Un dolore curato dal profumo dei fiori
Un dolore curato
dal profumo dei fiori
Come tutti gli anni, Demetra aspettava. Sdraiata sul
terreno gelido di fine inverno, incurante della neve che sciogliendosi le
inzuppava la veste, semplicemente aspettava.
Era rimasta lì, quasi senza muoversi, per quasi sei mesi.
Cominciava a sentire male alle ossa. Doveva muoversi, ma non aveva abbastanza
forza. Si sentiva svuotata di ogni sentimento. L’unica cosa che percepiva era
il dolore al cuore: la consumava sempre di più man mano che il tempo passava.
Era un’attesa infinita, struggente. La mancanza di
Persefone era ogni minuto più dolorosa.
Sarebbe tornata? Ade aveva sempre rispettato l’accordo, ma
chi garantiva che anche quella volta si sarebbe risolto tutto per il meglio? L’aveva
già rapita una volta. Cosa gli impediva di tenerla prigioniera nell’oltretomba
per sempre?
La lealtà verso Zeus? Lo disprezzava per averlo confinato
negli Inferi. Sicuramente non si sarebbe curato di lui né tantomeno delle sue
punizioni.
Il rispetto verso di lei? Anche se era sua sorella, la
conosceva a malapena. Come poteva sentirsi legato a lei?
Si disperava, la povera Demetra. Le lacrime che fino ad
allora era riuscita a trattenere le scesero sulle guance. Accorgendosene, la
dea anziana mosse le mani intorpidite per scacciarle.
-Madre?-
Demetra spalancò gli occhi. Era davvero così disperata da
immaginare la dolce voce di sua figlia? La dea prese a ridacchiare
istericamente.
Delle braccia la tirarono su e Demetra incontrò i
bellissimi occhi di Persefone. Erano colmi di preoccupazione, ma sempre
stupendi.
-Tesoro sei veramente tu?- Demetra non riconosceva la sua
voce tanto era flebile.
La sua visione annuì. –Sono io- la abbracciò, avvolgendola
nel suo delicato profumo di fiori. Mentre la stringeva, Demetra sentì il gelo
sparire dal suo corpo e le forze ritornarle.
Poi, all’improvviso, Demetra di staccò dall’abbraccio,
prendendole il viso tra le mani. Era caldo e giovane.
-Stai bene?- le chiese, preoccupata.
Persefone annuì ancora. –Me lo chiedi sempre. Ade mi
tratta bene-
Demetra inarcò un sopracciglio. –Lo spero per lui-
Mentre la figlia rideva, la dea più anziana si alzò in
piedi, scrollandosi la neve via dal corpo. Tese la mano a Persefone, che la
afferrò non smettendo un attimo di ridere.
Si allontanarono così, mano nella mano, e intorno a loro
sbocciarono le prime margherite.
Note:
Ciao a tutti!
Eccomi qui con una storia partorita in un momento strano.
E’ la terza e se non l’ho ancora detto fa parte di una serie: “Un sacrificio
per gli dei”.
Ho scritto, per ora, una storia su Afrodite e Efesto,
Artemide e Apollo. Questa è la terza (l’ho già detto, lo so).
Non serve che leggiate le altre, non sono collegate, ma mi
farebbe piacere se andaste a darci un’occhiata.
Cosa dire ancora? Spero che vi piaccia!
Baci,
Aelle
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