Leather
and Libraries -
Draco/Hermione
Era una mattina come le altre a
Hogwarts e Hermione Granger stava
percorrendo uno dei tanti corridoi del quarto piano, diretta verso
l’aula di
Incantesimi. Aveva la mente impegnata dalle formule che aveva imparato
il
giorno prima, così era già a metà
strada quando si rese conto che qualcosa non
andava.
Acqua.
Il suo primo pensiero fu che Mirtilla
avesse deciso di cambiare
bagno, ma un’occhiata al pavimento le rivelò che
la situazione era molto più
seria: non un rivoletto e nemmeno una pozzanghera, ma una distesa
d’acqua che
le arrivava quasi alle caviglie. E continuava a salire.
«Oh, insomma, cosa
succede?» sbuffò indispettita. «Pix
vuole
trasformare Hogwarts in un parco acquatico?»
«Oppure la scuola sta
sprofondando nel Lago Nero» propose
qualcuno alle sue spalle. «Con tutti questi Sanguesporco in
giro, avrà bisogno
di una bella pulizia».
«Buona giornata a te,
Malfoy» commentò Hermione. Ormai era
abituata a quegli incontri, ma il modo in cui Malfoy saltava fuori dal
nulla
nei momenti meno opportuni continuava a sembrarle più che
inquietante. Destabilizzante era il termine giusto.
Il giovane Serpeverde
avanzò nell’acqua bassa, sollevando
spruzzi ad ogni passo. Hermione non si stupì che la maggior
parte di quegli
spruzzi finisse per caso sui suoi
vestiti. «Altra Dramione, Granger?»
Per quanto le seccasse dare ragione a
Malfoy, la ragazza
dovette ammettere che l’ipotesi aveva un senso.
«Può darsi, Malfoy. Scommetto che sarà un’altra di quelle
storie da settimo anno… che seccatura, di
nuovo ansia da M.A.G.O.! Sarà la centoventesima volta che
ripeto quegli esami,
non hai idea di quanto sia stressante… Oh!»
«E come
s’intitola? Diluvio
d’amore? Orgoglio e
sturacesso?»
ironizzò Malfoy, ma Hermione stava fissando il vuoto con
l’aria di chi ha
appena capito qualcosa di importante. «Titanic»
mormorò.
«Eh?»
«È un
film… una specie di grande foto magica che si muove e
racconta una storia» spiegò lei.
«Malfoy, se arricci ancora un po’quel naso, ti
resterà storto a vita».
«Solo voi Babbani potete
trovare interessante una foto che
si muove» commentò il ragazzo sprezzante.
«Comunque, questo film
parla di due innamorati di diversa
classe sociale e di un transatlantico che affonda»
proseguì Hermione. «Oh, no,
è la cosa più zuccherosa che abbia mai visto dopo
Bill e Fleur!»
«Mi sfugge la connessione,
Granger» disse Malfoy in tono annoiato.
«Appunto, che
c’entra Hogwarts? Potrebbero scrivere un’AU e
fare prima…»
«Granger…»
«…anche
se… insomma, siamo maghi, potremmo Smaterializzarci
e abbandonare la nave invece di star lì ad
affondare…»
«Granger…»
«…a meno che non
ci sia un motivo credibile per imporre uno
scudo protettivo sulla nave… se trasportasse qualcosa di
molto prezioso, ad
esempio…»
«Granger…»
«…o potrebbero
toglierci la magia e renderci semplici
Babbani, ma un Babbano di nome Draco nel 1912 non ha proprio
sen…»
«Granger,
chiudi-il-becco».
«Stavo solo cercando una
logica in tutto questo» rispose lei
offesa. «Scusa tanto se mi sforzo di usare il cervello».
«Se usassi veramente il
cervello, Granger, sapresti che
queste cose non hanno mai una
logica»
la rimbeccò Draco. «E tu saresti la più
sveglia della scuola… m’immagino il
livello di Weasley e Paciock».
«È di un altro
livello che dovresti preoccuparti» gli fece
notare Hermione, indicando l’acqua che ormai arrivava alle
sue ginocchia. «Chissà
da dove viene tutta quest’acqua… sale troppo in
fretta per essere solo del
lago, secondo me qualcuno ha aperto tutti i rubinetti».
«Il dormitorio di
Serpeverde sarà già allagato»
commentò il
ragazzo irritato. «Povera la mia Nimbus, si
gonfierà tutto il legno… se resta
in ammollo ancora un po’, sarà da
buttare».
«Comprane
un’altra» propose Hermione con un ghigno.
«Tanto
in questa storia sei la ricca ereditiera… o preferisci
essere il poveraccio?»
«Hai già un
poveraccio a portata di mano, io che c’entro?
Vai a chiamare Weasley e lasciami in pace!»
mugugnò Draco, estraendo la
bacchetta dalla tasca per evitare che si bagnasse.
«Ma Ron non è
qui» spiegò lei in tono saccente. «Lui e
Harry
non sono tornati a scuola con me, dovresti saperlo… Un
momento: ora che ci
penso, dove sono tutti gli altri? Neville, Ginny, i
professori… non possiamo
lasciarli annegare!»
«Piano con la sindrome di
Potter, Granger!» la bloccò
Malfoy. «Sprechi il tuo tempo, sulle scale e nei dormitori
non c’era anima
viva. A quanto pare, questa è la scena in cui tutti sono
già scappati e tu
torni indietro a salvarmi come una perfetta, patetica idiota».
«Vuoi che ti lasci
qui?» minacciò Hermione. «E comunque non
capisco perché piazzare la scena più emozionante
così, senza nemmeno un
antefatto, una spiegazione… niente!»
«Beh, si vede che le andava
di cominciare dalla fine»
ipotizzò il ragazzo con un’alzata di spalle;
Hermione non ebbe bisogno di
chiedergli cosa intendesse con quel le.
«Avanti, facciamo quello che dobbiamo fare e diamoci un
taglio, comincio a
sentirmi umido».
«Odio ammetterlo, Malfoy,
ma stavolta sono d’accordo con
te».
In quel momento, il pavimento
s’inclinò sotto i loro piedi,
come se la scuola si fosse adagiata su un fianco; Hermione
barcollò e si
aggrappò alla sciarpa del Serpeverde, rischiando seriamente
di strangolarlo. Le
svariate imprecazioni del ragazzo non servirono a fargli mantenere
l’equilibrio,
così rotolarono entrambi in un angolo del corridoio, venendo
sommersi da litri
e litri di acqua fangosa.
«Che…
schifo» proclamò Hermione, riemergendo
più come il
Mostro della Laguna Nera che come un’eroina romantica.
Malfoy la guardò negli
occhi – perfettamente intonati alla
melma che la ricopriva – e sorrise. «Io non noto
alcuna differenza, Granger» sussurrò,
passandole un braccio intorno alla vita.
«Malfoy,
cosa…» cominciò Hermione confusa, ma il
ragazzo le
fece segno di tacere e allungò la mano sul suo fianco con
aria concentrata,
come se si stesse preparando a evocare un Patronus. E mentre un
carillon
sepolto chissà dove attaccava una melensa melodia
sentimentale, Malfoy trovò finalmente
quello che cercava: ignorando le proteste della ragazza,
pescò un fazzoletto
dalla tasca interna del suo mantello e provvide subito a pulirsi il
viso che
fino a pochi minuti prima era stato pallido. «Troppo gentile,
Granger».
«Quello è un
regalo di mia nonna, scroccone!» sbottò lei
indignata. In lontananza, il tintinnio del carillon cessò
bruscamente.
«Col tuo nome sopra,
così non lo perdi?» sogghignò un Draco
ancora molto simile a Zabini. «Aspetta… lo tieni
per bellezza e non per
soffiarti il naso, vero? Non vorrei contaminarmi con il tuo
moccio».
«Niente moccio»
rispose Hermione con un sorrisetto.
«Però…
ops, temo che si sia svitato il calamaio!»
«Oh, no!»
*Cinque minuti dopo, sulla torre di
Astronomia*
«Mez… Granger,
ti fidi di me?» recitò Draco, passandosi per
l’ennesima volta una mano sulla guancia e ritirandola ancora
sporca d’inchiostro.
«Fossi matta, Malfoy!
L’ultima volta che sei stato qui sopra
con qualcuno, quel qualcuno è finito di sotto!»
replicò Hermione. «Ah, lì sul
mento ne hai ancora… e anche sullo zigomo».
«Non l’ho buttato
io, è caduto! E poi è stato Piton!» si
discolpò il ragazzo strofinandosi con la manica della
divisa. «Come va adesso, sono
presentabile?»
Hermione non lo ascoltò:
si appoggiò al parapetto e rimase a
guardare accigliata l’acqua del Lago Nero che ormai arrivava
alla base della
torre. «Ma quando finisce questa storia? Voglio andare a
casa!» sbottò. «Voglio
Ron, Harry, Grattastinchi… voglio la mia
storia!»
«Contenta tu… io
preferirei il naufragio» commentò Malfoy.
«Resisti, Granger, magari la prossima è una
drabble».
Ed eccola qui, inevitabile come una pozzanghera davanti al
portone di
casa: la benedetta Dramione. Due pagine di Dramione, e ve l'ho fatta
pure AU: poi non dite che non m'impegno per accontentare il pubblico.
Nella lista delle coppie da cui stare alla larga la Dramione non
è al livello, tanto per dirne una, delle Fenrir/Colin (vi
supplico, ditemi che nessuno ne ha mai scritto), ma faccio comunque
fatica a digerirla, sia come coppia, sia per come è
presentata: in particolare, odio le storie in cui un Draco arrogante,
razzista e incurante dei sentimenti del prossimo viene presentato come
un personaggio positivo e desiderabile, mentre il povero Ron finisce
sepolto sotto tre metri di spazzatura. Avendo conosciuto la mia dose di
Drachi nella vita reale, la lettura di storie del genere mi ispira
violenza squadrista e sfiducia nel genere umano; per fortuna tengo
sempre pronta qualche parodia per risollevarmi lo spirito.
Passiamo alla storia. Il fatto che Draco e Hermione si rendano conto di
ciò che sta per accadere viene dritto da Dramione Backstage:
stavolta la responsabile è una fanwriter che ha appena visto
Titanic e vuole incastrarci a tutti i costi i due
disgraziati. In
questa fase non ha ancora deciso come sviluppare la storia: l'idea
della AU la attira, ma l'ambientazione scolastica è
più stuzzicante, e poi c'è la Stanza delle
Necessità... Insomma, la Hogwarts di questa storia
è come il Molliccio trasformato in mezza lumaca:
metà scuola, metà transatlantico (e tutta
allagata. Immaginatevi le imprecazioni di Gazza); gli effetti speciali
sono gentilmente forniti da Pix (l'acqua) e i cugini di Hagrid
(l'inclinazione).
Hermione ha già risposto a tutte le domande che potrebbero
esservi sorte riguardo alla logica di tutto ciò; in quanto a
Draco, la domanda è una sola: tuo padre lo verrà
a sapere? («Risposta: Lo sa già. Gli ho
detto che
sono in debito con Potter e Weasley per avermi salvato la vita e in
cambio mi sorbisco la Granger per levargliela dai piedi. Nemmeno mi
ringraziano per questo»).
E mentre aspetto che Draco si liberi della Fattura Orcovolante che
Hermione gli ha scagliato contro, vi saluto, Gentile Pubblico.
È stato un piacere incontrarmi ancora con voi.
P:S:: Io ho visto Titanic quando è uscito al cinema. Una
volta mi è bastata.
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