GOING AHEAD ‘N’
COMING BACK
1. EVERYDAY LIFE
I'm glad when I'm makin'
love to you
I'm glad for the way you make me feel
I love it 'cause you seem to blow my mind
Everytime
I'm glad when we walk you hold my hand
I'm happy that you know how to be a man
I'm glad that you came into my life
I'm so glad
Jennifer Lopez- I’m glad
La scrivania era piena di carte senza un ordine preciso,alcune semplicemente macchiate d’inchiostro,altre
coperte da una calligrafia elegante e contrassegnate da firme,altre ancora
chiuse da ceralacca rosso brillante.
Delle mani importanti rovistarono tra i fogli spargendoli
disordinatamente ai lati del tavolo,urtando gli
oggetti che ci stavano sopra e rendendo tutto più caotico.
Un sospiro esasperato e due dita si intrecciarono
attorno alla tazza di caffé che aveva macchiato qualche foglio. Un sorso
e un altro sospiro.
Il ragazzo si lasciò andare sulla sedia passandosi
una mano tra i capelli corti e castani,che lo
rendevano più adulto di quanto non fosse in realtà.
Si umettò il labbro indeciso e si alzò di
nuovo incamminandosi verso il grande corridoio alla
sua sinistra.
Con passi decisi raggiunse una porta di legno contrassegnata
da una targhetta in ottone che risplendeva quasi volesse sottolineare
la sua importanza in quel posto. Bussò un po’ incerto e
aspettò che la voce lo invitasse ad entrare nella stanza.
Quando aprì la porta non
poté trattenere l’agitazione e prese a grattarsi la nuca in modo
quasi frenetico.
La figura che stava dietro la scrivania teneva la testa
china ed era impegnata a scrivere su una grande
pergamena raffinata,che il ragazzo riconobbe essere una pratica piuttosto
importante. Quando l’uomo finì di
scrivere alzò lo sguardo su di lui e la sua espressione seria si
aprì un sorriso sereno.
“Oh Bonar,problemi?”
Il ragazzo si fece prendere dall’ansia e si
schiarì la voce più volte prima di iniziare a parlare
“Generale…intendevo Signor Generale…Signore,le
pratiche che cercava…non le trovo,Signore”
Il Generale,che non era altro che
un giovane uomo dai tratti solari e dei caldi capelli rossi, sorrise al
comportamento della recluta ricordandogli i suoi primi giorni di lavoro.
“Non preoccuparti Bonar,non è colpa tua. Ha chiamato mia moglie,le pratiche sono a casa” il Generale alzò gli
occhi al cielo sorridendo “Senza quella donna sarei perso”
La recluta abbozzò un sorriso e sentì
l’adrenalina accumulata lasciare il suo corpo. Non era mai bello essere
il nuovo sul posto,ma era contento di avere un capo
tanto…umano.
Improvvisamente la porta si spalancò rivelando un
uomo dai capelli corvini e scintillanti occhi verdi.
“Ron,lo sai che
oggi…” si fermò di botto quando vide il ragazzo castano
stare immobile al centro della stanza “…oh,scusa non sapevo fossi
impegnato”
L’uomo dai capelli rossi ridacchiò
“L’avresti saputo se tu avessi bussato,come
fanno tutti i tuoi colleghi,Potter”
Il moro storse il naso in una smorfia divertita
“Questo perché tutti ti considerano il capo qui dentro” si
voltò con un sorriso verso il novellino che li guardava confuso e anche
un po’ intimorito “Dì un po’ ti pare
che abbia l’aspetto di un Generale?”
Bonar spostò lo sguardo da
Harry a Ron con un certo disagio. Il Generale rise alzandosi dal suo trono e si
portò accanto a lui poggiandogli una mano sulla spalla,senza
abbandonare il suo sorriso.
“Non farti impressionare Bonar.
Se Potter
si permette di dire certe cose è perché
mi conosce da quando ero alto quanto un soldo di cacio,altrimenti l’avrei
sbattuto fuori dal mio ufficio a suon di calci in culo”
Harry rise “Vorrei proprio
vederti!”
Ron scosse la testa alzando gli occhi al cielo “Che
cosa vuoi,comunque?”
“Te ne sei dimenticato,non
è vero?” sospirò l’altro rassegnato “Devo
venire a casa con te,Hermione ha bisogno di certe formule che ha elaborato a
lavoro con Ashley. Se sono entrato senza bussare è perché avevo paura che saresti
andato senza di me”
Il rosso si grattò la nuca “Davvero mi avevi detto che saresti venuto con me?Ma sei sicuro?” Harry
alzò gli occhi al cielo e Ron spostò lo sguardo sul ragazzo che
continuava a stare immobile al centro della stanza “Bonar,perché
non ti unisci a noi?”
Il ragazzo sembrò risvegliarsi tutto ad un tratto e
spalancò la bocca incerto “Co-come signore? ...Signor Generale, intendevo”
I due uomini si scambiarono un’occhiata divertita e
Ron tornò a rivolgersi a lui “Mi piacerebbe
che ti sbrigassi tu di quelle pratiche. Passi a casa mia a prenderle e poi sei
libero di andare. Ti inviterei anche a cena ma
ultimamente ho già abbastanza bocche da sfamare”
Harry rise di gusto “Dì piuttosto che stai mettendo su una scuola!”
Bonar aggrottò le
sopracciglia e squadrò il Generale da capo a piedi “Lei…lei ha figli Signore?”
Ron si spostò dietro la scrivania cominciando a
riordinare le ultime cose con un sorrisino stampato sulla faccia “Oh,eccome se ne ho. Ne ho sei:due
femmine e quattro maschi”
La mascella di Bonar
cominciò a crollare velocemente verso terra e i suoi occhi si ingrandirono a dismisura “Sei?Ha veramente sei
figli? Mi sta prendendo in giro?” Ron si limitò a scuotere la
testa col solito sorrisino “Ma…ma…mi scusi
ma quanti…”
“Trentacinque” lo interruppe lui senza alzare la
testa dalla scrivania “Ho trentacinque anni”
Harry cercava di trattenere le risate
mentre guardava la faccia del novellino assumere un’espressione
sempre più incredula. Aveva allargato così
tanto gli occhi da sembrare il fratello di Luna Lovegood.
“Ma come si fa ad avere sei bambini a trentacinque anni?!”
Questa volta Harry scoppiò a ridere facendo arrossire
il ragazzo che abbassò lo sguardo repentinamente. Ron gli rivolse un
sorriso rassicurante.
“Non farci caso,è che
tutti reagiscono così la prima volta. E’ la frase che mi sento
dire più spesso”
Il novellino impallidì “Non intendevo
offenderla Gen…Signor Generale”
“Non mi hai offeso,Bonar, trovo che la tua sia una domanda più che
lecita. Anche io mi sarei sorpreso se,quando avevo la
tua età, qualcuno mi avesse detto di avere sei figli a trentacinque
anni”
Harry rise ancora più forte
“Ma non dire stupidate!Tu alla sua età ne avevi già
due di bambini!”
Ron arrossì e si schiarì la voce “Ad
ogni modo,devi pensare Bonar
che quando io ero giovane…cioè più giovane di
adesso…c’era ancora la guerra. E’ questo ha
creato un sacco di confusione tra le famiglie e le giovani coppie. Quando ho sposato mia moglie avevo solo diciotto anni”
“Già” riprese il discorso Harry
appoggiandosi alla parete “io ne avevo
più o meno una ventina quando ho sposato Ginny”
“E conta che il mio figlio
più grande ha diciassette anni. E in poco tempo mi sono ritrovato con
altri cinque figli,un cane,un gatto e tre gufi”
Harry aggrottò la fronte “Io ancora non capisco
di cosa ve ne facciate di tre gufi”
Ron assunse un’espressione stanca “Parli bene tu,i tuoi figli non sono ancora in piena adolescenza!”
Bonar li guardò un
po’ e si grattò la nuca imbarazzato
“Credete che sia grave a vent’anni non
avere uno straccio di ragazza? Tornare a casa ed essere solo,stare
in silenzio e mangiare solo pizza davanti alla tv”
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo e sospirarono
“Bei tempi quelli!”
*
Hermione si era posizionata in
cucina davanti alla finestra. Le piaceva cucinare in quell’angolo,
poteva sentire i suoi figli urlare e divertirsi e controllare che tutto andasse
bene. Le infondeva una tranquillità, quella sensazione di essere a casa,
che nessun’altro posto poteva darle.
Sentì improvvisamente un rumore sordo e si
bloccò un attimo tendendo un orecchio. Quando
sentì le voci di due dei suoi bambini cominciare a litigare sorrise e
riprese a sminuzzare il prezzemolo.
Sobbalzò quando sentì
qualcosa di peloso sfiorarle le gambe,ma si accorse che era solo il loro
vecchio cane dal folto pelo rosso e il muso più dolce che un cucciolo
potesse avere.
Hermione gli sorrise “No Panfolo, ancora non c’è niente da
mangiare”
Il cane la guardò un po’ e si mise seduto al
suo fianco. Ad un certo punto si rialzò e abbaiò un paio di
volte.
Automaticamente Hermione alzò la testa verso la
finestra e lasciò stare tutto quello che stava
facendo per correre fuori.
Stava quasi per varcare la soglia di casa
quando si accorse di indossare le sue pantofole preferite,le tolse in
fretta e cominciò a correre per il prato umido,scalza e sorridente.
Con un balzo si aggrappò a Ron legando le gambe
dietro la sua schiena e attaccandosi bisognosa alle sue
labbra.
Ron,che non l’aveva vista,
rimase un attimo sorpreso ma la strinse forte a sé lasciando che
approfondisse il bacio.
“Mi sei mancato” disse lei sussurrando
dolcemente contro le sue labbra,senza accennare a
volersi staccare da lui
Ron rise “Amore,abbiamo
ospiti”
La giovane donna si staccò subito da lui e si
guardò intorno fino a che non vide il ragazzo che imbarazzato si era
rifugiato alle spalle di Harry. Tornò a posare i piedi a terra e con
lieve imbarazzo gli tese la mano.
“Salve,io sono Hermione Weasley, la moglie di Ron. Scusami per il mio comportamento
ma Ron ha la bruttissima abitudine di non avvisare mai quando
porta gente a casa”
Ron arrossì leggermente e il ragazzo rise
“Piacere di conoscerla,signora. Ha veramente una casa meravigliosa!”
Hermione si scambiò uno sguardo divertito col marito
“Ma se non sei ancora entrato”
Bonar arrossì così tanto che rischiava di andare al fuoco
“Sì,ma…insomma in confronto a casa mia è una
villa!Quanti piani ha?due?”
“Tre,ma il terzo è
solo la camera di James e il balcone”
Il gruppetto si incamminò
verso casa e Hermione si offrì per prendere il giaccone di Bonar. Il ragazzo si stupì di quanto rumore ci fosse in quella casa,ma dopotutto, pensò, con sei
figli era inevitabile. E quel trambusto non era fastidioso,
ma allegro e solare.
Harry si accomodò sul divano con un sorriso e fece
cenno al novellino di sedersi al suo fianco. Con un altro cenno della testa gli
indicò Ron che aveva assunto un’espressione stanca,mentre la moglie lo rassicurava con un bacio sulla tempia. Bonar continuava a non capire.
“Ragazzi,papà è
a casa!”
Improvvisamente ci fu il silenzio e poi, come se fosse stata
la quiete prima della tempesta, il trambusto raddoppiò seguito da passi
veloci che scendevano le scale.
In un secondo Ron si ritrovò davanti una mandria di
teste rosse che urlavano per farsi capire. Ron sospirò esasperato.
“Basta!Mettetevi in fila!In fila!”
I ragazzi si calmarono formando una fila indiana dal
più grande al più piccolo, tutti straordinariamente rossi. Bonar li fissava sbalordito.
“James”
“Papà,posso avere
venti falci?”
Ron lo guardò un po’ con aria stanca
“James,te ne ho date trenta l’altro
ieri!”
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli color
fiamma che ricadevano sugli occhi “Lo so,ma
dovevo portare fuori una ragazza!Dovevo fare buona impressione!”
“E adesso a che ti
servono?”
James scosse le spalle semplicemente “Per
un’altra ragazza”
Ron sospirò rassegnato e sfilò venti falci dal
portafoglio porgendole al figlio che si volatilizzò non appena ebbe il
denaro in mano. Alzò gli occhi per incontrare lo stesso azzurro nella
sua secondogenita.
“Papino,domani
sera Kelly fa una festa a casa sua,saremo solo pochi
amici. Posso andarci?”
Ron inarcò un sopracciglio “Sei
sicura che non girino alcolici a questa festa?”
“Sicurissima!”
“Alex, spero che tu non mi
stia dicendo bugie. E ti
voglio a casa per le undici e mezzo!”
La ragazza lo guardò come se fosse pazzo “Ma
papà…”
“Niente ma!”
Alex si imbronciò
per un attimo ma decise che sarebbe stato meglio non replicare. In fondo alla
festa ci sarebbe andata. Nel lasciare la stanza passò davanti a Bonar e gli rivolse un sorriso giocherellando con una
ciocca di capelli rossa come il fuoco.
Ron alzò gli occhi al cielo e si focalizzò sul
ragazzo che gli stava adesso di fronte.
“Micheal”
Il ragazzo,che non aveva più
di tredici anni, tornò ad urlare emozionato come aveva fatto quando era
entrato “Ieri io e Matt siamo andati a Diagon Alley e sai cosa
c’era? La nuova Nimbus 3000!
Dovresti vederla,papà, va come le schegge!Nessuna
scopa è più veloce di quella!E’ la migliore in
circolazione!”
Ron fece una smorfia sarcastica “Fammi
indovinare…vuoi che te la compri?”
Micheal si infervorò
ancora di più “Papà,tu non capisci!Io devo avere quella
scopa! E’ la cosa più stramegagalattica che ci sia!
Con quella scopa vinceremo il campionato senza sforzo!E anche Matt la comprerà!”
Harry, che se n’era rimasto con un sorrisino seduto
accanto a Bonar, si alzò in piedi con aria
incredula “No,no,no aspetta un attimo!Questo
è tutto da vedere!Non comprerò un’altra scopa a Matt, ha già la sua e funziona
d’incanto!”
Micheal fece un verso di delusione
e si voltò supplichevole verso il padre che scosse la testa “Hai sentito lo zio,no? Avete già delle ottime scope,non hai bisogno di un’altra. Adesso fila di sopra a fare i compiti!Manca una settimana all’inizio della
scuola e non ti ho mai visto con un libro in mano per tutta l’estate!”
Il ragazzino sbuffò e il fratello più piccolo
gli diede uno spintone per farsi avanti. Teneva in mano un cacciavite ed era tutto
sporco d’olio. I capelli da rossi erano diventati color
mattone sporco. Ron lo guardò dalla testa ai piedi.
“E tu cos’hai
combinato?”
Il ragazzino,con degli scintillanti
occhi scuri, si pulì il viso con una manica “Ho cercato di
smontare il motore di una macchina” disse semplicemente “Senti,posso
andare dal nonno domani?”
Ron si scambiò uno sguardo confuso con Hermione che gli sorrise dolcemente “Dal nonno?!Da quando in qua
hai così tanta voglia di andare dal nonno?”
Il piccolo fece un sorriso “Da
quando ha un computer! Ha detto che possiamo
smontarlo insieme se ho voglia”
Ron sospirò “Simon,non
puoi smontare tutto ciò che ti capita a tiro. Quella roba costa
tantissimo, mi va bene finché smonti vecchie radio ma
non voglio che smonti niente che abbia molto valore”
Simon parve pensarci un po’ su e poi si aprì in
altro sorriso “Allora puoi comprarmi
un’altra radio?”
“Simon…”
“Una piccola!”
“Vedremo cosa possiamo fare” il ragazzino
abbracciò forte il padre e uscì di
casa,probabilmente per finire di smontare il motore della macchina.
Ron sospirò pesantemente e si passò una mano
sugli occhi. Stava quasi per voltarsi e rilassarsi sul divano quando
notò una massa di capelli ricci e rossi che teneva per mano
l’ultimo dei suoi figli.
“Ciao papino!” lo
saluto la bimbetta con un sorriso
Ron si sciolse in uno sguardo dolce “E voi due,cosa dovete dirmi?”
La bimbetta guidò in avanti il fratellino che con
passi incerti porse un foglio a Ron. Lui lo prese e lo
guardò abbozzando un sorriso. Sul foglio c’era una sfilza di omini più o meno stilizzati con i capelli rossi,e
solo uno con dei gonfi capelli castani.
“Lo abbiamo fatto per te! Ben ha disegnato la
mamma!”
Ron si voltò verso i due uomini seduti sul divano con
un sorriso “Dio quanto mi piacciono i bambini
quando sono ancora piccoli!”
Intanto la bimbetta si era avvicinata a Bonar
e lo studiava seria. Improvvisamente si aprì in un sorrisone
e gli tese la mano con una naturalezza disarmante.
“Ciao,io mi chiamo Thea.
Anche se il mio nome vero è Althea,come quella della mitologia, la conosci? Mamma mi ha
chiamato così perché non voleva essere l’unica in famiglia
ad avere un nome mitologico,ma a me il mio nome non
piace mica tanto,sai? Così tutti mi chiamano Thea. Mamma non è
molto contenta,ma alla fine si è dovuta
arrendere a chiamarmi così,anche perché papino
la chiama con un nomignolo pure a lei. Lo sai cos’è un nomignolo,vero? Tipo un soprannome. E tu come ti
chiami?”
Il ragazzo rimase a bocca aperta a fissare quel piccolo
scricciolo che non aveva respirato per tutto il tempo che aveva parlato “Jo-Jonathan”
Thea fece un altro sorrisone solare e allegro “Piacere
Jo-Jonathan,adesso vado a
leggere un libro.Ciao”
Bonar la seguì incredulo
con lo sguardo. Hermione rise e gli porse le pratiche di cui aveva bisogno
“Oh,non farci caso. Thea ha una parlantina
disumana”
“Già,chissà da
chi ha preso” disse sarcastico Harry “Comunque,io devo andare a
casa. Ginny mi aspetta,ha
chiamato prima e ha detto che abbiamo un allarme rosso”
“Oh” disse Hermione dispiaciuta “Matt o Sarah?”
Harry rilasciò un sospiro “Sarah” assunse
un aria sconfitta e si passò una mano sulla
faccia “Avrei preferito mille volte fosse stato Matt
ad avere problemi. Lui è un maschio,so come
prenderlo,mentre con Sarah…”
Ron si avvicinò e gli batté una rassicurante
pacca sulle spalle “Tirati su vecchio mio,pensa
che una delle mie figlie femmine ha sedici anni. A quell’età,
maschi o femmine che siano, sono distruttivi per un genitore”
Harry annuì e si avviò verso la porta. Bonar si alzò di scatto e lo seguì “Credo che andrò anche io. Devo finire queste pratiche
e ho…”
“…una pizza che ti aspetta” finì
Ron per lui
Il ragazzo arrossì ma sorrise “Già.
Allora arrivederci signora Weasley è stato un
vero piacere. Gen…cioè
Signor Generale”
Il ragazzo era già partito alla volta della porta quando la voce di Ron lo richiamò
“Bonar?”
“Sì,Signor
Generale?”
Ron si aprì in un sorriso “Cerca di rilassarti,non ho mai mangiato nessuno. Non fa nessuna differenza se
mi chiami solo Signore o solo Generale
Il ragazzo annuì e Harry salutò tutti prima di
chiudersi dietro la porta. Da dietro ad un angolo spuntò Alex che cominciò a sbirciare alla finestra tutta
interessata.
Hermione la guardò un attimo con un sorriso e scosse
la testa prima di rilassarsi sul divano accanto al marito.
“Papà, quel tizio lavora con te?”
Ron abbandonò la testa sul divano
mentre la figlia continuava a sbirciare alla finestra con un sorrisetto sulle labbra “Sì,è la nuova
recluta”
“Quindi è giovane?” chiese ancora lei
senza staccare lo sguardo dal vetro
“Sì,è
giovane”
“Davvero? E quanti anni ha?”
Ron alzò di scatto la testa facendosi male al collo,la scrutò per un attimo e rispose cupamente
“E’ troppo grande per te!”
Alex si voltò verso di lui
distogliendo per la prima volta lo sguardo dalla finestra “Cosa? Non
avrà più di vent’anni!”
“E tu ne hai sedici,devi
ancora finire la scuola e hai tutto il tempo del mondo per trovare un ragazzo
della tua età!Ma cos’è, hai paura di rimanere
zitella?”
Alex lo guardò furiosa
“No!Ma il fatto che tu abbia avuto la tua prima
relazione seria con mamma a diciotto anni suonati non significa che debba fare
altrettanto!”
Ron si alzò in piedi di scatto alzando la voce
“Io non ho avuta la mia prima relazione con…” si
bloccò di scatto lanciando un’occhiata ad Hermione che aveva
distolto lo sguardo facendo finta di non aver sentito “E nessuno ti sta
impedendo di avere le tue storie,quello che gradirei è che ti
concentrassi sulla scuola prima!I tuoi voti l’altro anno erano
così bassi…”
“Neanche tu eri una cima a scuola!”
“Sì,ma non
perché mi distraessi con le ragazze!Ero solo stupido!”
“A quanto pare non sei
cambiato molto!”
Hermione si portò una mano davanti alla bocca e si
alzò in piedi accanto al marito. Ron era rimasto di sasso,di tutto si sarebbe aspettato ma non questo. Rimase a bocca
aperta a fissare Alex che si mordeva furiosamente il
labbro.
Hermione fece un passo avanti “Tu puoi scordarti
quella festa domani sera,signorina!”
Alex spalancò la bocca
“Ma…ma…ma mamma!”
“Lasciala andare”
La voce di Ron fece voltare di scatto le due ragazze che lo
fissarono stupite. Ron aveva lo sguardo sconfitto e Hermione avrebbe
tanto voluto abbracciarlo e rassicurarlo che andava tutto bene.
“Vuoi andare alla festa? Vacci. Io me ne tiro fuori
questa volta. A cosa ti serve il mio consenso Alex? A
cosa può servire il consenso di uno stupido? Perché è
questo quello che pensi di me,non è
vero?” la ragazza rimase in silenzio “Vai alla festa e divertiti. Se ti succede qualcosa stavolta non contare su di me”
Ron lasciò la stanza sotto lo sguardo incredulo dei
presenti, il resto dei figli che aveva sentito le urla si era
appostata sulle scale, e Alex e Hermione
rimasero l’una di fronte all’altra in silenzio senza sapere cosa
dire.
Micheal si alzò dalle scale
e scosse la testa “E poi c’è davvero chi pensa che siamo una
grande famiglia felice!”
*
Harry arrivò nella sua piccola casa
stanco e annoiato. Non vedeva l’ora di tornare a casa da una
noiosissima giornata di lavoro,ma da quando Ginny l’aveva chiamato non aveva più avuto
questa grandissima voglia.
Harry Potter aveva due figli,un maschio e una femmina. Matt e
Sarah. Con Matt,il maggiore,
era tutto più facile essendo un maschio riusciva a capirlo meglio e
sapeva come prenderlo. Avendo poi la stessa età di Micheal
non aveva avuto problemi a crearsi un gruppo di amici
insieme al cugino.
Sarah era il suo vero problema. Dio solo sa quanto Harry adorasse quella bambina dai scintillanti occhi verdi come i
suoi. Così fragile e timida,così calma e
posata. Ma Sarah non era brava a fare amicizia,stava
spesso a casa da sola e Harry si disperava perché non sapeva mai come
parlarle, come starle vicino, come farla felice.
Appena entrato nell’ingresso
trovò Ginny ad aspettarlo con un sorriso.
Si avvicinò a lei e la baciò dolcemente sulle labbra.
“Ciao amore”
“Ciao,com’è
andata a lavoro?” chiese premurosa lei facendogli un massaggio sulle
tempie
Harry chiuse gli occhi per rilassarsi “Il solito.
Niente di niente. Comincio a preferire quei momenti pieni di Mangiamorte,sai?”
Ginny rise leggero e fece
scivolare le mani sul suo viso accarezzando quella barba incolta sul suo viso.
Harry sospirò “Sarah?”
“E’ di sopra,nella sua
camera”
Harry annuì e facendosi forza cominciò a
salire le scale. Rimase quasi un minuto e mezzo a fissare quella porta rosa
pallido prima di decidersi a bussare.
Sarah se ne stava seduta sul letto a guardare fuori dalla finestra, si voltò un attimo quando lo
sentì entrare e mormorò un debole ‘ciao papà’
prima di voltarsi nuovamente.
Harry si sedette accanto a lei “Tutto bene,cucciola?”
Sarah scosse la testa.
“Ne possiamo parlare?”
Sarah annuì.
Harry si trovò un po’ spiazzato e a dover
pensare velocemente da dove cominciare “Potresti cominciare
a dirmi qual è il problema”
“Non voglio andare ad Hogwarts”
Harry si voltò verso di lei di scatto pensando di non
aver sentito bene,ma da come la ragazza cercava di
nascondersi dietro ai suoi capelli d’ebano non ebbe più dubbi.
“Tesoro,cosa…cosa vuol
dire che non ci vuoi andare? Tu ci devi andare,è
una scuola e ti serve per imparare. Non puoi fare
magie senza quella scuola e tu sei una strega”
Sarah si voltò triste verso di lui
“Allora…posso andare in un’altra scuola,papà?”
Lui la guardò sconvolto e cercò di trattenere
il tono della voce da strozzato a normale “Perché non vuoi andare ad Hogwarts? Ci sono
stato io,c’è stata tua madre, tutti i
tuoi parenti…”
“Appunto” disse semplicemente lei
Harry la guardò spiazzato senza capire
“Come?”
La ragazzina si morse un labbro e abbassò lo sguardo
parlando con un fil di voce “Non ci voglio
andare ad Hogwarts
perché ci sei già andato tu. Tu e Matt.
La gente non vuole stare con me perché sono ‘la
figlia di Potter’ o se ci vuole stare è
perché spera di conoscerti”
Il padre la guardò sorpreso “E’
per questo che stai sempre da sola?” i pezzi del puzzle si stavano
riunendo in un filo logico adesso.
Sarah annuì “Non voglio
andare in quella scuola ed essere solo ‘la figlia di Potter’
o ‘ la sorella di Potter’. Io…io
sono Sarah,solo Sarah. E non
affronterò mai un Ungaro Spinato solo
perché il mio cognome è come il tuo”
Ad Harry scappò una risatina
e le guance di Sarah si tinsero di un rosato leggero “Pensi che sia una
sciocca a pensare questo?”
“No,tesoro. Penso che tu sia estremamente intelligente a pensare questo e credimi quando
dico che ti capisco. Quando scoprii di essere un Mago
avevo undici anni e tutto il mondo magico conosceva il mio nome,tutti parlavano
di me senza nemmeno conoscermi. Come credi che mi sia sentito?”
“Una merda” disse
Sarah storcendo il naso
Harry rise “Esattamente,una merda. Ma non dire a tua madre che ti ho
detto questa parola. Però, Sarah, io sono andato ad
Hogwarts e ho incontrato delle persone che non mi
hanno giudicato per il mio nome, delle persone che mi hanno visto solo come
Harry”
“Stai dicendo che devo
conquistarmi il nome Sarah?”
Il moro sorrise schioccandole un bacio sulla fronte
“Lo sapevo che il mio amore era intelligente.
Almeno quanto sua zia!”
Sarah rise e lo abbracciò forte “Non posso
essere intelligente quanto lei,zia Hermione è
un genio!”
“Pensa a come si sente zio Ron a suo confronto!”
Sarah rise forte lasciandosi andare tra le braccia del
padre. Harry sorrise guardando il sorriso della sua bambina,il
sorriso che finalmente aveva trovato e sperava non l’avrebbe più
lasciato.
“Papà?”
“Cosa c’è
tesoro?”
“Ti voglio bene”
*
Intanto al piano di sotto di quella stessa casa Ginny si era sistemata sul divano a leggere un bel libro.
Sapeva che sarebbe stato meglio lasciare padre e figlia da soli per un
po’, Harry sapeva sempre come coccolare Sarah.
Improvvisamente la porta d’entrata si spalancò
facendo sobbalzare Ginny. Ne entrò
un ragazzo alto,con dei scintillanti occhi scuri e i capelli tutti arruffati
dello stesso colore. Era completamente ricoperto di fango ed era difficile dire
di che tonalità fosse la sua pelle.
Ginny balzò in piedi appena
lo vide e gli si avvicinò sbalordita “Ma
come diavolo hai fatto a conciarti così?”
Matt si limitò a scrollare
le spalle in un gesto quasi impercettibile da quanto il fango gli si era
attaccato addosso “Nulla ma’ ho solo giocato a Quidditch”
Ginny lo guardò orripilata
dalla testa ai piedi “Ma dove sei andato a
giocare? In una sabbia mobile?”
Matt storse il naso e il
campanello suonò. Entrambi si girarono
impulsivamente verso la porta e Ginny si mosse
automaticamente per aprire ma Matt la superò
in due passi.
“Vado io, tanto sarà sicuramente Josh che ha dimen…”
Ma quando Matt aveva aperto la porta non aveva trovato Josh.
Davanti a lui c’era una ragazza dai lineamenti quasi adulti con dei liscissimi
capelli biondi e occhi azzurri. Matt la
squadrò da capo a piedi a bocca aperta e con gli occhi sgranati e fu
solo capace di dire con un filo di voce…
“Per la miseria!”
La ragazza sorrise spigliatamente “Ciao Matt”
Matt la guardò stranito per
un attimo e si voltò per vedere se stesse parlando con qualcuno alle sue
spalle,la ragazza rise forte ripetendo “Ciao Matt”
“Scusa,ci conosciamo?”
La ragazza lo guardò divertita
“Andiamo non fare il cretino! Sono May!
Hai presente la figlia di Nathan e Daisy,quella ragazza bionda con gli occhi azzurri che conosci
più o meno da quando sei nato?”
Matt spalancò la bocca
ancora di più e tornò a squadrare ogni centimetro della sua
figura come a volerle fare una radiografia “Miseriaccia,ma
che ti è successo? Sono solo tre mesi che non ti vedo e tu torni…così?”
May aggrottò le
sopracciglia “Così come? E comunque
quello a cui è successo qualcosa qui sei tu! Sei ricoperto di
fango!”
Si dette una rapida occhiata
“Oh” disse “E’ vero”
Lei lo guardò preoccupata “Sei
sicuro di sentirti bene?”
Matt annuì freneticamente e
May ridacchiò “Puoi
dire ai tuoi che papà ci porta a Diagon Alley sabato? Sarebbe carino se ci ritrovassimo là tutti insieme!”
“Certo! Certo che sarebbe carino! Carinissimo!”
La ragazza si avvicinò a lui facendo mulinare i
lunghi capelli biondi e gli stampò un bacio sulla guancia
“E’ stato un piacere rivederti Matt”
Matt la guardò scomparire
dietro l’angolo della strada con un sorriso da ebete stampato sulla
faccia “Oh,il piacere è stato tutto
mio!”
*
Una ragazza dai lunghi capelli neri scese le scale con
addosso solo una camicia,stropicciandosi furiosamente
gli occhi. Era stata svegliata dal dolce profumo della colazione e aveva
indossato la prima cosa che gli era capitata a tiro per scendere.
Hai fornelli un ragazzo dai capelli castani,che gli arrivavano fino alla nuca, cucinava nella quiete della
mattina canticchiando una canzoncina allegra.
Lei sorrise e si avvicinò facendolo voltare con il
rumore dei suoi passi.
“Ciao Ashley!” disse
lui con un sorriso,abbassò lo sguardo alla sua
camicia “Quella non è di certo tua”
La ragazza sorrise e gli stampò un bacio su una
guancia “Buongiorno amore” si prese una tazza di caffé e si
sedette al tavolo “Lo so,l’ho trovata ieri
sulla sedia. Devo averla tirata fuori per sbaglio”
Lui ridacchiò mentre serviva
la colazione in tavola “Immagino come sarà contento papà di
come tratti la sua roba: abbandonata sulle sedie!”
Ashley sorrise e lo guardò
seguendo come incantata ogni suo movimento, ma quello che più adorava
fare era fissarlo in quei bellissimi occhi blu che di certo non aveva preso da
lei. Lui ricambiò il suo sguardo e fece una smorfia.
“Vuoi smetterla di fissarmi a quel modo?”
Ashley abbozzò una risata
“Scusa Dean. Stavo solo guardando quanto sei
cresciuto”
Il ragazzo roteò gli occhi annoiato
“Mamma,non ricominciare”
Lei lo guardò un attimo e i suoi occhi si riempirono
di lacrime nonostante continuasse a tenere un sorriso sulle labbra. Le
asciugò in fretta e si alzò mettendogli le mani sulle spalle
“Oh,sta zitto e lasciami fare la mamma ogni
tanto! Eri un fagottino così piccolo e guardati
adesso: sei più alto di me!”
“Questo perché sei una nanetta”
ridacchiò lui cercando di alzarsi ancora di più gonfiando il
petto e assumendo una posizione imponente.
Lei lo guardò male e gli rifilò un pugno sul
braccio e, nonostante non avesse sentito il minimo dolore, lui si piegò
in due fingendo di essersi ferito mortalmente.
Ashley alzò gli occhi al
cielo con un sorrisino.
Dean la seguì in salotto e
si sedette sul divano a fianco a lei, che aveva cominciato a leggere una
rivista, iniziando a studiarne il profilo. Rimasero un po’ in silenzio in
quella posizione finché Ashley non chiuse il
giornale e lo guardò annoiata.
“Cosa vuoi?”
Dean fece un breve sorriso e
tornò a guardarla “Stavo solo pensando che a guardarti così
sembri così…”
Ashley inarcò un
sopracciglio “Così?”
“Così sola”
Ashley roteò gli occhi e
sbuffò,si alzò dal divano per sfuggire
alle grinfie del figlio che continuava imperterrito questo discorso da anni
“Non voglio sentire un’altra parola”
Dean la seguì in fretta
cercando di risultare casuale “Ma non
c’era quel tipo…quel Robert”
“Sì,quel Robert che ho scoperto essere amico di Fred
e George e che ti ha casualmente conosciuto e ti trovava delizioso” disse con una vocina stridula ed eccitata
Dean la guardò
un po’ deluso “Non era così male…”
“Dean,la
devi smettere di cercarmi dei ragazzi!Non mi interessa,d’accordo?Non
riesco a capire davvero perché ti impegni tanto a cercarmi un
fidanzato”
“Perché sei
sola” disse lui timidamente
“Io non sono sola!Io ho te,Dean!E sei così tanto per me che non ho bisogno di
un altro uomo nella mia vita!”
Il ragazzo sbuffò impercettibilmente e spostò
i capelli che troppo lunghi gli ricadevano sugli occhi “La verità
è che nessuno è come papà e che io sono quello che
più ci si può avvicinare,non è
vero Ashley?”
Lei sgranò gli occhi e si sentì mancare il
fiato. Abbandonò le mani lungo i fianchi e abbassò la testa come fanno i bambini piccoli che sono stati scoperti a fare una
marachella.
“Credi che sia una cosa stupida?”
Dean la guardò serio
“No,credo che sia autodistruttivo”
Lei tornò a guardarlo negli occhi “Non sono
ancora pronta”
“Sono passati sedici anni!” la guardò incredulo
“Dean”
“Ashley!”
Rimasero a fissarsi per un lunghissimo istante e quando Ashley si mosse,Dean allargò automaticamente le braccia perché
sapeva come sarebbe finita.
Ashley lo strinse forte a
sé appoggiando la testa sulla sua spalla e accarezzandogli dolcemente i
capelli in un gesto protettivo. Dopo un po’ scoppiarono entrambi a ridere
come due idioti.
“Ci manca solo la pizza e poi possiamo fare
concorrenza a Lorelai e Rory
Gilmore”
“Quella televisione ci ha rovinato!Maledetto aggeggio Babbano!”
“Forse dovrei smettere di fare l’amica,e fare solo la mamma”
“Forse dovrei smetterla di chiamarti Ashley,e chiamarti mamma”
Ci fu un altro momento di silenzio in cui entrambi rimasero a riflettere.
“Non ci riusciremo mai,eh?”
“No,direi proprio di
no”
*
Hermione percorse tutto il corridoio del
secondo piano con un enorme cesto di panni in braccio. Scansò in
fretta Simon che rincorreva Thea per farle il solletico e continuò il
suo tragitto con un sorriso sulle labbra,fino a quando
non arrivo davanti alla porta della loro camera da letto. Chiusa.
Hermione guardò la porta piena di amarezza
e lasciò il cesto dei panni per entrare nella stanza.
Ron se ne stava seduto sul letto nella penombra. Il capo
chino e le mani chiuse attorno a un giocattolo di Ben
e un’espressione veramente poco felice.
Hermione si avvicinò a lui e si sedette al suo fianco
posandogli un leggero bacio sulla tempia. Lui non si mosse e non diede segno di averla sentita,nemmeno quando lei intrecciò la
mano nella sua. Abbassò la testa ancora di più,e
a Hermione sembrò tanto di essere tornata indietro nel tempo quando a
scuola Ron veniva umiliato per le sue origini e per la sua goffaggine.
“Lo sai anche tu che non lo pensa davvero”
Ron espirò appena e si voltò lentamente a
guardarla. A guardare sua moglie,che nonostante tutti
questi anni gli era sempre rimasta accanto “Forse,ma questo non cancella
quello che è successo”
Hermione si alzò e si risistemò meglio sulle
sue gambe,prendendo il viso di Ron tra le mani e
baciandolo leggero sulle labbra. Ron, come se non avesse aspettato altro fin da quando era entrata, si impossessò delle sue labbra
togliendole dolcemente il respiro. La portò giù con sé non
accennando a voler terminare quello che aveva appena cominciato.
Hermione si staccò dalle sue labbra e gli
scansò i capelli dal viso “Ron, lo sai che non sei più un
ragazzino ora,vero? Sei un uomo. Un uomo che ha saputo
farsi un nome,una carriera e una famiglia e non ha
fallito in niente”
Ron fece un’espressione tra l’amaro e il
sarcastico “Davvero?A me sembrava piuttosto il contrario”
“Dico davvero,Ron”
Ron evitò il suo sguardo “Non mi sembra di aver
fatto niente di eccezionale nella mia vita”
“Stai scherzando?!”
chiese lei incredula “Di certo non l’ho giocata io una partita a
scacchi giganti per salvare Harry Potter!E non farmi
elencare tutto quello che hai fatto in sette anni di scuola perché ci
metterei tutta il giorno!E adesso Ron: sei un Generale!”
“Se sono un Generale adesso è tutta fortuna e
lo sai anche tu!” disse alzando la voce
Hermione lo guardò dura alzando anche lei la voce
“Se ti sentisse Ferguson ti prenderebbe
a schiaffi!”
“Ma cos’è,stai
cercando di litigare con me?”
“No!Sto cercando di farti ragionare!”
“Oh,certo. Devi farmi
ragionare perché sono così stupido che non riesco a farlo da
solo!”
“Ti sto facendo ragionare perché ti amo e non
sopporto di vederti così!”
Questa volta Ron si era calmato improvvisamente ed era
rimasto a fissarla mentre lei solo col suo sguardo
sembrava dirgli quanto lo amasse e quanto desiderasse stare con lui per sempre.
Le passò una mano sulle spalle e la fece distendere sul suo ampio petto,sul quale lei si accoccolò.
“Ti senti così inutile che non ti accorgi
neanche di quante cose belle hai fatto. E le hai fatte con le tue mani, Ron,è tutto merito tuo”
Lui le posò un bacio sulla testa “Aiutami a vederle
amore, perché io davvero non ci riesco”
Hermione sorrise “Pensa che a sei di loro posso
persino dare un nome e un cognome” fece una
piccola pausa come se dovesse pensare a come impostare il suo discorso
“Loro ti adorano Ron, sei il padre più bravo che possano
desiderare, li capisci, li aiuti, li stimi e li fai sentire importanti. E soprattutto dai loro tutto l’amore di cui hanno
bisogno”
“Faccio solo quello che dovrebbe fare
un padre”
Lei sorrise di nuovo “Esattamente”
Lui aggrottò la fronte “Non capisco”
“E’ questo che fai di meraviglioso, Ron. Sei un
padre. Fai quello che un buon padre dovrebbe fare. Semplicemente e
straordinariamente”
Ron sorrise e la strinse forte a sé perdendosi nel
dolce profumo dei suoi capelli,che ricadevano
disordinatamente sul suo petto. Qualcuno bussò alla porta e i due
coniugi tirarono su la testa per vedere chi fosse.
Alex entrò a testa bassa
mordendosi il labbro furiosamente. Si passò una ciocca di capelli dietro
l’orecchio nello stesso gesto nervoso che Ron ritrovava in Hermione
“Papà,io vado alla festa allora…ma
se non vuoi…”
“Va’ e divertiti,Alex”
La ragazza alzò la testa verso di lui tremendamente
dispiaciuta “Ma…”
“Ne parliamo quando
torni,d’accordo?”
Lei annuì “Sì,papà…grazie”
fece per chiudere la porta ma si bloccò a metà “Ah e
papà…ti voglio bene e davvero non penso quello che ho detto”
Ron annuì e la lasciò andare. Rimase su quel
letto,stretto alla sua Hermione, sapendo che i suoi
figli lo adoravano e non poteva sognare una famiglia migliore. Sapeva di essere fortunato ad avere sua moglie e i suoi bambini, ad
avere i suoi genitori, Harry e Ashley e tutti i suoi
amici. Non ci sarebbe stato niente che avrebbe potuto desiderare.
O forse una cosa sì…
Che l’adolescenza di Alex passasse in fretta.
*
Ecculaaaaaaaaaaa!!! Finalmente zia c’è l’ha
fatta, vi ho fatto patire abbastanza mi pare! La verità è che
anche io non vedevo l’ora di postare questo figlioletto (mi aspetto tanto
da lui) e sono esaurita a forza di rimandare XD!!
L’ultima volta
vi ho lasciati con un finale un po’ amaro,devo
ammetterlo…tutti si saranno detti ‘porella
Ashley,e ora icchè
farà?’ (ve lo siete chiesti così se siete di Firenze,
altrimenti avrete usato altre espressioni gergali per mandare dolcemente a
cagare l’autrice ^^) ma come vedete se l’è cavata
egregiamente anche senza un “supporto paterno” per Dean.
E lo so cosa state
pensando…non vi ricorderete mai i nomi di tutti gli
Weasley XDXD!!! Lo so, con pazienza ce la potete
fare, io credo in voi!!!
Altra cosa che fa un
po’ da memorandum…Daisy (che viene
nominata da May) non è altro che Bloom…vi ricordate che aveva svelato il vero nome
verso la fine dell’altra storia? Se sì,
siete bravissimi! *regaling caramelline*
Uhm…non credo di
aver altro da dire…ma se avete delle domande lo sapete che io rispondo
sempre ^^ parola di zia!!!
Tantissimi hugs and kisses, zia Funkia ^^!!!!