Tristan Nathan Mckay sembrava non essere stato toccato dal tempo. Era rimasto il ragazzo di
un tempo, lo stesso che aveva insegnato a Harry a difendersi, a combattere, a
studiare l'avversario, lo stesso che aveva contribuito quattro anni prima a salvargli la
vita. La tipica bellezza dei Mckay si era rinsaldata sul suo viso, insieme alla
profondità dello sguardo. Solo gli occhi, leggermente malinconici, davano a chi
lo circondava un segno che nel suo cuore c'era un dolore fortissimo, lancinante.
Era un'agonia. Era quella la cosa che lo uccideva. Il suo cuore però era anche
stato abbracciato da una grande gioia. L'unica cosa che lo teneva in piedi.
L'unica cosa che impediva a quel dolore atroce di farlo sfiorire. - Che ci
fate all'obitorio?- chiese, sogghignando ironico - Non è posto per i
cuccioli.- - Neanche per i padri di famiglia.- replicò Ron divertito - Non
avrai mica portato Dena vero?- - Figurati. È a casa con suo zio...- rispose,
ridacchiando - Jess ci va pazzo! Allora? Che ci fate qua?- - Vecchia storia.-
rispose Harry, fattosi cupo. - Lo strozzino a cui dovete tre dita di
folletto?- Potter evitò di pensarci, passandosi le mani sulla faccia, così lasciò
che fossero gli altri a occuparsi di Mc mentre cercava di riprendere un minimo
di controllo sui suoi poveri nervi. Peccato che quei deficienti dei suoi amici
non facessero altro che ciarlare a vanvera sulla cena che li attendeva a Cedar
House, a casa di Tristan, fra due giorni. - Quei bastardi di Jess e Milo
fanno sempre che programmare senza avvisarmi.- sbuffò il maggiore della
combriccola, sedendosi direttamente sul lettino di un cadavere, spostando il
corpo di malagrazia - Quanti siete? C'è anche Blaise?- - Si, direi di si.-
rispose Draco, scocciato nel non potersi accendere una sigaretta per colpa dei
bocchettoni dell'acqua usati come antincendio - Abbiamo un po' di cose su cui
aggiornarvi.- - E anche un bel po' di cose da chiarire.- finì Edward - Ma
ancora non ci hai detto che fai qua.- - La ragazza morta nel cerchio di
cera.- rispose finalmente Tristan, sorridendo in modo strano - Gillespie ha
pensato che in fondo ho fatto bene a buttare Leblanc nella fontana e che non era
ancora giunta la mia ora per cacciarmi fuori a calci. Deve aver sentito puzza di
guai perché non si è fidato né dei resoconti del Ministero, né di quelli dei
babbani.- Elettra alzò un sopracciglio, stranita - Il capo degli Auror non si
fida del Ministro della Magia? Perché?- - Oh, Duncan è così!- le disse Ron,
facendo un gesto annoiato con la mano - A lui Orloff non piace. Secondo Duncan è
un burocrate che non capisce un accidente del lavoro degli Auror e che non
capisce neanche quando sia pericoloso trattare troppo con quelli della Dama
Nera.- - Neanche ha tutti i torti.- Tristan agitò una mano con fare annoiato,
poi scese dalla barella e si mise ad alzare tutte le lenzuola dai cadaveri,
cercando quello che gl'interessava visto che i cartellini, chissà perché, non
c'erano più. - Comunque è strano trovarvi qua...- continuò Mc, fissandoli di
sottecchi mentre si aggirava nella stanza - Conoscendovi, solitamente preferite
andare a zonzo separati...- - Che fai, prendi in giro?- frecciò Draco
incazzoso. - Figurati.- rise Tristan, trovando finalmente la diciottenne
morta - Eccola qua. Allora...- prese la sua cartella e si mise a leggerla
velocemente - Si chiamava Linda Fulcher, età 18 anni appena compiuti, iscritta a
Cambridge.- - Babbana o Magonò allora.- disse Elettra, sporgendosi a guardare
il cadavere - I genitori?- - Morti. Essendo maggiorenne c'è scritto solo il
recapito di casa. Forse era in affidamento a qualche parente.- - Nessuno ha
richiesto il corpo per la sepoltura?- chiese Edward. - No, qui dice di no.-
Tristan scoccò la lingua, pensieroso. - A che pensi?- L'Auror alzò le
spalle, afferrando una sedia e svaccandocisi sopra - Penso che se non mi dite
che fate qua, io non vi dico un accidenti di quello di cui ha paura Duncan.- e
lo disse fissando il pavimento - Non sarete venuti qua per niente immagino.
Allora? Qual è il problema stavolta?- - Potresti vederlo coi tuoi occhi il
problema.- disse il bambino sopravvissuto, avvicinandosi alla barella. Senza
aggiungere altro ispezionò il corpo della ragazza ma naturalmente cercò prima
sulle braccia. Su quello destro, appena sotto al polso, trovò cosa cercava.
C'era una parte arrossata molto estesa. Appena la sfiorò, alcuni pigmenti della
pelle presero man mano colore, fino a formare un disegno. Il marchio di
Voldemort, il Marchio Nero
. Harry non disse nulla, sentendosi vuoto come una bambola. Si
limitò ad alzare il braccio alla ragazza, in modo che tutti vedessero ma
dall'espressione di Tristan, capì che l'Auror non ne era rimasto sorpreso. -
Lo sapevi?- sibilò Draco, fissandolo con gli occhi assottigliati. Mckay si
appoggiò allo schienale della sedia, con fare pigro. - Diciamo che un
uccellino ha cantato.- - Un uccellino?- Harry si avvicinò lentamente a lui.
Aveva i pugni serrati e Tristan che lo conosceva bene sapeva che stava per
scoppiare. Harry Potter era un mostro di pazienza in tanti campi, ma quello che
riguardava il suo passato era assolutamente intoccabile. Fece così per aprire
bocca ma poi si bloccò. Lo stesso fecero gli altri, zittendosi. Ora c'era
qualcosa...c'era qualcosa in quella stanza. Un sibilo sinistro arrivò a loro
da ogni angolo...e poi un fetore orribile si propagò a macchia
d'olio. Polvere
Reincorpora . Fu questione di un secondo. Una scatto secco
e la ragazza morta spalancò gli occhi, ora privi di iride e pupilla. Erano
bianchi...e fauci simili a quelli di una belva si misero in mostra, quando
spalancò la bocca in un ringhio infernale. Si rizzò a sedere e scattò al
collo di Tristan ma qualcosa la fermò. Mckay si era levato il guanto sinistro
e con la mano aperta davanti alla faccia della morta, la bloccò. La zombie
rimase immobile, appena tremolante. Cercava di muoversi ma qualcosa di...sacro
la frenava. Sulla mano di Tristan c'era solo un anello d'oro, una fede...quella che gli
aveva donato Lucilla prima di andarsene. - Ma tu guarda...- sibilò l'Auror
con un mezzo ghigno - A quanto pare qualcuno qua dentro è abile a resuscitare i
morti, eh?- poi lui e gli altri alzarono lo guardo sulla finestra aperta, poco
sopra le loro teste. - Dì un po' amico...- continuò Mckay sorridendo in
maniera strana, verso l'alto - Non ti hanno insegnato che gli zombie procurano
solo guai?- Qualcuno nascosto da un mantello, seduto sul bordo della finestra
e lontano dalla portata delle loro spade, dondolava indolentemente la gamba. Era
stato lui a spargere quella polvere dannata, pensò Draco. Ma dove diavolo
l'aveva trovata? Come aveva fatto a procurarsi la Reincorpora? Era
proibita! Il tizio sogghignò appena, facendo un cenno di saluto ai
presenti. - E così siete voi...la famosa banda del bambino sopravvissuto...-
disse quello, evidentemente un uomo dalla voce. - Non ti hanno insegnato che
è buona educazione presentarsi?- disse Dalton sagace. - Hn...- lo sconosciuto
parve scocciato, visto che la ragazza morta che aveva resuscitato era del tutto
inutile. - Dimmi un po' Auror...- disse invece, fissando Tristan - Bello
quell'anello. Chi te l'ha dato?- - Fatti miei.- rispose Mckay, rispedendo la
ragazza contro il lettino, di botto - Sei un idiota, chiunque tu sia. Hai
scatenato tutto questo casino solo per spezzarmi il collo? Gli zombie potrebbero
rivoltarsi anche contro di te.- - Sbagliato. Gli zombie si nutrono solo di
carne umana. Il mio sangue a loro non piacerebbe.- Sentito quello, Harry
scambiò una veloce occhiata a Ron. - Demone?- chiese Weasley, a bassa
voce. - Mezzo demone, facciamo.- concesse Tristan, facendo sobbalzare il loro
ospite - Non è forte abbastanza.- - Ma bene, abbiamo un esperto qui.-
soffiò quello, soave - Mi dici il tuo nome, mago, prima che ti
uccida?- - Tristan Mckay.- - Oh, non mi dire...un Mckay. Il secondo dei
fratelli presumo.- - E tu chi cazzo sei, si può sapere?- sibilò Malfoy stanco
di quella menata - Perché ci hai attaccato?- - Curiosità. E poi perché
dovreste stare lontano da quel cadavere.- e indicò la Magonò con un dito - La
piccola ha visto e chiacchierato un po' troppo. Almeno secondo i gusti di certe
persone...voi maghi siete dei tali conservatori a volte, quando si tratta di
sangue...dico bene signor Malfoy?- - Chi cazzo sei, si può sapere?- ringhiò
Harry furibondo - Ti mandano i Mangiamorte?- - S'impicchino i Mangiamorte!-
sibilò il loro avversario, infiammandosi di colpo - Bruciate all'inferno voi
maghi e le vostre guerre! Ma vi do solo un consiglio, specialmente a te Harry
Potter...se uscirai vivo da qua, ti consiglio di non ficcare più il naso in
questioni che ormai dovresti lasciar perdere.- e senza dare il tempo agli altri
di far nulla, alzò una mano e nel giro di un secondo il corpo della ragazza,
ancora zombie, prese fuoco. Non ci fu verso di spegnere le fiamme. Gridando
in versi terribili, della ragazza rimase solo cenere sotto gli occhi sgranati
dei sei. - Bene,- il tizio si mise in piedi e si levò il mantello rimandando
al gruppo un viso per loro già visto - adesso me ne vado, col vostro permesso
signori. È stato un piacere signor Mckay, spero di rivederti in altre occasioni.
Per quanto riguarda te, bambino sopravvissuto...ripeto il mio avvertimento.
Stattene fuori dai guai. Adesso vi lascio in buona compagnia. Addio!- e si
Smaterializzò in un lampo, lasciandosi dietro solo una scia di pericolosi
seguaci. Ora ovunque i morti sotto i lettini si agitavano. Si stavano
svegliando...zombie! - Cazzo, cazzo!- ringhiò Edward tirando fuori la spada
- Dannazione, come facciamo adesso?- - E che ne so, come si uccidono gli
zombie eh?- urlò Ron, tirando fuori anche la bacchetta. - Staccategli la
testa.- sbuffò Tristan, scuotendo il capo - Piuttosto...- mentre lui parlava,
decine e decine di cadaveri viventi misero i piedi a terra, traballando
leggermente e affamati come non mai -...quello lì era amico vostro?- - No, ma
so chi è!- disse Harry, chiudendo Elettra alle sue spalle - Si chiama
Crenshaw.- - Mezzo demone?- - Si.- - Fantastisco.-
Tristan fece un rapido calcolo, guardandosi anche alle spalle - Ragazzi, avremo
da lavorare.- - Non per fare il guasta feste...- Edward tagliò la testa a una
vecchietta, probabilmente finita sotto una macchina che gli si era avvicinata
con gli artigli spiegati - Ma vogliamo lasciare questo posto con tutta questa
gente a pezzi?- - Tanto sono già morti, sbattitene!- ringhiò Malfoy,
stendendo un uomo sulla quarantina. Erano orrendi. Avevano la bava alla bocca
e camminavano lenti, strisciando quasi. Ma non potevano di certo lasciarli
lì...dovevano farli a pezzi o sarebbero usciti dal laboratori e avrebbero fatto
una strage. Eppure erano una trentina contro sei. Schiantarli serviva a tenerli
buoni giusto il tempo per recidergli il capo ma la cosa si stava dimostrando più
lunga del previsto...specialmente quando alcuni degli zombie cominciarono a
uscire dalla porta d'ingresso. - Merda, stanno scappando!- sbraitò Draco,
piantando un pugnale nel collo all'ultima che gli venne a tiro. - Se
finiscono in strada siamo fottuti!- Harry si girò verso gli altri - Gente, ce la
fate da soli?- - Si, muovetevi!- Ron schiantò un paio di vecchietti omicidi,
dando loro via libera - Voi due fermati quelli in strada! Io ed Edward poi
portiamo a casa Elettra!- - Va bene, finito qui sparite!- disse Potter
fiondandosi alla porta con Malfoy - Ciao Tristan, ci vediamo dopo domani a
cena!- - Per le otto! E portate da bere!- Da bere! In effetti ci sarebbe
voluto davvero un goccetto. Quei due disgraziati cercarono per tutto l'obitorio,
finendo anche nella camera della cremazione ma non servì a niente. Gli zombie,
almeno tre o quattro, sembravano spariti. Maledicendo quel bastardo di
Crenshaw che aveva movimentato quella già abbastanza merdosa serata, Draco si
bloccò davanti alla porta scorrevole dell'entrata. Girava... Qualcuno era
uscito. - Maledetto tu e le tue idee del cazzo, Potter!- urlò il biondo,
tirandolo per un gomito e trascinandolo fuori. Ed eccoli lì infatti. Sette
zombie si stavano incamminando sulla piazzola dell'obitorio, dondolando senza
vita, con la bava alla bocca e le braccia protese con le unghie arcuate come
artigli. Fu un casino raggiungerli e fu un casino reciderli e farli a pezzi
tutti e sette, anche perché i loro strilli acuti a momenti svegliarono tutti il
vicinato e allora sarebbero stati cazzi! Spiegare quella cosa non sarebbe stata
facile. In più cercavano anche di mordere e Harry, schizzinoso com'era,
mozzava qualsiasi cosa tentasse di toccarlo: dita, mani e anche lingue. Insomma,
un lavoro di mattatoio di molta poca precisione infondo. Draco finì il sesto,
una tizia a cui era esplosa probabilmente la lavatrice in faccia, quando alle
sue spalle sentì un altro cigolio sinistro. Voltandosi vide che l'ultimo zombie,
uno di vent'anni morto per un incidente in macchina, aveva rotto una finestra
dell'obitorio e ora si stava dirigendo da loro con un pezzo di vetro fra le mani
grande abbastanza per squartare anche un bue. - Che palle, accidenti!- sibilò
Potter, estraendo la bacchetta ma non fece in tempo a usarla. Un volo di
corvi apparso dal nulla si schiantò dritto sullo zombie, facendolo strillare a
più non posso, poi finalmente il cadavere finì a terra, senza testa. Quando gli
uccelli neri sparirono, al loro posto rimase solo una ragazza. Dava la loro
età. Mora, i capelli raccolti in uno chignon serioso, la pelle di burro e con
grandi occhi scuri. - E questa chi cazzo è adesso?- sibilò Draco non
preoccupandosi del tono, sistemandosi meglio il mantello addosso. - Potter e
Malfoy?- chiese la ragazza, mostrando una voce roca e calda, anche se dal tono
un po' troppo serio. In effetti, prima di rispondere, i due Auror la guardarono
da capo a piedi. Però...aveva un bel fisico, era molto formosa, ma tutto
nascosto sotto una divisa da...Auror? Sconvolti, tornarono a guardarla in
volto, stupiti e confusi. La sua postura era rigida, molto in lei denotava
serietà, specialmente la sua espressione da maestrina. - Vi ho fatto una
domanda. Siete Potter e Malfoy?- - Dove lo trovi un altro con una cicatrice a
forma di saetta sulla testa?- replicò Harry pacato, abbassando appena la spada
- Siamo noi, ma tu chi sei?- - Questo non è importante per il momento, vi
verrà spiegato tutto dopo. Mi manda il signor Gillespie. Vi vuole subito nel suo
ufficio, quindi se vorrete raggiungerlo immediatamente ve ne sarò grata.- e
detto quello sparì, Smaterializzandosi, lasciando i due maghi a guardarsi nelle
palle degli occhi. E quest'altra squinternata che voleva ora? Comunque ci
volle un po' prima di potersene andare. Dovettero svegliare gl'inservienti
dell'obitorio a suon di botte, sentirli gridare per il massacro che era
successo, vederli raccogliere i pezzi e poi dovettero anche bestemmiare,
dirigendosi all'entrata del Ministero. - Lo sapevo...adesso chi lo sente
Duncan!- sibilò Harry, una volta tornati nel cuore di Londra. Usarono
l'ingresso visitatori, tanto per non trovare qualche deficiente in cerca di
scoop visto che di recente Orloff lasciava entrare parecchi giornalisti della
malora e tutti che andavano a rompere sia a lui che a Ron, rivangando storie
passate. Infilatisi nella cabina, si presero il cartellino che poi stracciarono,
col dente avvelenato, e finirono allegramente sotto terra. Era da un pezzo che
non vedevano più l'entrata principale con la fontana. - Qualche bastardo ha
cantato!- ringhiò Draco, andando dritto all'ascensore. Premendo il pulsante
freneticamente, continuava a imprecare - Quando becco Kinneas giuro che quella
faccia orrenda gliela spacco!- - Magari è stato qualcun altro.-
sbuffò Harry, poggiandosi contro il muro - Ultimamente Orloff manda in giro un
sacco di Obliviatori della magia accidentale. Che ne so...in fondo quei
bastardi di zombie strillavano come dei dannati. Oppure sarà stata quella tizia.
Era un Auror, hai visto?- - Al diavolo.- ringhiò Malfoy, accedendosi una
sigaretta appena aperte le porte dell'ascensore. Al Secondo Livello, quasi
non avevano voglia di scendere. Non avevano voglia di sentire la strigliata di
Gillespie, l'ennesima, tantomeno di sentire le sue grida isteriche. Se gli fosse
venuto un infarto sarebbe stato capace di dare la colpa a loro...e si vociferava
che avesse già tre by-pass. Superato l'ingresso del Quartier Generale degli
Auror, trovarono un po' di gente che faceva il turno di notte. Un giovane sui
trent'anni passò loro accanto e teneva stretta una ragazzina di appena dodici
anni, con canini degni di un lupo mannaro. Lui si chiamava Gary Smith ed era uno
dei pochi che stesse simpatico ad entrambi. Aveva un aspetto un po' selvaggio
a dire il vero, i capelli rasta raccolti in una coda e una trafila di anellini
d'argento lungo tutto l'orecchio sinistro. - Ragazzi che ci fate qua? Non
dovete tornare lunedì prossimo?- chiese, fermandosi appena in mezzo al
corridoio. La furia scatenata che teneva fra le braccia non stava ferma un
minuto, cercava anche di graffiare. - Nervosa la gattina.- sibilò Draco
serafico - Dove l'hai rimorchiata?- - Nel parco vicino a Victoria Street.-
rispose Smith faticando a trattenerla - L'ha azzannata un Mordacino.- - Bel
casino. Portala al San Mungo.- disse Harry, sospirando - Dì un po' Gary...hai
visto Duncan?- - Oh, è in ufficio.- rispose l'altro, cominciando a
incamminarsi - Ha gl'incensi accesi. Che avete fatto stavolta?- - Niente,
niente! Ciao!- e anche loro tornarono a seguire il corridoio di lucido legno
scuro, imprecando fra i denti. Sarebbe stato meglio morire piuttosto che andare
a farsi fare un cazziatone alle tre di notte da Gillespie! Comunque una volta
davanti alla targhetta sbilenca su cui era scritto il nome del capo degli Auror,
i ragazzi presero un lungo respiro e poi, dopo essersi fatti il segno della
croce, entrarono come due condannati a morte. L'ufficio era un caos. Armi,
pergamene, piume che svolazzavano da sole, sfere magiche, libri...tutto sparso
sulla scrivania di mogano che ospitava Duncan Gillespie. Quarantacinque anni,
tre by-pass sul serio, calvizie incipiente sulle tempie, mascella squadrata e
fronte alta. Auror tutto d'un pezzo, si vedeva dal suo portamento. Era stato
compagno di Kingsley in fondo e a suo tempo una recluta, quando Maximilien
Lancaster era stato al suo posto. Peccato che con gli anni i suoi nervi
avessero lentamente ceduto, specialmente quando si era trovato di fronte ai due
che ora erano sulla sua soglia. E da due anni, ovvero da quando aveva creato la
squadra di Harry Potter, conviveva con la crisi nervosa e l'unica cosa che gli
calmasse lo spirito: la cultura zen e una massiccia dose d'incenso all'oppio che
in pratica sballava anche le piante. Quando entrarono quei due infatti
l'ufficio ne era colmo. Harry tossì appena, cercando di diradare la nebbia
con la mano. - Duncan...Duncan!- borbottò, cercando di trovare una poltrona
dove allungarsi - Spegni quel coso, accidenti!- - Zitti e seduti.- ordinò
quello, venendo fuori dalla nube giusto per lanciare via le lettere del
Wizengamot che stava leggendo con stizza. Una volta che Potter e Malfoy si
furono svaccati in poltrona e con le loro solite facce da innocentini, Duncan
Gillespie perse subito la pazienza. Ok, poteva capire che il bambino
sopravvissuto facesse un casino dietro l'altro, il suo nome era un'assicurazione
su quel fatto, ma che anche quel demente del figlio di Malfoy avesse sempre
quell'aria come se tutti lo costringessero a lavorare, lo mandava ai pazzi. Si
lasciò andare contro la poltrona, senza staccare gli occhi da loro. Congiunse
le dita, poi cercò di ritrovare la padronanza di sé ma mandò tutto al diavolo
quando Draco si accese un'altra sigaretta, sbattendosene del cartello che aveva
messo all'entrata. - Sapete,- iniziò con aria amichevole - me ne stavo qua a
leggere le ultime stronzate dal consolato francese quando Ben Drooper, del quarto
livello, mi chiama e mi dice "Ehi Duncan...lo sai che due dei tuoi stanno
facendo strage di zombie all'obitorio a Willow Avenue?" e io penso...ma no,
figuriamoci. Non ho mandato nessuno a Willow Avenue, tantomeno ho dato il
permesso a qualcuno dei ragazzi di andare all'obitorio di controllare quella
Magonò.- e il suo tono cominciò ad alzarsi, tanto che i due sotto accusa
cominciarono a tenersi meglio alle loro sedie - Così ho fatto due più due e
guarda un po'...mando a controllare e trovo proprio voi due. Potter e Malfoy.
Malfoy e Potter. Sempre la stessa storia.- - Duncan, senti...- iniziò Harry
ma quello lo zittì, ficcando un pugno sulla scrivania. - Posso farvi una
domanda ragazzi? Cosa fate quando vi svegliate la mattina eh? Vi mettete a
tavola e pensate a come sputtanarmi la giornata per caso? "Ehi Draco! Guarda che
bel tempo...che facciamo? Ti va di rompere i coglioni al capo?" , "Ma si,
roviniamogli alla grande la giornata! Sai che facciamo? Andiamo all'obitorio e
non so neanche io come ci attorniamo di zombie e li facciamo a pezzettini per la
strada, che dici Harry?"- - Veramente non è proprio così...- provò a
bofonchiare Malfoy. - Ah e come sarebbe la solfa eh?- sbraitò Gillespie
iniziando a sclerare - Lo sapete quante cazzo di storie mi fanno gli Obliviatori
ogni volta che devono andare a raccattare i pezzi di cadavere che voi lasciate
in giro per tutta Londra eh?? Come l'ultima volta! Avete fatto a pezzi una
colonia di demoni impuri e li avete scaricati in un pub! Avete idea del lavoro
che hanno dovuto fare per coprirvi il culo?! Orloff vuole la vostra testa! E con
la vostra pretenderà su un piatto d'argento anche la mia!- d'un tratto la sfera
sulla scrivania s'illuminò e Gillespie dandole un colpo non tanto leggero
l'accese. Vi apparve la faccia della sua segretaria. - Che c'è?- sbottò, con
tutti i capelli dritti per la rabbia. - Signore,- disse quella con fare
annoiato - la signorina Aarons è arrivata. La faccio accomodare.- - Certo!-
replicò snervato - Che faccia quello che vuole! C'è altro?- - Si...i ragazzi
stanno chiedendo se quello spinello che ha in ufficio vuole fumarselo tutto da
solo.- - E' incenso, incenso!- rognò, concludendo la comunicazione con la
strega. Così tornò a fissare quei due, sempre più incollerito - Lo sapete quanto
avete totalizzato di danni? Il Ministero ne ha le tasche piene di pagare i
vostri giochetti per la città! L'ultima volta potevano detrarvi lo stipendio per
tre mesi! E adesso chi li ripara i danni all'obitorio?-
Draco si lasciò andare sulla poltrona, mettendosi comodo con le gambe
lunghe sulla scrivania - Tanto era roba da proletari, dai...- - Sta zitto
Malfoy!- Duncan scattò in piedi, buttando all'aria tutte le carte e le piume
provocando un macello - Guardate che ce n'è abbastanza per una nota
disciplinare!- - Un'altra?- sbuffò Harry senza pensare - Ho il cruscotto
della macchina pieno...- ma deglutì, vedendo Gillespie artigliare le mani
impazzito. Il loro capo andò alla finestra e vi si appoggiò coi fianchi,
continuando a fissarli con evidente collera. Mamma mia, quei due ragazzini
l'avrebbero fatto andare al manicomio, ne era sicuro. Peccato che da due anni
li considerasse anche un po' come dei figli. - Accidenti a voi...- sibilò,
tirando fuori la pipa dalla giacca e accendendosela. - Senti Duncan, non
stiamo qua a sfracellarci le palle tutti insieme ok?- Draco era già abbastanza
annoiato per conto suo - Da quando siamo tornati è successo un casino dietro
l'altro e tanto per la cronaca, tu che parli tanto già sapevi che era una Magonò
quella ragazza! Perché hai mollato tutto a Kinneas eh? E perché hai mandato lì
Mckay?- - Ci mancava anche lui adesso!- Gillespie fece un
gesto seccato con la mano, dando un lungo tiro alla pipa - Ce l'ho mandato perché
Orloff ha fatto orecchie da mercante su questo caso, quindi ho fiutato la puzza
di guai. Kinneas è bravo ma non ha occhio per i trucchi, così ha mandato Mckay sperando
non facesse disastri. Se ci siete arrivati anche voi allora sapete che...- -
Si, ma guarda!- saltò su a quel punto Harry, con gli occhi verdi incendiati - Lo
sai che cazzo mi è successo stasera Duncan? Eh? Vuoi saperlo? Mi si è quasi
spaccata la testa dopo che la mia fottuta cicatrice s'è rimessa a sanguinare! E
sai quand'è l'ultima volta che mi è successo?- urlò quindi, vedendo Gillespie
nascondersi il viso fra le mani - L'ultima volta è stato quando gli scagnozzi di
Voldemort si sono rimessi a giocare, ecco cosa! E come se non bastasse siamo
finiti in una guerra fra Mangiamorte e Zaratrox! Per quale cazzo di motivo non
mi hai detto che i Mangiamorte sono tornati eh?- - Aspetta un momento...-
Duncan ora li guardava allucinato - Che diavolo ne sapete degli Zaratrox voi
due?- ma entrambi tacquero stavolta, chiudendosi in un ostinato mutismo. Ora lo
guardavano come due bambini messi in castigo. Imprecando fra i denti tornò a
sedersi alla scrivania, esasperato. - Sentite.- disse ammorbidendosi - Non so
ancora bene che stia succedendo ma ho il fiato sul collo di Orloff e non so
neanche in che cosa vi stiate invischiando voi, Weasley e quell'altro dannato di
Dalton ma ormai ho le mani legate. Quando a Orloff è arrivata la voce che vi
siete infilati in quell'obitorio ha spedito qua qualcuno per controllarvi.- -
Come prego?- Draco ora si sporse verso di lui, restando seduto con gli occhi
sbarrati - Ha mandato un Osservatore!?- - Che cosa?!- urlò anche Harry - Ma
sei impazzito Duncan? Che cazzo facciamo adesso con un dannato impiccione che
ficca il naso ovunque eh? No, spiacente! Io non lo accetto! Il posto vacante
nella mia squadra lo riempio io come voglio! E non di certo con uno dei
galoppini di Orloff! Diglielo quando lo vedi!- e balzò in piedi ma appena
giratosi per andare alla porta e sbattersela poi alla spalle, trovò qualcuno che
aveva già visto. Era la ragazza di prima. - Signor Gillespie.- disse,
facendo un cenno austero col capo - Mi perdoni se entro in questo modo ma ho
sentito che l'ambiente si stava surriscaldando.- - Oh, ecco spiegato il
mistero.- sibilò Draco, incurante della ragazza - E' lei l'Osservatore
vero?- - Signori, vi presento May Aarons.- disse Duncan, facendola andare al
suo fianco. Harry non disse nulla, restando in piedi con aria evidentemente
bellicosa. Draco invece rimase svaccato in poltrona, scrutando il loro capo con
occhio clinico. Si, non erano i soli ad essere disgustati da quella faccenda.
Poi posò indolente lo sguardo sulla ragazza, del tutto indifferente a
lei...peccato che in un attimo il vecchio Malfoy tornò alla luce come per
scherzo. - Aarons?- frecciò maligno - Ma tu guarda...altri mezzosangue incapaci
eh?- - Draco!- borbottò Gillespie scoccandogli un'occhiataccia - Lei è la
vostra Osservatrice. A tempo indeterminato si unirà alla tua squadra Potter. E
non voglio sentire un'altra parola sull'argomento neanche da te Malfoy!- - A
tempo indeterminato?- riecheggiò il bambino sopravvissuto senza parole - Un
corno Duncan!- - Non posso farci niente. Ve la siete cercata!- - Cercata
una sega!- Harry era furibondo - Orloff manda qualcuno a spiarci e tu non dici
nulla?!- - Se mi è concesso...- interruppe la strega, facendo un passo avanti
con aria molto professionale - Il Ministro mi ha incaricato di seguirvi solo
perché teme alcuni guai coi babbani ma niente di più. Conoscendo la vostra
squadra, ha preferito un supporto interno che in questo caso sarei io. E se lei,
signor Potter, si sta preoccupando che io non mi possa amalgamare bene nella suo
gruppo, le posso assicurare che conosco ogni cosa di voi. Tecniche, potenzialità
e anche il vostro passato. Conosco la vostra istruzione magica e i vostri punti
di forza. Io posso bilanciare perfettamente con le vostre pecche e porvi
rimedio.- Harry era sconvolto. Ma cosa cazzo era quella, un cyborg? -
Mezzosangue.- rognò ancora Draco, mettendosi in piedi - Spiacente, te lo scordi
ragazzina.- - Draco Lucius Malfoy,- attaccò quella bloccando i due ragazzi -
nato il 1 gennaio di ventidue anni fa. Figlio di Lucius Malfoy e Narcissa Black.
Auror di quarto livello. Sette O e tre E negli esami finali al M.A.G.O. della
scuola di Magia di Hogwarts sotto il Preside Silente. Eccellente tecnica di
spada, buon tiratore e se mi concede un parere personale, uno dei migliori
alchimisti nati negli ultimi decenni. Figlio unico, erede universale della
famiglia Malfoy, attualmente residente a Lane Street n°4. Nella squadra di Harry
Potter da due anni, vive con l'ultimo qui citato da altrettanto da tempo.
Animagus, in forma serpentina. Rettilofono. Estrema propensione alla violenza,
prima uccidere poi fare domande. Nutre diffidenza e sprezzo verso mezzosangue e
i babbani. Ho detto tutto?- Draco, che aveva ascoltato quello sproloquio
senza espressione in viso anche se Harry che lo conosceva poteva ben immaginare
quali dannazioni stesse pensando, si rimise seduto, fissando la ragazza con aria
serafica. - Ho sette nei in fondo alla schiena che sembrano l'Orsa Maggiore.
L'hai dimenticato.- sibilò glaciale. - Draco!- lo riprese ancora Duncan. -
Draco un cazzo! Questa è andata a ficcare il naso nei registri!- - Harry James Potter.- continuò l'Aarons
imperterrita - Nato il 31 luglio di ventidue anni fa. Il suo nome è leggenda. Ha
sconfitto Lord Voldemort all'età di un anno, poi alla scuola di Magia di
Hogwarts sotto il preside Silente. Figlio di James Potter e Lily Evans,
figliastro di Sirius Black. Auror di quarto livello, sei O e quattro E negli
esami del M.A.G.O. Rettilofono. Eccellente tecnica di Difesa, un
impressionante fiuto per le trappole in missione e una grande propensione al
rischio. Tipico di lei è accendere la miccia di qualsiasi situazione esplosiva.
Animagus, forma di rapace. Grande attitudine al volo e all'aggirare l'autorità,
attualmente residente a Lane Street n°4 con la fidanzata, Elettra Baley e Draco
Malfoy. Il suo incurante disinteresse per il pericolo, spesso porta guai a lei e
ai suoi compagni ma a quanto si dice riesce sempre a cavarsela brillantemente,
grazie anche al suo incrollabile sangue freddo.- - Hai finito?- sibilò Potter
che ne aveva già abbastanza. - Si. Posso parlare liberamente
signore?- Duncan sbuffò, facendole un cenno affermativo. - Vi posso
assicurare che sono ben addestrata e mi sono preparata proprio per colmare le
vostre lacune per tutto il periodo di tempo che starò con voi.- disse May
Aarons, sempre con fare molto professionale - Quindi le ripeto signor Potter che
non avrà problemi da me e mi adopererò per darle tutto l'aiuto
possibile.- Finita la storia, Harry e Draco si scambiarono un'occhiata
d'intesa. Ok, la portavano a casa e poi la sgozzavano. - Il quinto membro del
gruppo è un altro.- disse il bambino sopravvissuto, fissando Gillespie. -
Infatti nessuno t'impedisce di portarmi questa persona davanti prima o poi.-
disse Duncan - Ma per ora May starà con voi due. Viene dell'Irlanda e non ha
ancora avuto tempo di trovare alloggio. Il Paiolo è pieno e anche le brande del
turno di stanotte, quindi siete pregati...- -...di trovarle un albergo.-
disse Draco velenoso. - Non posso, signore.- disse la ragazza - Io sono il
vostro Osservatore e vivrò con voi.- - Cosa??- stavolta Duncan non poté che
capirli anche se stavano urlando tanto da spaccare tutti i vetri - E' una
stronzata bella e buona!- ringhiò Malfoy fuori di sé - Una donna in casa io non
la voglio!- - Ma Elettra...- - Elettra niente!- il biondo stava ribollendo
- Io mezzosangue in casa non ce li voglio!- Come no. Pochi minuti più tardi
uscivano dal Ministero con il dente più avvelenato che mai e quella ragazza
appresso. Il borbottare pieno di bestemmie del biondo principe delle serpi
forse non era molto fine, ma anche l'ex grifone avrebbe fatto come lui se non
avesse avuto un minimo di delicatezza verso quella strana strega. Si sedette in
macchina con loro, una volta tornati all'obitorio e per tutto il tragitto non
disse una sola parola, limitandosi a guardare fuori dal finestrino. Harry ogni
tanto le scoccava un'occhiata dallo specchietto e continuava a trovare la
situazione del tutto assurda. Orloff doveva aver fiutato qualcosa di bello
grosso se spediva di punto in bianco qualcuno a controllarli. E anche Duncan
sapeva degli Zaratrox. Ma in che diavolo di storia si erano cacciati eh?
Comunque ormai qualcosa bolliva in pentola, ne era sicuro. Mangiamorte e
Zaratrox. Qui stava accadendo davvero qualcosa. Senza contare che Crenshaw si
era mostrato anche a loro. Perché? Perché poi rischiare di colpire uno come
Tristan con tanti anni di servizio? Arrivati a Lane Street, Draco scese dalla
macchina come un fulmine e incurante di May salì subito al primo piano. Gettò il
mantello dove capitava e salì al piano superiore, senza neanche più rivolgere la
parola a Harry che, povero demente, si ritrovò da solo con May. Quando si volse
verso la ragazza, lei lo fissava molto intensamente. - Che c'è?-
bofonchiò. - Ho sempre desiderato conoscerla.- disse, soave. - Non è il
caso che mi dai del lei.- replicò cercando di sciogliersi un pochino - Chiamami
Harry. E scusa Draco...non ha un buon carattere ma dopo un po' uno ci si abitua
al suo veleno.- - Lo spero. Spero anche di essere di aiuto signor...Harry!-
si corresse, sempre senza l'ombra di un'emozione vitale sul viso - E mi scuso
per essermi introdotta qua in ora così tarda.- - Non fa niente, in fondo non
è colpa tua.- Potter sospirò, cominciando a farle fare il giro della casa. Le
fece capire che Pinky non era carnivoro e che Gigì non era poi pazza come
sembrava. La mollò nella stanza degli ospiti e dopo di che le dette la buona
notte, avvisandola che la mattina i rumori in quella casa si
sprecavano. Andato su, s'infilò sotto la doccia dopo aver trovato Malfoy a
mollo fino al collo nella schiuma della vasca. Nella mano destra un calice
di vino rosso, nella sinistra una sigaretta. Il moro si lasciò accarezzare
dal getto dell'acqua, poggiandosi di peso contro le piastrelle. - Orloff sa
qualcosa.- sentì Draco mormorare, oltre il casino della doccia. - Probabile.-
Harry aprì l'anta di vetro e afferrò l'accappatoio, poi uscito si sedette sulla
sponda della vasca, fregando la sigaretta al biondo - Ho messo May nella stanza
degli ospiti.- - Che vada al diavolo.- sibilò Malfoy, finendo il vino di
botto. - Sbaglio o la odi più di quanto odi normalmente gli estranei
Malferret?- chiese Potter, consapevole di cosa stava succedendo - Dai, non
trattarla male solo perché è mezzosangue.- - Tratto la gente come voglio, San
Potter.- Draco posò il calice a terra, tornando ad affondare nella schiuma - Non
mi va solo che la prima incapace venga qua a ficcare il naso negli affari miei,
specialmente dopo che sa vita morte e miracoli su di me perché s'è letta la mia
scheda.- Harry sbuffò, sedendosi a terra, contro il muro opposto per
guardarlo in faccia. - Non le lascio prendere il quinto posto.- gli disse, di
punto in bianco. - Fanne quello che ti pare.- - Malfoy...- - Cosa,
cosa?- disse, esasperato. Si girò, poggiandosi sul braccio che era lungo sul
bordo della vasca. - Non trattarla male perché vedi in lei Hermione.- Un
gemito sarcastico invase il bagno e Draco sollevò il capo al soffitto, ridendo
amaro. - Potter, Potter...- mugugnò pigramente - Cosa credi? Credi che odi la
Granger perché mi ha lasciato?- - Credo che odi essere rimasto senza
di lei .-
rispose Harry, guardandolo indulgente - O sbaglio?- Non gli arrivò risposta
così il bambino sopravvissuto si mise in piedi, stanco per la lunga
nottata. - Senti...- gli disse - Sul serio, mi spiace di averti detto nulla
di Herm in questi anni ma ogni volta che se ne accennava anche per sbaglio tu
sembravi infastidito, quindi ho lasciato perdere. Non volevo farmi i fatti tuoi,
lo sai. Comunque nelle sue lettere...lei chiede sempre di te.- dicendolo, vide
la mascella di Malfoy scattare me il biondo continuò a ignorarlo, crogiolato nel
risentimento verso che qualcosa che nemmeno lui sapeva bene cosa fosse. -
Domani te le faccio avere. Notte Malfoy.- e se andò senza lasciargli replicare
nulla, specialmente qualche maledizione visto che ormai doveva averlo esasperato
più che a sufficienza. Quando fu solo, Draco volse lentamente il capo verso
lo specchio a parete alla sua sinistra. Era rimasto il principe di
Serpeverde? Lui più si guardava e più tornava al tempo in cui Hermione non era
ancora entrata di prepotenza nella sua vita. Arrogante, cinico, freddo,
calcolatore, maligno, algido e sprezzante. Senza Hermione non era riuscito a
restare la persone decente in cui lei l'aveva trasformato neanche per un
giorno. Gli sembrava di continuare a cadere, a cadere, a cadere... E non
c'era più lei a tenergli stretta la mano. Non c'era più lei a ricordargli quanto
i mezzosangue fossero forti. Non c'era più lei a ricordargli quanto fosse
minuscolo in confronto alla bravura di una mezzosangue. Non c'era più la sua
voce, non c'era più il suo corpo morbido a caldo a scaldargli la notte e il
giorno. Maledetta. Maledetta Hermione Jane Granger. Gli aveva fatto
intravedere il paradiso e poi gliel'aveva strappato via. Fosse maledetta fino
all'ultimo dei suoi giorni. Afferrò il calice e lo scagliò via, frantumandolo
in mille pezzi...e poi si alzò dalla vasca, mandando all'inferno Hermione e
tutto il dolore che gli aveva causato.
Intanto a Cameron Manor, il
piccolo Tom Maximilien Riddle si stava preparando ad andarsene. Accurato
come solo un ragazzino coscienzioso sapeva essere, metteva magliette e abiti
dei maghi all'interno del baule, insieme a un Mantello dell'Invisibilità e ad
alcuni libri di incantesimi. La sua camera era immersa nel silenzio, tranne
per il ticchettio di un pendolo finemente elaborato che stava proprio sopra al
caminetto spento, nonostante il freddo che si aggirava per il grande
palazzo. Bhè, partiva...pensò il piccolo, sedendosi sul suo lussuoso letto a
baldacchino. Guardò oltre le grandi vetrate, sui campi di Golden Fields,
coperti per tutto l'anno di grandi margherite nere. Gli sarebbe mancato quel
posto. Anche sua madre. - E io un po' ti mancherò?- Tom si voltò,
sorridendo - Certo Caesar. Siediti...- Caesar Cameron, entrato nella stanza
quasi in silenzio, si sedette accanto al bambino, carezzandogli dolcemente i
capelli. Tom più lo guardava e più si chiedeva perché sui libri di storia e sui
quotidiani, avido com'era di sapere, non leggesse altro che cattiverie sui
demoni puri. Lui trovava la forza di Caesar affascinante. Come lo affascinavano
i suoi capelli bianchi come neve e i suoi occhi come diamanti. Gli piacevano i
suoi modi, la sua voce. Anche sua madre, cioè la sua matrigna, era come lui.
Lei era...quasi ipnotica. Cullava con la sua sola presenza. E poi entrambi,
anche se demoni puri, erano così dolci e affettuosi con lui. Caesar era una brava
persona, nonostante quanto tutti dicessero di lui. - Allora, hai preso
tutto?- gli chiese il demone guardando nel suo baule. Tom annuì, ora un po'
malinconico - Si, ho tutto quello che mi serve.- - Che c'è?- Cameron gli
carezzò il capo, sollecitando a parlare - Hai dei ripensamenti?- -
Stavo pensando...- Tom alzò gli occhi blu, ora scintillanti come stelle - Harry
non vorrà vedermi. Non vorrà avere niente a che fare con me. Neanche i miei
fratelli mi vorranno. E...anche la mamma è triste.- Caesar non rispose
subito. Rimase a osservare quel piccolo grande mortale. Era strano per lui
pensare qualcosa del genere per un umano. Caesar Cameron non li aveva mai amati
particolarmente gli altri fuori dalla sua piccola cerchia. Fin da bambino, circa
novecento anni prima, aveva sempre avuto paura delle loro dita, puntata dritte
su di lui, sui suoi occhi e sui suoi capelli bianchi. E poi...in fondo lui era di un
altro mondo. Ma quel piccolo...quel piccolo grande mago
... Caesar
sperò che crescesse come suo padre non aveva potuto. - Tua madre è triste per
altri motivi, Tom.- gli sussurrò, tirandolo giù dal letto - E adesso ascoltami
bene.- lo costrinse a guardarlo, con fare protettivo di un parente - Harry
Potter forse potrà aver odiato tuo padre ma tu non hai colpa degli errori degli
altri, tantomeno avrai mai colpa di ciò che i tuoi fratellastri faranno.- - E
per la mamma?- Caesar stavolta abbassò il capo, evitando i suoi occhi di
bambino. - Temo invece che i dolori di tua madre siano solo colpa mia.- Il
piccolo Tom non fece più domande, né il demone dette altre risposte. Si limitò
ad aiutarlo a finire le sue valigie, a chiudere tutto e poi scesero, davanti
alla porta del palazzo. Fu fra margherite nere e un debole vento che Tom
Riddle disse arrivederci a quel luogo e prima di sparire alzò gli occhi sul
castello, raggiungendo una finestra la cui stanza nessuno sapeva
raggiungere. E lì c'era lei. Lei che non l'aveva abbandonato, nonostante ciò
che le aveva fatto suo padre. Era tempo di sistemare le cose che suo padre
gli aveva lasciato...e poi lui doveva anche ritrovare un'amica. Si, forse se
avesse aiutato Harry Potter a ritrovare anche Hermione...le cose si sarebbero
potute aggiustare. Era molto poco, lo sapeva. Però era tutto ciò che poteva
fare.
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