ora.
Alcuni sogni, apprese crescendo, avevano l’abitudine di ripresentarsi ciclicamente rispetto ad altri.
Questa volta sembrava esserci qualcosa di diverso dal solito però.
Aveva un ospite.
[...]

L'impero botanico del demone Crowley era un tempo giunto al suo apice, il terrore era stato instillato in (quasi) tutte le sue piante. Ma ora l'impero inizia a vacillare: il Padrone sta forse cambiando?
Una normale conversazione tra piante ormai poco terrorizzate ma molto pettegole.

A Crowley piaceva il suo elegante, sofisticato minimalismo ed eccezion fatta per la bozza originale della Gioconda, non vedeva il senso di circondarsi di chincaglierie. Questo, almeno, è quello che il demone amava ripetersi. Perché se si fosse fermato un attimo a pensarci su, Crowley si sarebbe reso conto che l’intero appartamento era disseminato di oggetti – ricordi, avrebbe detto un essere umano; souvenir avrebbe replicato a denti stretti il demone.
{Aziraphale/Crowley ♥}