19
19
MIA REGINA
“Stanno per arrivare, Ron. Andrà tutto bene.”
Mani intrecciate al punto di non sapere più quale delle
due stesse tremando…
“Se non ci sarà un dopo, io…”
“Ci sarà. Ti assicuro che ci sarà.”
“Ma se non dovesse andare come…”
Uno sguardo carico d’angoscia.
“Ron, ti prego…”
“Devo parlarti, Hermione.”
“Dopo.”
“Dopo mi ascolterai?”
Occhi bassi e imbarazzati per la prima volta in molti anni.
“Sì.”
… Tremavano entrambe.
Il patronus di Hermione aveva impiegato meno tempo del previsto a
portare il loro messaggio e in poco meno di un’ora, metà
dell’Ordine era giunto sul posto. A quanto pareva, nessuno
aveva ascoltato le rimostranze di chi, come Moody, sosteneva si
dovesse agire con discrezione.
Tonks li aveva raggiunti per prima, volando sulla sua scopa
protetta da un incantesimo di disillusione. Aveva portato con sé
una passaporta improvvisata e assolutamente non autorizzata, in modo
da permettere a lei e ai ragazzi di far ritorno a Grimmauld Place, se
si fossero presentati degl’imprevisti.
In tal caso, gli ordini erano stati categorici: non doveva
esserci, da parte sua né di nessun altro, alcun tipo
d’intervento, ma soltanto un repentino rientro.
Questo finché lei stessa non avesse comunicato la loro
posizione, permettendo agli altri membri dell’Ordine di
raggiungerli all’istante, con un’ulteriore passaporta che
era stata preparata e lasciata al quartier generale per tale scopo.
“Come ti senti?” domandò Harry, portandosi di
fianco all’amico che si era ripreso da poco.
“Oh… sto bene.” rispose quello con voce ancora
vagamente confusa, mentre Hermione si scostava da lui per la prima
volta da quando era stato colpito. “Almeno credo…”
aggiunse quando sua madre lo strinse in un abbraccio che gli avrebbe
tolto il fiato anche se fosse stato in perfetta forma.
“R… Ron…” singhiozzò la donna,
poi rivolse uno sguardo lacrimoso alla figlia. “Oh Ginny…
come hai potuto andartene così…”
Lei sollevò gli occhi. Erano grandi e limpidi, rivolti
sulla madre come se volesse dirle ‘mi dispiace’, ma non
riuscisse a far uscire la voce.
Scosse la testa e riabbassò lo sguardo desolato.
Troppo sconvolta persino per parlare.
Ma Harry poteva sentire ugualmente la sua voce: il lamento flebile
e continuo che la tormentava.
E’ ingiusto.
“Sei stata forte e coraggiosa.” le sussurrò
passandole una mano tra i capelli. “Non è ingiusto.”
… Entrambi erano sopravvissuti mentre altri non lo
erano.
Un destino più felice per chi avrebbe visto sorgere una
nuova alba…
“Questa nuova epoca mi fa paura.” mormorò lei
ritrovando miracolosamente la forza di parlare.
“Fa paura anche a me, Ginny.”
Il sole già alto a illuminare la realtà crudele…
Due cadaveri riversi sulla sabbia, un ferito e tutti, tutti
segnati in modo irreversibile dallo scontro appena avvenuto.
Ancora cicatrici…
“Deve essere fatto.” decretò la voce grave e
decisa di Kingsley.
Era in piedi di fronte al cadavere di Bellatrix.
“Non c’è altra possibilità, vero?”
chiese piano Tonks, senza alzare gli occhi.
“Temo proprio di no.” le rispose Arthur, una punta
d’amarezza nel suo solito tono pacato.
Remus, indietro di qualche passo, era immobile e aveva sul volto
un’espressione indecifrabile, combattuta…
Ad Harry sembrò che stesse cercando di provare pietà,
a dispetto del lupo in lui, che ululava incessantemente chiedendo
vendetta.
… O giustizia.
Lui che combatte contro l’istinto ad ogni plenilunio.
“Non vorrete farlo sul serio?” esclamò Molly
raggiungendoli dopo qualche istante. “E’ immorale!”
“Non credo che vi fosse moralità in lei.”
considerò Remus avvicinandosi di un passo.
“Ma cosa diremo ad Andromeda? Era sua sorella…”
“Ha tentato di ucciderla!” ribatté Tonks che
aveva ascoltato l’intera storia da Harry.
Arthur posò il braccio sulle spalle della moglie. “Non
c’è altra soluzione, Molly.” le disse. “Non
possiamo correre questo rischio. Se scopriranno la verità
saremo tutti in pericolo.”
“T’illudi che facendo sparire il cadavere non verranno
a saperlo?” chiese scettica la donna.
“Non ne avranno mai la certezza e noi avremo il tempo di
organizzarci.”
“Ai Mangiamorte non servono certezze per mettere in atto
delle rappresaglie; la loro vendetta non è indotta dal
dispiacere.” intervenne Remus. “Tuttavia Arthur ha
ragione. Harry vuole andare a Godric’s Hollow… e non ci
sarà modo d’impedirglielo.” aggiunse in direzione
della donna che stava per esprimere il suo ovvio dissenso su una tale
iniziativa. “Il cadavere di Bellatrix a poca distanza da lì,
condurrà i Mangiamorte sulle sue tracce in un istante: possono
materializzarsi, sono sicuro che qualcuno di loro è già
stato là…”
“Rodolphus Lestrange vi è stato di sicuro.”
rincarò Kingsley. “Subito dopo la ‘scomparsa’
di Voldemort, per cercare le eventuali tracce della sua sparizione,
vi ricordate? Lui e la moglie non trovarono niente e andarono dai
Paciock…”
Frank e Alice…
Tutti vittime della stessa guerra…
“Già…” sussurrò Molly
rabbrividendo.
“Credo che si possa mettere da parte la moralità.”
dichiarò Tonks risoluta.
“Bene…” incominciò Arthur dopo che anche
Molly ebbe annuito. Ma sebbene fosse in accordo con la decisione
presa, la sua voce divenne titubante “ Vuoi pensarci tu,
Remus?” chiese incerto, voltandosi verso l’uomo ancora
leggermente in disparte.
Lui che conosce il valore della vita…
Lui che combatte contro l’istinto ad ogni plenilunio…
“Sì.” rispose dopo un istante di silenzio. “Ci
penso io.”
Fece un altro passo avanti.
Era giusto.
Non c’era una tomba su cui portare un ultimo saluto.
Sfoderò la bacchetta e la puntò contro il corpo di
Bellatrix.
Né una lapide a onorare la sua memoria.
Respirò profondamente.
Non c’era stato un corpo freddo e inanimato su cui
piangere.
Sollevò il braccio.
E neanche il tempo di convincersi della realtà… e
di credere alla sua morte…
Non era rimasto niente di lui, per nessuno.
E così sarebbe stato anche per lei.
… La sua assassina…
Harry distolse lo sguardo.
Il lupo ululava la propria giustizia…
La voce di Remus pronunciò l’incantesimo, e sotto la
sua bacchetta il corpo di Bellatrix sparì.
“Perduto per sempre.” lo udì sussurrare con lo
sguardo vagamente assente, qualche istante dopo.
***
Da qui tutto è partito e qui tutto si conclude.
Godric’s Hollow.
Casa…
Il viale profumava lievemente di muschio e della resina degli
alberi. Era ombroso e adorno di rampicanti che gli conferivano un
aspetto aggraziato e selvaggio al tempo stesso.
Casa…
La terra sotto i suoi piedi era compatta e asciutta, e sebbene
quel sentiero portasse in un luogo disabitato da anni, vi erano
ancora le tracce di quei ciottoli bianchi che qualcuno, nella
speranza di assistere a tempi migliori, aveva sparso sul sentiero.
Casa…
I muri erano ingrigiti e macchiati dal tempo, lo scuretto di una
finestra al primo piano penzolava staccato per metà. Harry si
domandò quale stanza celasse.
Forse la sua, quando era ancora un neonato…
Il rumore dei vecchi cardini cigolanti, mossi dal vento, gli
ricordò qualcosa di antico e perduto, qualcosa che non sarebbe
mai potuto ritornare…
Il passato.
“Dobbiamo sbrigarci, Harry.” lo sollecitò
Hermione con voce decisa, mentre posava cauta il piede sul primo
gradino della veranda che sembrava sul punto di cedere. “Per
quanto ne sappiamo, potremmo ritrovarci circondati dai Mangiamorte da
un momento all’altro.”
Ron annuì e per poco non affondò fino al ginocchio
in un punto dove le assi di legno erano marce.
“Non sareste dovuti venire…” incominciò
lui e Ginny sbuffò rumorosamente.
“Stai diventando noioso, Harry.” disse Hermione,
spingendo la porta d’ingresso che si aprì rivelando una
consistente matassa di ragnatele.
Ron rabbrividì e arretrò di qualche passo mentre la
ragazza gli scoccava un’occhiata di rimprovero e pronunciava
l’incantesimo che avrebbe fatto sparire le tele insieme ai
probabili abitanti.
“Dai, entriamo.” suggerì Ginny infilando la
propria mano in quella grande di Harry.
Ron, Hermione e Ginny.
Casa…
Varcarono la soglia.
Pochi arredi erano rimasti intatti. Quasi ogni oggetto era in
frantumi, in quella stanza…
Harry non volle pensare a quale fosse stata la circostanza che li
aveva ridotti in quel modo, e a giudicare dalle espressioni
preoccupate di Ron e Hermione, che lo scrutavano di sottecchi, e
dalla stretta improvvisa della mano di Ginny, capì che la
risposta era fin troppo palese.
“Sono morti in un incidente d’auto.”
Avrebbe voluto credervi…
31 ottobre 1981.
Suo padre e sua madre.
E gli parve strano pensare che quella notte anche lui si
trovava lì.
Un bambino nato da chi per tre volte l’aveva sfidato…
Si guardò attorno e avanzò di qualche passo verso le
scale che portavano al piano di sopra, lanciando di tanto in tanto
uno sguardo sgomento a un lume rovesciato o a un vecchio mobile per
metà distrutto.
Tutto giaceva sotto un pesante strato di polvere.
Abbassò, sconsolato, gli occhi sul pavimento: sembrava
ricoperto da macchie indistinte…
Impronte.
Il cuore gli mancò un battito.
Impronte di cane.
Sirius era ritornato in quel luogo.
Casa…
Respirò forte, ma la voce di Ron allontanò i ricordi
prima che questi potessero trascinarlo lontano dalla realtà.
“Saliamo al piano di sopra.”
Annuì posando il piede sull’asse di legno della
scala, che cigolò in modo inquietante. Il tempo, con il suo
scorrere inclemente, aveva logorato e distrutto anche ciò che
era stato risparmiato dalla bacchetta di Voldemort.
“Salite rimanendo vicini al
muro.” suggerì andando avanti per primo.
Il piano superiore era come quello di sotto: abbandonato dopo
essere stato distrutto.
Una delle stanze aveva la porta scardinata. Al suo interno una
culla ribaltata e ricoperta di ragnatele, rappresentava con
inquietante immediatezza, una verità che tutti loro
conoscevano.
Un bambino che era sopravvissuto…
Un bambino adesso cresciuto…
Quasi un uomo.
Ginny si portò una mano alla bocca e rimase immobile sulla
soglia mentre lui l’attraversava.
Da qui tutto è partito e qui tutto si conclude.
Una coperta, che un tempo doveva essere stata azzurra, era
abbandonata sul pavimento, vicino a una sedia a dondolo
irrimediabilmente danneggiata.
Una ninna nanna interrotta bruscamente e mai ricominciata…
… Spezzata…
Una ninna nanna…
Allungò la mano, quasi inconsciamente, verso quello che
sembrava un vecchio carillon, posato su una cassettiera ancora più
logora, e nel momento in cui sollevò il coperchio, qualcosa di
dorato sfrecciò per la stanza.
“Cosa diamine ci fa qui un boccino?!” esclamò
Ron chinandosi quando questo passò sulla sua testa.
“Beh, io non lo trovo così strano” obiettò
Hermione scansandosi un istante prima che le s’infilasse tra i
capelli “considerando di chi era questa stanza…” e
lanciò un sorriso a Harry.
“Direi di no.” assentì lui. “Non è
strano.”
“In compenso questo lo è.” disse Ginny
all’improvviso, indicando il boccino che aveva smesso di
sfrecciare sopra le loro teste e se ne stava sospeso poco distante da
lei a una ventina di centimetri dal pavimento.
“Che aspetti? Rimettilo nella sua scatola” suggerì
Ron “altrimenti dovrai inseguirlo chissà fino a dove.”
“No.” rispose Harry avvicinandosi al luogo dove esso
stava volteggiando. “Ha ragione Ginny: c’è
qualcosa di strano. Non ho mai visto un boccino fare così.”
Allungò la mano per afferrarlo e questo si spostò di
poco.
Harry si chiese per quanti anni fosse rimasto chiuso in quella
scatola che sembrava un semplice carillon.
Sedici?
In attesa che qualcuno lo liberasse.
E dopo averlo fatto, lo seguisse…
“E’ stato stregato.” dichiarò Hermione
dopo un istante.
Stregato…
Harry lasciò vagare lo sguardo nella stanza e poi lo
riportò sul boccino.
Da chi sapeva che prima o poi qualcuno sarebbe stato in grado
di… comprendere.
Qualcuno che gli somigliasse a tal punto…
“James sei sicuro di ciò che stai facendo?”
“Naturalmente.”
Lily sbuffò biascicando qualcosa che suonò come:
‘sempre il solito’.
James le lanciò uno sguardo corrucciato.
“E’ un giochetto stupido.” disse lei per
tutta risposta. “E anche scontato, se mi permetti di dire ciò
che penso.”
“E’ geniale.” ribatté lui ignorandola.
“A nessuno verrebbe mai in mente di ‘dar retta’ ad
un boccino.”
“E’ vero, a nessuno.” lo interruppe
lei con tono di scherno.
“… Tranne che a mio figlio, naturalmente.”
continuò lui alzando un po’ la voce e scoccando alla
moglie un’occhiata di rimprovero. “Non possiamo sapere
cosa succederà.”
Per un istante divennero entrambi seri, preoccupati…
Poi Lily scrollò le spalle e abbozzò un sorriso.
“Spero che nostro figlio si mostri più intelligente di
suo padre.”
“Io spero che sia esattamente come me, così non
avrà problemi a capire dove li abbiamo nascosti.”
Lei si arrese e sospirando profondamente, si lasciò
cadere sulla sedia a dondolo di fianco alla culla del bambino.
“Vorrei che non ci fosse bisogno di arrivare a questo punto.”
James non commentò, si chinò sulla culla e
allungò il braccio.
Non voleva ammetterlo di fronte alla moglie, ma adorava sentire
la mano minuscola di suo figlio chiudersi intorno al suo dito.
C’era qualcosa che potevano condividere con un semplice
gesto.
… Complici…
“Noi ci capiamo, vero?” sussurrò.
Un padre e un figlio.
Harry afferrò il boccino e indicò con l’altra
mano le assi del pavimento. “Sono qui.” disse. “
Gli ultimi tre Horcrux sono qui.”
Nato da chi per tre volte l’aveva sfidato.
***
"Non è ancora finita, vero?” gli sussurrò
Ginny mentre si recavano, poche ore dopo, nel luogo dove era stata
posta la passaporta per tornare a Grimmauld Place.
Harry passò il braccio sulle sue spalle con fare protettivo
e le sfiorò i capelli con le labbra. “Non è
ancora cominciata.”
***
Avery, Rosier, Macmillan…
E poi Malfoy, Crouch, Bones…
Harry avanzò di qualche passo, Ginny di fianco a lui.
Vance, Flint, Bulstrode…
Si voltò verso sinistra.
Lestrange, Macnair…
Tutti purosangue, naturalmente.
Inarcò un sopracciglio.
“Prewett?”
Ginny si strinse nelle spalle. “Rinnegati, ma pur sempre di
antica famiglia e di sangue puro.”
Continuarono a camminare tra le lapidi.
“C’è un Paciock!” esclamò Harry
dopo un istante.
Ginny abbozzò un sorriso indulgente. “Ci sono anche
dei Potter, se prosegui…”
Lo sguardo del ragazzo si rabbuiò. “Non sono andato a
salutare i miei genitori…” sussurrò tra sé.
Lei gli passò un mano tra i capelli scomposti.
“Non ne avevamo il tempo, Harry.” lo consolò.
“Con quattro Horcrux e i Mangiamorte che sarebbero potuti
arrivare da un momento all’altro, l’unica soluzione era
quella di andarcene il più in fretta possibile.”
“E’ merito loro. Avrei voluto ringraziarli.”
“Ci torneremo. Lascia che si calmino le acque.”
“Non si calmeranno mai, Ginny. Non si calmeranno fino alla
fine.”
Lei pensò che avesse ragione, ma le parve crudele
confermarlo e così rimase in silenzio.
“Crux.” esclamò lui dopo qualche passo. Le
passò un braccio intorno alla vita e la strinse a sé.
“Dovrebbe essere qui vicino…”
“No.” lo corresse lei. “E’ stata sepolta
tra i Black. Accanto a Regulus.”
Harry annuì stupito solo in parte. “Chi l’ha
deciso?”
“Remus l’ha suggerito e anch’io penso che fosse
una sua volontà.”
“Remus la conosceva?”
“A dire il vero, no.” rispose l’interessato
arrivandogli alle spalle. “Ma ricordo che tuo padre la nominò
un paio di volte dopo la morte di Regulus. Lui l’aveva
incontrata qualche volta…” si cacciò le mani in
tasca e proseguì di fianco a loro, indicandogli il giusto
sentiero tra le lapidi. “Scongiurò Sirius di aiutarlo,
disse che doveva assolutamente parlare con quella ragazza…
Volle andare al funerale di Regulus sebbene fosse pericoloso per lui.
Ci andarono insieme, quei due, ma sinceramente non so se fu Sirius a
fare un piacere a tuo padre o viceversa.”
Svoltò oltrepassando uno dei tanti monumenti commemorativi
e si avviò verso le ultime due tombe di quella fila.
“Sono quelle.” disse facendo loro un cenno con la
testa.
Si avvicinarono.
Accanto alla lapide corrosa e sbiadita recante l’incisione:
Regulus Arcturus Black
Seguita dalla data di nascita e da quella di morte, ve n’era
stata aggiunta una recente.
Ginny fece un passo avanti per poterla leggere:
Orlena Crux
“E’ il suo nome completo?” domandò a
Remus.
“Non credo…” rispose lui, poi estrasse dalla
tasca un foglio ingiallito e consumato. “Hanno trovato questo
tra i suoi vestiti.” disse mostrandolo ai ragazzi. “E’
un albero genealogico della famiglia Crux e lei è indicata
come O. R. Crux. Sappiamo che il suo nome è Orlena perché
Bellatrix l’ha chiamata così” si voltò
verso Ginny che annuì “ma per la ‘erre’…”
Coloro che sapevano non erano sopravvissuti.
Nessuno di loro lo era.
Harry osservò l’uomo di fronte a lui stringersi nelle
spalle con aria rassegnata e subito dopo immobilizzarsi, lo sguardo
fisso oltre le loro teste…
Si voltò e vide una donna che avanzava verso di loro. Era
ancora piuttosto giovane e vestiva elegantemente. Né Harry, né
Ginny l’avevano mai vista prima d’allora, e
dall’espressione accigliata di
Remus, entrambi compresero che neanche lui sapeva chi fosse.
Tuttavia non sembrava avere cattive intenzioni, si muoveva con
contegno, lentamente, come se non avesse nessuna fretta di arrivare
di fronte alla lapide. Quando fu abbastanza vicina, Ginny sbirciò
il suo volto: aveva gli occhi lucidi.
“Era una sua parente?” le chiese cortesemente.
“Un’amica.” rispose questa senza distogliere lo
sguardo dalla pietra grigia.
Ginny avrebbe voluto dirle di essere viva grazie a lei. Farle
sapere che Orlena Crux si era sacrificata per salvarla, ma l’Ordine
aveva stabilito, per ovvie ragioni di sicurezza e con il consenso di
tutti, quella che doveva essere la versione ufficiale dell’accaduto:
Bellatrix Lestrange e Orlena Crux si erano uccise a vicenda –che
era comunque vero- a causa di antichi dissapori e nessun’altro
era stato coinvolto nel loro duello.
Così rimase immobile e in silenzio finché Harry non
le scoccò un’occhiata d’intesa, alla quale rispose
con un cenno del capo.
Si voltarono per andarsene, lasciando in rispettosa solitudine chi
aveva più motivi di loro per provare dolore.
Ma quando mossero il primo passo, la voce della donna li fermò.
“L’avete sepolta vicino a lui…” sussurrò.
“Ne sarebbe stata felice.”
“Si amavano?” le chiese Ginny sentendosi un po’
stupida e un po’ patetica al tempo stesso.
La donna non alzò gli occhi, sembrava non averne la forza.
“Lei lo amava. Di questo sono sicura.” rispose. “Ma
il resto possiamo solo intuirlo…”
Intuire l’amore al quale si era dedicata un’ intera
esistenza…
Poi inaspettatamente sollevò la bacchetta, l’agitò
in direzione della lapide e senza aspettare neanche un istante se ne
andò.
Ginny posò stupita lo sguardo sull’incisione appena
modificata:
Orlena Regina Crux.
“Mia regina…”
La verità prendeva forma.
Un re e una regina…
“Sembra una favola.” sussurrò lei, mentre le
sue dita cercavano quelle di Harry.
“Una favola crudele.” precisò lui stringendo la
presa con fare rassicurante.
“Sono sempre crudeli quelle che diventano immortali.”
Immortali…
“Non ho mai desiderato l’immortalità.”
“Nemmeno io.”
Sogni agognati e condivisi attraverso mani disperatamente
intrecciate…
L’eterna fiaba di mille re e mille regine.
FINE.
L’angolino dell’autrice:
Joy fa capolino…
Non sono stata molto di “chiacchiera” durante la
pubblicazione di questa storia, non mi sono mai decisa a intervenire
o ad aggiungere delle note a fine dei capitoli, in parte perché
sono sempre stata in perenne litigio con l’orologio (secondo me
corre troppo velocemente, ma lui non vuole darmi ascolto!), in parte
perché non potevo dare spiegazioni sulla trama o sui
personaggi, senza rivelare buona parte della storia.
Bene, adesso che siamo giunti alla fine e non c’è più
niente da scoprire mi sento in dovere di darvi le dovute spiegazioni.
Innanzi tutto, perdonatemi per le teorie che vi ho propinato,
penso che sia chiaro a tutti, che la maggior parte di esse siano
inverosimili, e completamente inventate e senza dubbio romanzate…
sì,sì, ammetto tutto.^_^ La trama incasinata si sposava
con questa visione dei fatti, mi diverto sempre a intrecciare tutto,
ma confondere i lettori non è bello, per cui se qualcosa non è
chiaro v’invito a domandare, è più che lecito!
I personaggi:
Harry e Ginny: inizialmente avrebbero dovuto essere loro
gli assoluti protagonisti della storia, ma alla fine si sono
rassegnati a dividere il palco con un’altra coppia, dal momento
che la sottoscritta cade sempre vittima del fascino della vecchia
generazione e non ci può far niente.^_- Del resto Harry non è
affascinate come Regulus… e sono sicura che qualcuno di voi
potrà capirmi… Nonostante questo, ho amato scrivere di
loro, di questo Harry che immaginavo un po’ più maturo
rispetto all’originale, molto più silenzioso e un po’
meno eroe. A dispetto di quel che dice, non ce l’avrebbe mai
fatta da solo, ha avuto bisogno che i suoi amici gli facessero strada
quando ha visitato Godric’s Hollow, ed è stato
necessario che i suoi genitori gli mettessero tra le mani gli ultimi
tre horcrux… E’ forte, ma non al punto da fare tutto da
solo e Ginny è la sua degna compagna. E’ disposta a
tutto per amore, su questo non c’è dubbio, ma i suoi
sentimenti sono animati anche da una punta di orgoglio e da una punta
e mezzo di egoismo: si rifiuta di restare indietro e sebbene lui le
abbia chiaramente detto che ne morirebbe se le succedesse qualcosa,
lei decide lo stesso di partire. Agisce sempre per amore, ma non
annulla, per esso, il suo “io”. Non è un male,
quella sua punta e mezzo d’egoismo, è ciò che la
distingue da Orlena e che le ha permesso di cambiare un destino che
sembrava già segnato. Lei è una combattente, come
Harry, e chi si mette costantemente alla prova, a volte sbaglia. A
questi errori sono dovuti i suoi sensi di colpa.
Orlena e Regulus: Lei non ha l’egoismo e l’orgoglio
di Ginny: umilia se stessa al funerale di Regulus, e trova la forza
di reagire solo molti anni dopo, quando ormai non ha più
niente da perdere. Ha amato disperatamente e in nome di quell’amore,
ha completamente annullato se stessa: encomiabile, ma le ha portato
solo dolore e perdite, e il rimpianto di non aver combattuto per ciò
che riteneva importante… Non è egoista, ma non ha
nemmeno la forza di sopravvivere, perché volontariamente
sceglie la morte. Il coraggio che ha odiato in Regulus, perché
l’ha condotto alla morte, lei lo comprende solo diciassette
anni dopo, e lo usa per seguirlo… Regulus in questa storia è
la figura più oscura, ma non perché sia un mangiamorte
–peraltro poco convinto- quanto perché è davvero
complicato, e spero che qualcuno di voi sia stato abbastanza
fantasioso da comprenderlo, perché non credo di averlo
spiegato al meglio.-_-
Comunque sia, lui è silenzioso, complicato, tormentato da
mille eventi mai spiegati, che ormai sono diventati incubi, da
ingiustizie nelle quali è stato coinvolto e in cui non ha
saputo prendere una posizione: rimane a fianco dei suoi genitori
quando suo fratello se ne và. Ed è talmente contorto da
ideare una sua personale via di fuga, rende importanti una serie di
coincidenze (O.R.Crux) e grazie ad esse incomincia a riscattarsi. Lui
è davvero da solo. Nessuno lo ha fermato: né Rabastan
che pure era il suo migliore amico, né Orlena che se fosse
stata istintiva come Ginny l’avrebbe fatto, né Sirius
che essendo suo fratello avrebbe dovuto sapere meglio degli altri da
cosa stesse fuggendo. Lui non ha avuto dei genitori come quelli di
Harry, che pur essendo morti hanno fatto in modo da risolvere quanto
più potevano la situazione, i suoi hanno fatto di tutto per
gettarlo su una strada senza ritorno e lui è andato avanti
spalleggiato dai suoi incubi, dai suoi rimorsi e dalle sue paure e si
è riscattato come meglio poteva, prima che venisse fermato
dall’unica che poteva farlo: la morte.
Il romanticismo: Perdonatemi, quello è innato! >_<
L’intreccio e le teorie: Se hai una mente contorta
anche le trame se ne escono a quel modo… -_-
Metodo di narrazione: Temo sia vagamente visionario, ma
solo perché ho sempre sonno…
Fattore di leggibilità: Dovuto interamente alla mia
beta, Serpedoro.
L’epilogo: Tra pochi giorni.
Pareri di chi ha letto fino alla fine: Sarebbero
decisamente graditi! ^__^
Ringraziamenti: A tutti voi, indistintamente.
Risposte individuali:
X redRon: Grazie! E’ un piacere sapere che ti sei
appassionata, e certamente è anche un spinta in più per
continuare, anche se… a dire il vero, per il momento credo che
mi prenderò una piccola pausa, tanto per rimettere insieme un
po’ di nuove idee e soprattutto per dedicarmi di nuovo alla
semplice lettura! ^__^ Ma non preoccuparti per ora, c’è
ancora un epilogo!
Come al solito ti ringrazio per la costanza e spero che ti sia
piaciuto anche il finale. Un abbraccio, Joy.
X Anduril: Ecco, diciamo che non sono propriamente in
orario, ma alla fine è arrivato anche l’ultimo capitolo,
anche se credo che per ciò che vuoi sapere te, dovrai
aspettare l’epilogo…^_^ Mi fa piacere che tu riesca a
vedere, tutto sommato, un lieto fine, anche perché credo che
tu sia una delle poche con questa sensibilità!^_^ Accade ciò
che doveva accadere, sebbene non sia propriamente felice, ma come
dicevi, non era possibile che Orlena sopravvivesse senza Regulus, e
far tornare Regulus (ammetto che ci avevo pensato) sarebbe stata
davvero una pessima scelta. T’immagini? A me viene da ridere
dell’eventualità… Comunque, come ti accennavo,
sapremo ancora qualcosa di loro nell’epilogo!^_- Nel frattempo
ti ringrazio per la presenza e ti abbraccio forte, Joy.
X edvige: Grazie carissima, per essere sempre partecipe, e
anche per aver visto qualcosa di speciale in questa storia. Capisco
il tuo punto di vista, so che molti vorrebbero vedere Bellatrix
uccisa da Harry, è su Harry che usa l’Avada Kedavra che
ho qualche dubbio… del resto nel quinto non è riuscito
neanche a lanciarle una cruciatus decente! Ora, non fraintendermi,
non sto dubitando delle capacità di Harry, ma solo non vorrei
che ci fosse sotto qualcosa… e poi era necessario che Orlena
ripercorresse la stessa strada di Regulus, per cui doveva
sporcarsi le mani… e Bellatrix era sotto tiro, quindi…
Bè, spero che mi perdonerai. ^_-
Ti abbraccio forte, Joy.
X Illy91: Ah! Tu mi fai brillare
gli occhi come due stelline! “Tra due lune”, per quanto
imperfetta, per me sarà sempre speciale! Grazie per averla
apprezzata… e anche per avermelo fatto sapere. *__* Sono
felice che tu non sia delusa, anche perché questo è
l’ultimo capitolo e resta soltanto un epilogo per concludere
tutto.
Farò più in fretta che posso, te lo prometto! Un
abbraccio, Joy.
X AxelC91: Ma scusa, carissima, hai avuto l’impressione
che non mi piacessero le romanticherie? ^__^ Bè, direi che mi
piacciono abbastanza, sono titubante solamente quando sono eccessive,
ma con eccessive intendo DAVVERO eccessive. Scrivi, scrivi, mia cara,
il mondo dei sogni su carta lo conoscono troppo poche persone! Ti
adoro quando mi dici che ami Regulus e Orlena, non mi capita
spesso!^__^ E per quanto riguarda la fine di Bellatrix… in
qualche modo dovevo pur far riscattare Orlena, in fin dei conti sta
per morire, sarebbe stato crudele non farle ottenere una piccola
rivincità.^_- Guarda, tutto quello che c’è di
strampalato nelle mie fic, soprattutto le frasi in corsivo, mi
vengono fuori, principalmente perché ho la testa perennemente
tra le nuvole! E anche perché mi perdo in incredibili viaggi
mentali… Ti abbraccio forte, un bacio, Joy.
|