L' istinto non mente mai.

di len91
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                                                                                                                     Salve a tutti, ragazzi ;), questo è il prologo

                                                                                                                     della storia e, per questo, potrebbe

                                                                                                                     risultare un po’ tropppo breve e noioso, ma vi prego di

                                                                                                                     non demordere e perseverar con la lettura;

                                                                                                                     i capitoli successivi saranno, spero, più

                                                                                                                     interessanti;)..ora vi lascio al capitolo..

                                                                                                                     ps: lasciatemi un commentino.. saluti!     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1.PROLOGO: RINASCITA.                                                                              

 

 

 

 

 

 

Molti accampamenti erano distrutti, molti coraggiosi shinobi versavano in condizioni critiche: chi gravemente ferito, chi svenuto per il dolore, chi, purtroppo, deceduto. Non si riusciva ad esultare per la salvezza, ma non mancavano occhiate di approvazione e soddisfazione tra tutti i superstiti. Dopo un primo istante di silenzio, un momento solo per realizzare la fine delle atrocità, ogni ninja sopravvissuto, perfino coloro che non riuscivano a reggersi in piedi, si mossero e si prodigarono per riunirsi, ritrovarsi, prestare soccorsi a chi versava in condizioni pessime, rimontare tende, controllare gli equipaggiamenti rimasti..piangere i morti. Niente più colpi o esplosioni: la guerra era finita, la più grande vittoria era stata conquistata, il villaggio era salvo.

 

Ripresasi dal mancamento, ancora accasciata al suolo, Hinata era dolorante, il combattimento l’ aveva stremata come nulla prima di allora; aveva gli arti indolenziti e formicolanti, gli occhi stanchi e velati: il byakugan li aveva sottoposti ad uno sforzo troppo eccessivo e ora lacrimavano. Temette improvvisamente per il suo cuore: non capiva se esso avesse deciso di smettere di battere per il rammarico delle perdite, o se stesse colpendo il suo petto talmente freneticamente da parere immobile, tanto era stato il terrore di non potercela fare.. voltò il capo a destra: nessuno; lo volse a sinistra: a pochi metri da lei, sdraiato a terra, madido di sudore per lo sforzo tremendo richiesto dalla battaglia, lui aprì gli occhi, intercettò il suo sguardo e, semplicemente, le sorrise: un sorriso di trionfo e soddisfazione, un sorriso di gioia che annunciava l’ inizio di giorni di pace..allora lei cominciò a risentire i battiti del suo cuore, li percepì farsi regolari, anche se lenti e rispose al suo sorriso, felice di poterlo ammirare ancora.

 

La forza di volontà del villaggio della foglia aveva sorpreso chiunque, la sua ripresa era stata formidabile; era come se tutto il popolo avesse tacitamente concordato di fare il più in fretta possibile per far riemergere dalle macerie la grandezza di Konhoa e riservarsi tutto il restante tempo per commemorare nel modo migliore, le vittime della guerra. Nel giro di poche settimane, il villaggio tornò ad essere quello di una volta: le case si ricostruironono, i punti di ritrovo risorsero più numerosi di prima ed i lavori di ristrutturazione avvicinarono la gente, consolidano i legami preesistenti.

 

Hinata non aveva più visto Naruto dal giorno della fine della battaglia; suo padre le aveva dato l’ ordine di occuparsi della conduzione dei lavori atti a ripristinare le fondamenta di villa Hyuga e lei, come sempre, aveva obbedito, senza alcuna esitazione, felice di essere stata considerata all’ altezza del compito affidatogli. Mentre spostava massi e saltava da un angolo all’ altro del terreno, per prendere misure, annotare numeri e analizzare la resistenza della terra con la sua abilità innata, non potè che pensare a come lui fosse stato straordinario ed estremamente coraggioso nel condurre la battaglia. Si chiese come lui si sentisse, cosa stesse facendo .. sorrise e arrossì, solo un po’ però..





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