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WE'RE NOT STRONG ENOUGH TO SEE YOU DIE
Non erano state le
parole appena sussurrate di Gentarou poco prima di perdere definitivamente i
sensi e neppure l'orribile sensazione che per lui fosse finita a far crollare
emotivamente il Bu, piuttosto la consapevolezza che il responsabile di tale
assassinio fosse un loro compagno, un amico per cui avevano perfino messo in
gioco la vita solo poco tempo prima.
E soprattutto che
il rapporto che li legava fosse fondato unicamente su bugie, segreti e
tornaconti personali.
Fu l'urlo di Kengo
a riscuotere per un attimo i ragazzi del Bu, l'urlo di chi negli occhi aveva
ancora il rapido succedersi di eventi cui mai avrebbe pensato di assistere: un
grido di rabbia e dolore, appartenente a una persona che ha visto cadere in un
attimo forse il primo vero e sincero amico, quello che ha fatto sempre di tutto
per forzarne le difese e far breccia nel suo cuore.
Una presenza
rumorosa e molesta, all'inizio, divenuta indispensabile per i sorrisi e
l'ottimismo, per l'innata testardaggine e il desiderio feroce di continuare a
combattere e non lasciarsi abbattere per nessun motivo e da nessun nemico.
Che fine aveva
fatto?
Perchč il suo cuore
aveva smesso di battere, si chiedeva Kengo, mentre ne urlava a gran voce il
nome, disperatamente?
Sentiva la rabbia
montare, assieme allo sbalordimento per la faccia che si nascondeva sotto il
casco di Meteor, sentendosi infinitamente stupido per aver acconsentito a
proteggere Ryuusei, ad accoglierlo nel Bu...
Anche se non poteva
vederli, i suoi occhi erano incollati sulla figura miserabilmente strapazzata e
ferita distesa per terra davanti a loro, sapeva che gli altri, Yuki, Miu, Tomoko,
JK e Shun dentro il Dizer stavano come lui, increduli, con gli occhi che
scoppiavano per le lacrime e il dolore che attanagliava i loro cuori.
E dolorosamente si
rese conto che l'unica forza rimasta loro era quella per urlare, e non era
abbastanza per sopportare di vederlo morire in quel modo.
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