ok
Ho appena
visto il promo della 4x23 e la mia faccia è più o meno questa: O.O
Beh, mi
distraggo postando la seconda parte della one-shot.
Come sempre
grazie degli splendidi commenti ! Vi adoro!
Buona lettura
!!
E’ tutta colpa tua!
Lanie
guardò con disapprovazione il suo fidanzato intento a metter in piedi l’ennesima
scommessa di quella mattina con il suo fedele amico Ryan .
Mai
che li trovo a lavorare, si limitò a borbottare avvicinandosi con cautela,
pronta per dar loro i ragguagli del caso.
<<
non vorrei disturbarvi, ma ho i referti autoptici >>
<<
chica, sarei venuto io a prenderli! >> esclamò Esposito con un sorriso
mozzafiato in volto.
Lanie
storse il naso << ah si? Se aspetto te arriverà prima la fine del mondo !
>>
<<
eh eh ! Esposito, non si fanno aspettare le signore >> lo rimproverò
scherzosamente Ryan ridendo ricevendo perciò una “cartellata” sullo stomaco .
<<
grazie Lanie … forse finalmente faremo passi avanti con l’indagine >>
<<
secondo me l’indagine farà prima a farli da sola >> ribatté con un
cipiglio di divertimento nel tono poco amichevole.
<<
ehi abbiamo mandato una pattuglia ad arrestare Salinger! Siamo stati bravi
>>
Esposito
mise su la sua espressione da cucciolo più conturbante possibile e l’attirò a
se baciandola con trasporto. Lanie non oppose resistenza, circuita ancora una
volta da quell’uomo terribilmente sexy che amava da oramai due anni.
<<
mh … perdonato … ma ti voglio a casa per cena >>
<<
eludo la Gates e sarò tutto tuo >>
<<
ehm … scusate … io sarei ancora qui! >> sbottò Ryan schifato , voltando
il capo dall’altro lato. Esposito non fece in tempo a ribattere che il
cellulare di Lanie prese a squillare.
Rispose
seccata: << Parish … sì … cosa è successo? >> i suoi occhi
strabuzzarono e i due colleghi rimasero con il fiato sospeso << Castle
parla più lentamente che non capisco! Quale sangue? Oddio … >> il cellulare di Lanie cadde sulla
scrivania in un tonfo sordo e fissò
avanti a sé, spaesata.
<<
cosa è successo? >>
<<
Kate … Kate è … all’ospedale >>
<<
Io ti uccido!! >> un grido isterico si levò dal corridoio di un reparto
del General Hospital di New York.
<<
Devi essere così drastica? >>
<<
Drastica? Ho il diritto di essere drastica non credi? >>
<<
ma … ma io … >> Castle si appiattì
contro il muro mentre dottori e infermiere sfrecciavano davanti a lui, con
premura, senza fargli capire come stesse Beckett.
<<
ho avvisato tutti!! >>
<<
E sai quanto importa in questo momento!! Dio! E pensare che era una semplice
indagine!! >> gridò dopo un respiro smorzato. Stava male, malissimo e
quasi non riusciva più a respirare.
<<
Kate, non è il caso che adesso lasci perdere l’indagine e … >> e urlò di
nuovo proprio quando lui si riavvicinò al suo letto.
<<
È tutta colpa tua!! >>
<<
Mi dispiace >>
<<
Ti dispiace? ! Mi hai messo tu in questo casino !! E’ solo colpa tua Castle !! >>
<<
Lo so … scusa … potrai mai perdonarmi ? >> Kate Beckett fulminò con lo sguardo
uno scrittore atterrito , ringhiando, afferrandolo per il colletto della
camicia , portando il suo viso minaccioso a pochi millimetri dal suo viso .
<<
Se esco viva di qui , giuro, che ti sparo! >> e urlò di nuovo.
Richard
Castle si sentiva in colpa. Gli era successo molte volte di provare quella
sensazione di responsabilità nei suoi confronti, ma mai come quel giorno.
Le stringeva dolcemente una mano,
accarezzandone il dorso. La guardava dormire chiedendosi perché non si era preso
almeno metà del suo dolore. Beh, anche lui aveva avuto la sua parte: un braccio
fasciato con un livido a forma cinquina che gli tinteggiavano il polso di viola
ne era la prova, ma d’altro canto era
solo un piccolo prezzo.
Gli
avrebbe sparato? Mh forse no … forse .
Desiderava
che avesse un risveglio fantastico così chiamò l’infermiera di turno, la quale sopportava i suoi deliri da ore e ore, la quale si
presentò con aria scocciata guardandolo di sottecchi.
<<
… potrebbe farmi un immenso favore ?
>> l’infermiera, paffuta, lo fissò sconcertata e sbuffò.
<<
le assicuro, signor Castle, che è
normale. Si riprenderà presto … >> recitò di nuovo come un mantra .
<<
oh lo so … me l’ha assicurato già dieci volte nell’ultima mezzora >> sorrise sardonico << intendevo un altro
tipo di favore, se non le spiace >> e l’infermiera ciondolando sparì poco
dopo con gli ultimi desideri di quello scrittore che aveva scoperto essere
molto, molto insistente.
Quando
Kate Beckett aprì gli occhi vide la luce del mattino che filtrava dalle
finestre, ma non le diede fastidio.
Si
sentiva stanca, distrutta, così tanto che faticava a ricordarsi dove fosse o
cosa fosse successo.
<<
Kate … >> sussurrò l’uomo accanto a lei e inevitabilmente sorrise. Aveva
una voce preoccupata e poi si ricordò di avergli promesso una pallottola in
fronte poche ore prima. Stava esagerando, ora era semplicemente felice che
fosse lì e si sarebbe guardata bene dal prendere la sua pistola che, per altro, non sapeva nemmeno dove fosse . Lui le stava
stringendo una mano … chiuse le dita attorno alle sue e respirò profondamente
cercando di lenire quella spossante stanchezza che la immobilizzava.
Poi
l’odore classico di disinfettante le ricordò che quelle pareti rosa erano di un
ospedale.
Kate
richiuse gli occhi cercando poi di mettere a fuoco il suo viso .
<<
ehi ciao … >> sussurrò con voce roca.
Castle
le sorrise emozionato: << c’è qualcuno che vuole conoscerti … >> e
di scatto riaprì gli occhi tirandosi a sedere con una velocità pazzesca: il
dolore era sparito, la stanchezza no, ma fu facile ignorarla quando incontrò
gli occhi azzurri e sorridenti dello scrittore . Perse un battito per
quell’improvviso cambio di posizione, ma respirò profondamente ricordandosi in
un attimo la motivazione della sua presenza in quella stanza. Si morse le
labbra e per la prima volta vide la sua bambina che agitava i pugni tra le
braccia di Castle, avvolta nella coperta rosa che Martha le aveva regalato
prima che nascesse.
<<
oddio … >> le lacrime furono involontarie quando una delle piccole mani
si strinse attorno al suo dito << Johanna … >> sussurrò . Pianse e
rise nello stesso tempo incapace di bilanciare amore e felicità che si
sovrapponevano ad ogni battito di cuore.
Castle
si sedette sul letto e gliela porse e lei si appoggiò sentendo quel peso caldo
occuparle il petto. Era un calore di vita, ineguagliabile, era come abbracciare
uno spicchio di sole, pensò.
Era
bellissima, un miscuglio perfetto tra i due e, meravigliandosi, vide nei suoi
occhi anche sua madre . Sorrise e le accarezzò una guancia persa in quelle
emozioni nuove << è stata appena tolta dalle grinfie di tuo padre e da
Alexis e … meglio se tralascio ciò che mia madre ha combinato >> sussurrò
<< è bellissima … >> aggiunse con una voce zuccherosa e incantata
<< ti somiglia così tanto … >>
<<
ma … ha il tuo stesso profilo >> disse tra i respiri rotti dall’emozione.
Castle
ingoiò il groppo che gli stringeva la gola e tornò a parlare: << Alexis
le ha già dato un soprannome … piccola J … dice che suona bene >>
<<
è perfetto … lei è perfetta … >>
La
piccola bimba si mosse, spalancò gli occhi verdi e guardò entrambi prima di
richiuderli e stringere i pugni e addormentarsi così, un piccolo “ragnetto” tra
le sue braccia.
Castle
le accarezzò una guancia e chiuse gli occhi respirando il profumo di entrambe.
<<
ti amo … >> sussurrò << vi amo … >> corresse con un sorriso.
<<
grazie … >> mormorò lei spostando il peso della bambina su un braccio per toccare il viso del suo scrittore <<
ora è tutto … perfetto >>
<<
per sempre >> aggiunse posando le labbra sulle sue.
<<
mi dispiace di aver urlato quelle cose … >>
<<
mi meriterei di peggio … un po’ la colpa è anche mia >> mormorò con una
smorfia.
<<
affatto >> Kate posò la mano libera sulla sua guancia, rigata da una
lacrima invisibile, e sorrise.
<<
davvero … mi dispiace >> mormorò mordendosi le labbra appena notò il
polso fasciato dello scrittore.
<<
ehi, non è niente Kate … sono straordinariamente felice, non m’importa ...
>>
Sorrise
e posò lo sguardo sui ricami della
copertina rosa dove la scritta “ Benvenuta Johanna Rose Castle” brillava d’argento.
L’attimo
dopo sette persone esagitate entrarono come furie nella stanza e non ci fu più
pace.
Per
la prima volta Kate non si vergognò di piangere davanti agli altri.
Per
la prima volta vide la speranza di una vita bellissima davanti a lei.
Se credete
che sia finita qui vi sbagliate!
Mi diverto
troppo a scrivere queste shot e dovrete sopportarmi ancora un bel po’! XD
Spero vi
sia piaciuta … io me li sono immaginata così in un prossimo futuro , spero, non
molto lontano!
Grazie di
averla letta!
A presto!
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