Promises in the
wind
Parte 1:
Don’t forget me
Non
dimenticarmi
Era un pomeriggio di febbraio, uno come molti altri. Il
piccolo Conan era sovrastato dalla moltitudine di bambini che
scappavano fuori da scuola, felicissimi per quell’ultima
campanella, che li aveva definitivamente liberati da quel tormento
giornaliero. Almeno finché la sveglia successiva non li
avesse riportati alla realtà. Il sole era alto nel cielo, e,
come sempre, Lui e Haibara erano gli unici che non si lasciavano
prendere da quella frenesia. A dirla tutta però, Ai si stava
godendo l’ammirazione di alcuni compagni di classe, che le
avevano regalato dei cioccolatini. Di lì a poco, in effetti,
sarebbe stato San Valentino. In effetti, nella sua vita, perennemente
controllata dall’organizzazione, non doveva aver avuto molte
occasioni di festa come quella. Lui invece ne aveva viste
così tante che non si eccitava più per una
festicciola tra ragazzini. Se fosse stato Shinichi, si sarebbe
impegnato per dare a Ran un bel regalo, ma…
Guardò infastidito anche Genta e Mitzuiko, impegnati a
corteggiare Ayumi, spacciandosi per bambini obbligati dalla madre a
quel gesto. Di sicuro non si sarebbero mossi prima di un buon quarto
d’ora. Sarebbe dovuto andare a casa da solo.
- Conan, siamo quaggiù! – esclamò Ran,
mentre il ragazzino, vedendo lei e Sonoko, le raggiungeva.
- Cosa ci fate qui? – domandò Conan, fissandola.
Di solito tornava a casa insieme ai suoi amici quindi non pensava di
trovarle lì.
- Oggi passavamo e abbiamo deciso di venirti a prendere.
Così puoi tornare a casa con noi. -
- Oh, beh, grazie… - rispose lui.
Ran lo prese per mano, facendolo leggermente arrossire. Quel giorno
aveva avuto uno strano presentimento, decidendo di passare a prendere
Conan. Insieme, percorsero la strada di casa, la stessa di sempre,
chiacchierando del più e del meno, dei voti scolastici e di
altri argomenti cui Conan non si interessava minimamente. O almeno, non
più, da quando non si poteva più permettere di
ridere e scherzare con loro, di prendere in giro i prof… Ma
da quando non era più Shinichi, tutti i divertimenti, anche
minimi, di un tempo erano svaniti. Persi nel nulla.
Ma in quel caldo pomeriggio di sole, alquanto inusuale per la stagione,
fu Sonoko, con la sua impareggiabile parlantina, che aveva la
facoltà di arrivare sempre nel momento sbagliato, a far
scoppiare la scintilla di quello che sarebbe successo da lì
in poi.
- Tra poco è San Valentino, hai già preparato i
cioccolatini per il tuo maritino? –
«Maritino» pensò Conan, stizzito.
«Ancora con questo ridicolo nomignolo…»
- Di chi stai parlando? – domandò Ran.
«Ran… è possibile che tu faccia la
stessa domanda ogni volta? Neanche tu riesci a passare per una persona
tanto ingenua…» pensò. Se fosse stato
Shinichi Kudo, probabilmente gliel’avrebbe detto ad alta
voce, ma come Conan non poteva. Ma se fosse stato Shinichi Kudo, e non
il piccolo bambino perso nella routine di quei pettegolezzi che seguiva
distratto, avrebbe notato che nel tono di Ran questa volta non
c’era più imbarazzo, ma un’ombra cupa
che non avrebbe tardato a farsi sentire.
- Piantala, Ran! – esclamò divertita Sonoko.
– Sto parlando di Shinichi Kudo, hai presente? –
Un altro giorno, Ran sarebbe arrossita esclamando “Ma cosa
dici!” e “Non è per niente
vero!” e Conan si sarebbe unito al coro, beccandosi sguardi
di sospetto e disapprovazione.
Ma non era un altro giorno, e, visto che certe cose capitano sempre nel
giorno sbagliato, quel giorno, Ran si bloccò nel sentire il
nome di Shinichi. Abbassò lo sguardo e strinse la mano di
Conan tanto forte da fargli male.
Cupa e decisa, come quando qualcuno la faceva arrabbiare e lei stava
per tirare un calcio, scandendo ogni parola, tentando di mascherare la
rabbia, disse:
- Non… pronunciare… quel…
nome… -
Conan la fissò. Non aveva mai reagito così. Aveva
pianto, lo aveva snobbato, aveva riso, aveva minimizzato. Aveva fatto
tante cose in risposta al suo nome, ma quello mai.
Non ci fu bisogno di domande, perché l’ombra
scivolò via dal viso di Ran, che, con le lacrime agli occhi
spiegò:
- Io lo amo, lo amo tantissimo. Ma lui mi sta facendo solo male. Non
posso andare avanti così, devo dimenticarmene. Per sempre.
–
«Ran…» pensò amaramente
Shinichi, con un tuffo al cuore. Aveva sempre saputo che quel momento
sarebbe arrivato. Ma aveva sperato. Aveva creduto nei sentimenti che
provavano l’una per l’altro. Ma evidentemente, i
sentimenti non bastavano. E lui lo comprendeva, purtroppo, quindi non
poteva neanche permettersi di essere in collera.
- Ci ho pensato molto a lungo negli ultimi tempi. Ma oggi ho deciso.
Shinichi Kudo è uscito dalla mia vita. Per sempre.
–
Come pugnali, le parole della ragazza trafissero Conan. Aveva appena
detto che lui non esisteva più nel suo mondo. Nella sua
vita. E invece era ancora lì, che camminava affianco a lei.
«Se almeno non mi stesse tenendo la mano, forse non sarebbe
così tremendo». Pensò il bambino,
mentre le lacrime iniziavano a salirgli agli occhi.
- Oggi è finita. Da tempo c’era un altro ragazzo,
Ishimaru Michiko, che mi faceva la corte, ma l’avevo sempre
rifiutato. Oggi ho accettato di stare con lui. –
Questa volta fu Conan a stringere la mano di Ran tanto da farle male.
Non l’aveva dimenticato e basta, no, l’aveva
sostituito. Come si fa con un giocattolo vecchio. Le lacrime caddero a
terra, producendo un rumore impercettibile. Era finita. Finita per
sempre. Un pensiero sfuggente ritornò alla sera in cui Ai si
era rivelata essere Sherry. In quell’occasione, aveva
definito Agasa il tramite fra lui e Shinichi. In quel momento
capì quanto la ragazza si era sbagliata. Era Ran
l’unico collegamento con Shinichi, e la riprova fu quanto si
sentì piccolo, per la prima volta adatto alle sue dimensioni
attuali.
- Ran, sei sicura? Ma se lo ami… perché lo lasci?
– Sonoko adorava scherzare, ma questa volta aveva capito di
averla combinata molto, molto, molto grossa.
- Shinichi non c’è. Manca da troppo tempo. Non
chiama mai. Ogni giorno temo che gli sia successo qualcosa. Ogni giorno
arrivo a pensare che sia morto, in pericolo o chissà
cos’altro. È un assente ingiustificato, quindi non
può essere riammesso nella mia vita. –
Conan non c’è la fece più. Fece
scivolare la sua mano da quella di Ran e corse via.
- Conan! – gridò sorpresa la ragazza, senza
però ricevere risposta.
Shinichi corse, come non aveva mai fatto nella sua vita da bambino,
forse nemmeno nella sua vita da adulto. Si sentiva come un criminale in
fuga. In fuga dal suo stesso cuore.
Superò in men che non si dica la porta
dell’ufficio di Goro e si infilò
nell’appartamento.
Ran lo raggiunse solo svariati minuti più tardi, non era
riuscita a tenere il passo con la corsa disperata e sfuggente del
ragazzino.
Lo trovò rannicchiato in un angolo, con la testa incassata
nelle ginocchia. Singhiozzava insistentemente, forse non si era accorto
di lei. Gli occhiali erano appoggiati a terra affianco a lui. Senza
quegli occhiali sembrava proprio… no. Respinse quel nome con
tutta la sua forza, ma non poté evitare il ricordo che
riemerse nella sua mente, sulla sua infanzia con il detective.
Se lo ricordava come se fosse successo qualche giorno prima.
Incredibile pensare che fossero passati dodici anni da allora.
La prima volta che aveva visto Shinichi piangere.
___________________________________
** Post-it di Sherry
**
Dunque, alzino le
mani coloro che speravano di non sentirmi più xD oh,
beh...Invece rieccomi qui, a intasare EFP!
Sì. Nuovo finale (ancora??) ebbene sì, ancora!
Promises in the wind, per i più negati in inglese, Promesse
nel vento!
Le novità di questa fic? Beh, innanzitutto, dalla mia fic ho
potuto io stessa percepire un enorme cambiamento (in meglio) del mio
stile dalla prima che ho scritto. Si avvicina molto di più
allo stile di "Forever our destiny" (non come trama, chiaro) anche se
qui è molto più evidente.Poi, seconda cosa, ho
deciso di iniziare a scrivere i titoli in inglese, perchè
è più altisonante xD E la terza novità
la trovate alla fine del mio commento ;-)
Dopo avervi enormemente annoiato, ringrazio i recensori della
sopracitata fic (scusandomi se non li elenco, ma sto scrivendo con una
mano e facendo i compiti con l'altra)
Beh, che dire, tenetevi forte, perchè sarà la
più lunga che abbia mai scritto!
Commentate, per piacere!!
^.* Sherry
Nel
prossimo capitolo di Promises in the wind
Scelte. Noi, in fondo, cosa siamo se non il risultato
delle nostre scelte?
Giuste o sbagliate, le scelte che facciamo segnano la nostra strada, e
non possiamo più tornare indietro.
Una scelta e una promessa. Ma dopotutto, non sono la stessa cosa?
Il prossimo capitolo di
Promises in the wind: The choice and the promise.
"Non mi
lasciare sola anche tu."
|