I
-
After party -
Gli
after party erano sempre stati noiosi, almeno secondo la modesta
opinione di Alexandra.
Il
fatto che fosse australiana e per di più attrice di film
sconosciuti
e indipendenti stava rendendo quella serata ancora più
irritante del
previsto.
Nessuno
la sapeva con precisione chi fosse e lei conosceva qualcuno di vista
o per sentito dire.
Avrebbe
fatto volentieri a meno di parteciparvi, se non avesse dovuto
accompagnare il fratello James, che tanto aveva insistito
perché
venisse.
Era
stanca, aveva male ai piedi e voglia di sistemarsi sotto le coperte,
dove non ci sarebbe stato quel fastidioso vociare a
perseguitarla.
Suo
fratello era così diverso da lei, così spontaneo,
così
amato...
Non
che lei desiderasse avere i riflettori puntati contro, questo
è
certo. Preferiva di gran lunga la misera celebrità che si
era
costruita pian piano.
«
Non ti diverti? »
James
era il classico ragazzone. Alto, capigliatura scura e disordinata, ma
sempre ben vestito.
«
Sto sprizzando felicità da tutti i pori, non lo vedi?
»
Suo
fratello alzò gli occhi al cielo, abbracciandola alla vita
con un
braccio.
«
Perché non ti butti un po' nella mischia? C'è
della musica... »
«
Odio ballare. »
«
… ci sono persone nuove da conoscere... »
«
Detesto fare amicizia. »
James
lasciò la presa su di lei.
«Sei
una piaga umana, Alexandra. »
«
Lo so caro, è un difetto di famiglia. »
E
detto ciò, si girò per dare un'occhiata in giro.
Detestava
quando suo fratello cercava di intromettersi nelle sue scelte,
piccole o grandi che fossero.
Lei
rimaneva comunque la sorella maggiore e per questo non aveva bisogno
di consigli su come gestire la propria vita.
Alexandra
vagò un po' per quella festa, con la sua pochette sempre
stretta al
fianco e un bicchiere di champagne in mano.
Osservò
persone ridere di gusto, altre lanciarsi e ballare.
Quale
disgusto!
Eppure
non ebbe modo di continuare il suo percorso di insulti e sguardi poco
amichevoli che suo fratello la raggiunse nuovamente.
«
Vorrei presentarti un mio caro amico. »
«
E se non volessi? Alla fin fine posso anche andarmene a casa e far
finta di non essere mai esistita. »
Su
questo aveva effettivamente ragione. Si era da poco trasferita a
Londra da Sidney, dove aveva vissuto per gran parte della sua vita
insieme alla sua famiglia, mentre il fratello aveva deciso di fare il
temerario nella terra della Regina Elisabetta e tentare con il lavoro
di produttore.
C'era
pienamente riuscito e a quanto pare aveva così tanti amici
da poter
far persino invidia a tutti quelli che aveva Mark Zuckerberg su
Facebook.
«
E' simpatico e fuori dal comune. »
E
nuovamente ricadde trascinata in quel vortice di persone, luci, flash
e musica, mentre teneva ancora saldo il suo calice semi pieno nella
mano.
James
picchiettò sulla spalla di un uomo voltato di schiena.
La
prima impressione che Alexandra ebbe di lui fu che era
spaventosamente alto. Capelli ricci, di un rosso appena
pronunciato.
Quando
si voltò scoprì di conoscere per caso quel volto.
«
Lei è Alexandra. »
Esordì
quello sciocco di suo fratello indicandola. Lo sguardo del giovane
uomo si spostò da James a lei.
Ostentò
un sorriso ampio in sua direzione, mentre portò entrambe le
mani a
nascondersi dentro le tasche dei pantaloni.
Era
rimasto paralizzato, per caso? Non riusciva a scostarsi da quel
sorriso sin troppo esagerato per lei.
Con
un veloce movimento della mano, Alexandra spostò una ciocca
dei
capelli dietro l'orecchio, inclinando la testa di lato.
Arcuò
appena un angolo della bocca.
«
Tom. »
A
quel punto si presentò, lasciando che una mano uscisse da
una tasca,
per andare a stringere quella di lei.
Non
era difficile capire che si trattava di Tom Hiddleston.
Alexandra
non poteva dirsi entusiasta di fare la sua conoscenza. Era lui
l'amico di cui tanto parlava suo fratello?
«
Come vedi la sua loquacità è strabiliante!
»
Scherzò
James, sorridendo. Lo stesso fece Tom, che puntò subito lo
sguardo
su di lei, ancora una volta.
«
Quando avrai smesso di fare il simpatico, fammelo sapere. Nel
frattempo me ne torno a casa. »
Ma
non fece nemmeno in tempo a muovere anche solo una gamba che un
fotografo si posizionò davanti a loro, già pronto
per scattare una
foto.
Non
poteva esserci disgrazia peggiore...
Si
maledì la giovane Gascoyne, alzando gli occhi al cielo.
Osservò
suo fratello per prima cosa, comprendendo i suoi movimenti e
trovandosi, in pochi attimi, tra i due uomini.
Tom
Hiddleston non ci pensò un attimo a poggiare una mano sul
fianco di
Alexandra, mentre fissava con un sorriso la macchina
fotografica.
Non
poteva di certo ribellarsi a quel gesto, così
scostò i capelli
rossi da una parte, preparandosi per fare una foto, ostentando un
sorrisetto appena accennato.
James
ringraziò il fotografo, e sua sorella approfittò
del momento per
voltarsi verso il suo amico.
«
Sei solito mettere le mani dove ti pare? »
Chiese
Alexandra con insolenza, mentre portò le braccia ad
incrociarsi sul
petto.
Tom
venne preso di sprovvista, non sapendo cosa rispondere.
«
Mi verrà tagliata la mano, per caso? »
Domandò
a quel punto, incuriosito da quella reazione.
«Può
anche darsi, Mr Hiddleston, può anche darsi. »
E
pronunciate quelle ultime parole gli diede le spalle, sparendo tra la
folla.
Tornare
a casa, questo era ciò che desiderava dal principio, ma
sembrava
un'ambizione sin troppo illusoria.
Vagò.
Vagò come una pecora smarrita evitando il fratello e il suo
amico.
Più
restava sola, più era in pace con se stessa.
Ciononostante
il suo sguardo cadde casualmente su Tom Hiddleston. Stava ridendo con
James, mentre teneva un calice di vino in mano.
Era
davvero impeccabile nel suo abito elegante. Giacca grigia in tinta
coi pantaloni e la cravatta, camicia bianca e sorriso
perfetto.
Scosse
il capo, alzando appena lo sguardo verso l'alto.
E'
un uomo come tutti, pensò Alexandra, decidendo di uscire nel
terrazzo che aveva adocchiato al suo arrivo, così avrebbe
potuto
finalmente fumarsi una sigaretta.
Non
c'era nessuno, il vuoto più assoluto. Meglio così.
Estrasse
accendino e sigaretta dalla sua pochette e si appoggiò alla
ringhiera in ferro, dando un'occhiata a quel che stava accadendo
sotto quell'enorme palazzo a un infinito numero di piani.
Il
solito traffico serale, niente di che.
Inspirò
ed espirò con fare annoiato, voltandosi verso la festa,
quando,
davanti a sé, si ritrovò l'impensabile.
«
James mi schiavizza e mi dice di divertirti. »
Tom
esibì un sorriso, passandole un bicchiere di champagne.
«
E tu fai tutto quello che mio fratello ti dice? »
Domandò
con sarcasmo, afferrando il bicchiere.
«
No, mai, ma mi faceva una certa pena che stasera non ho potuto
resistere e l'ho accontentato. »
Terminato
il discorso, all'interno attaccarono una musica piuttosto ritmata che
Alexandra trovò fastidiosa.
Eppure
Hiddleston sembrava contento.
«
Non balli, quindi? » chiese con uno sguardo che la donna non
poté
che interpretare come di speranza.
Alexandra
rise alle sue parole, scuotendo il capo, prima di portare nuovamente
alle labbra la sigaretta.
«
Se stai cercando di invitarmi a ballare, mi spiace deluderti ma ballo
solo con persone del mio stesso sesso. »
Aspirò,
prima di lanciargli un sorrisetto falsissimo.
«
Sono lesbica. »
Mantenne
la sua più totale serietà, mentre penetrava con
soddisfazione gli
occhi di Tom Hiddleston.
A
quel punto sopraggiunse un'altra risata: era James.
«
La tua simpatia, Alexandra, non ha eguali! »
Esclamò
il fratello con ironia, dando una lieve pacca sulla spalla all'attore
inglese.
«
Suvvia, una donna non può cambiare il proprio orientamento
sessuale
solo in una sera per salvarsi da un possibile ballo con uno
sconosciuto? »
Non
trattenne la sua lingua, indicando con una mano il nuovo giovane uomo
appena conosciuto.
Poi
aggiunse, acidamente.
«
Io vado a casa James, sono stanca. »
Spense
il mozzicone a terra, calpestandolo con la suola della
scarpa.
Sorpassò
entrambi senza aggiungere altro, e solo quando fu vicino alla porta
che l'avrebbe ricondotta all'interno della festa si voltò
con un
mezzo sorriso.
«
Piacere di averti conosciuto, Tom Hiddleston. »
E
detto ciò sparì tra la folla
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