Nameless

di Red Fox
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Conan, il mio primo amore *___* Allora, ho scritto questa storia di getto, senza fermarmi a pensare o chiedermi cosa fare XD Perciò sappiate che è qualcosa senza un senso logico XD
Detto questo: i personaggi non mi appartengono, sono frutto della fantasia di Gosho Aoyama e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Spero vi piaccia! XD
Red Fox :3


Nameless

Io sono una persona...
Una persona soltanto!
Shinichi Kudo
 

 
Conan era Shinichi, Ran lo sapeva.
Lo aveva sempre saputo.
Era facile da capire, nonostante tutto. Le improvvise telefonate dell’amico che arrivavano sempre nel momento in cui lei era più triste, per incredibile coincidenza; l’inspiegabile scomparsa del bambino ogni volta che Kogoro entrava in trans per poi rivelare magicamente l’identità di un colpevole d’omicidio; i sensi di colpa che la giovane vedeva a volte riflessi sul volto di Conan. Non era difficile comprendere la verità, non lo era affatto. Eppure ci aveva messo anni a scoprirlo. Vedeva che c’era qualcosa di strano in quel ragazzino troppo astuto ed intelligente per un bambino della sua età, sapeva che era assolutamente impossibile che sapesse tutte le informazioni che prontamente riferiva all’agente di polizia, quando si trovavano su una scena del crimine, solo perché ‘‘l’ho sentito alla televisione la scorsa settimana!’’. Non era stupida, Ran.
Ma si era finta cieca per molto, troppo tempo. Era giunto il momento di costringere Shinichi a rivelarsi. Il suo piano era perfetto, costruito ad opera d’arte e impossibile da smontare: avrebbe messo l’amico davanti alla verità, obbligandolo ad ascoltarla mentre lei gli spiegava minuziosamente ogni dettaglio che l’aveva portata a dubitare di lui. Di fronte a prove tanto schiaccianti, Shinichi avrebbe potuto solamente svelarsi.
Dopo tutti quegli anni di bugie, Ran avrebbe finalmente scoperto la verità. Shinichi Kudo doveva dirle cos'era successo, doveva spiegarle il motivo per cui... Si bloccò.
Corrugò le sopracciglia, quando un pensiero si fece spazio nella sua mente. Provò a riflettere, concentrata. Shinichi aveva scelto di tacerle la verità per anni. Per quale motivo? Si morde un labbro, confusa. E all'improvviso le sue certezze crollarono, come un castello di carta in precario equilibrio. Shinichi non le aveva mai detto nulla sulla sua nuova identità, non l’aveva mai resa partecipe di qualunque cosa fosse capitata nella sua vita. Sì, era andato a vivere con lei, ma solo perché l’aveva proposto Agasa. Se lei quel giorno non si fosse presentata a casa dell’amico, probabilmente non avrebbe mai neanche conosciuto Edogawa Conan. Perché?, si domandò. Che Shinichi non si fidasse?
Insomma, sapeva di non essere esattamente la persona più sicura del pianeta a cui svelare i proprio problemi, né la più affidabile. Tuttavia pensava di meritare almeno un po’ più di fiducia.
Quindi ora la questione era un’altra: era giusto costringere Shinichi ad ammettere la sua identità, se lui non voleva che lei la scoprisse? Se Shinichi non le aveva mai raccontato nulla, essendo però cosciente del dolore che le avrebbe procurato a non farsi più vedere, ci doveva essere un motivo. Si era finto bambino per anni, aveva vissuto con lei, l’aveva vista piangere, era stato zitto ogni volta che facevano il bagno insieme, lei gli aveva persino confessato i suoi sentimenti. Ma Conan non aveva mai detto niente. Aveva sempre finto di essere solo Conan Edogawa, le aveva nascosto la verità. La chiamava di nascosto usando la sua vera voce, -Ran aveva scoperto il segreto del suo farfallino già da mesi ormai,- la contattava quando vedeva che era triste, ma mai le aveva raccontato la verità, mai le aveva rivelato la sua vera identità.
Ran capì che semplicemente non poteva chiedere a Shinichi di fidarsi di lei, se lui non voleva.
Gli occhi le si riempirono di lacrime, il respiro accelerò. Conan se ne accorse e, preoccupato, chiese: -Nee-chan, cosa c'è?- con quella sua vocina stridula da bambino, così falsa alle orecchie della ragazza.
La giovane si asciugò le lacrime e lo guardò, sorridendo. -Niente, Conan. Niente.-
E non disse più nulla.
 




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