Decalogo
del buon recensore.
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Essere sempre sincero con lo
scrittore: una recensione falsa non vale nulla, perché non
è costruttiva.
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Leggere con cura e non fermarsi
alla trama in senso scialbo.
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Stare attenti ad ortografia e
grammatica (è il mio pallino).
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Non cercare sempre la "scena
rossa": uno scritto può essere bello anche senza eccedere,
perché lo scrittore trascrive emozioni e non 'porcherie' che
non pensa o concepisce nel suo stile o nella trama, dato che non tutti
hanno lo stesso modo di scrivere cose ed avvenimenti. Non si tratta di
pornografia a tutti i costi, accidenti!
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Esprimere un parere. Recensire
non è un obbligo, ma un piacere. Se si legge un capitolo, si
trovano cinque minuti per un commento, magari breve, ma sentito.
Ciò migliora l'umore dello scrittore che si sente apprezzato
e spronato a dar il meglio di sé e continuare a scrivere.
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Recensire sì, ma con
garbo: occorre dare cura e veridicità a ciò che
si dice, in quanto portando esempi ci si rende conto di errori e tutto.
Per uno scrittore è importante sapere che non è
mai arrivato, ma se gli si dice che fa schifo, non è il
massimo delle aspirazioni e dei sogni.
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Al di là del fatto
che spesso si recensisce un amico, proprio perché amico,
dovrebbe valere ancor di più la regola 1 in quanto
è imprescindibile essere veritieri con gli amici.
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Non scrivere nella recensione
"se ti va passa da me": è pur vero che si tratta in fin dei
conti di un "do ut des", ma il fatto di passare o meno da un autore che
vi ha recensito, resta sempre alla compiacenza ed alla coscienza della
persona in questione.
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Ricordare che tutto
ciò che viene detto all'autore contribuisce alla formazione
dello stesso, a livello amatoriale o meno, perciò siate
quanto più precisi e puntuali nel commentare. Una critica
è dunque ottimale allo scopo, purché ben motivata.
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Fondamentale: non ritenersi
giudici con la pretesa di essere divinità della scrittura:
siamo umani e scriviamo per passione, a buon intenditore...”
La
nostra vicenda si svolge qui, nella modesta casa di un falegname, un
tal Geppetto, il quale ora in bottega si adopra a portare la sua
giornata a casa.
Al
contrario, propriamente nel soggiorno della suddetta casa adiacente
il piccolo sopracitato esercizio, abbiamo un bambino, coi calzoni
corti ed un farfallino azzurro, che siede penzoloni su una grande
sedia, intento a mordicchiare il suo lapis, rimirando il lavoro che
ha appena annotato, ovverosia quelle righe di sopra, sul suo
taccuino, e chissà perché o per come, tutto gli
sembra
particolarmente pertinente e non si capacita del fatto che l'abbia
scritto davvero lui.
Sul
grande tavolo, a far compagnia al piccino, vi sono un gatto intento a
giocare con la scatola del dizionario ed una leggiadra pesciolina
nella boccia che osserva attenta il fare maldestro del gatto che
vorrebbe forse sfogliare il sommo libro della cultura italiana.
Il
bimbo sente sulla sua spalla sinistra una presenza a lui familiare:
non si tratta di altri che della sua “Coscienza”,
che mai ha
abbandonato il compito di vegliarlo e guidarlo anche se la magia di
essere un bambino vero abbia funzionato.
Il
piccolo esserino verde, con molto garbo che gli è proprio,
si
rivolge al bambino con un tono che solo lui ed il caro babbino
possono usare con lui.
:-
Pinocchio caro, cosa hai scritto qui? Ma conosci l'esatto significato
delle parole che hai adoperato qui, tra queste righe?
:-
Sì, caro grillino, ho preso il vocabolario apposta, sai? Mi
hanno
aiutato persino Figaro e Cléo nella stesura di queste
regole.- al
che, il gattino pestifero ed il placido pesciolino nella boccia, nel
sentirsi chiamati in causa, mostrano il loro assenso.
:-
Bene, ne sono contento, posso dire innanzitutto che è ben
scritto,
ma mi piacerebbe sapere il motivo per cui hai scritto questo, non
vorrai andare a chiedere un manifesto, uno di quelli colorati di
Stromboli Mangiafuoco?
:-
Ma no, Grillo, no, anche se mi piacerebbe molto, sai, mi sono
avvicinato al mondo delle fanfiction, come tu ben sai,
però...- e
qui il bambino si interrompe, temendo forse la reazione della sua
coscienza in forma d'insetto.
:-
Suvvia, forza e coraggio, figliolo, non ti mangio mica,
ascolterò il
tuo sfogo e ti consiglierò per quanto posso, come sempre.
:-
Ti ringrazio tanto...allora...mi hanno detto che alle volte un
lettore, per quanto se la possa cavare nello scrivere, si sente molto
demoralizzato se non viene apprezzato in qualche modo e...
:-
E come tale tu ti riferisci a quella bella iniziativa cui tu hai
aderito, dico bene?- il caro grillo prosegue la frase non terminata
dal fanciullo.
:-
Beh, sì, hai capito benissimo, come sempre e voglio
impegnarmi a
essere un commentatore di storie migliore.- e le sue parole sono
sottolineate da un deciso assenso di capo.
:-
Correggiti, si dice recensore.- appunta saggiamente il Grillo.
:-
Recensore...lo cerco sul dizionario, Grillo.- e nel sentir dire
ciò,
il piccolo amico cerca di far capire a Figaro per mezzo del suo
ombrello che il vocabolario serve, ma non per giocare e non a lui-
Recensore: due significati. Uno: “In
filologia, chi fa la recensione di un testo per una edizione
critica”* e due: “Chi scrive una recensione o delle
recensioni
per una rivista o per un giornale: r.
benevolo,severo;
sarei
lieto che il mio libro trovasse un r.
competente.”*.
Oh, Grillo, sapevi che questa parola ha due forme di femminile?
:-
No, io conoscevo solo “recensitrice”, ma non
“recensora”, è
una bella novità! Comunque, quella “r”
puntata è un modo per
abbreviare “recensore”, quando si legge, si legge
per esteso.
:-
Buono a sapersi, questo non lo sapevo.
:-
Ora lo sai, ma devi ancora spiegarmi perché vuoi diventare
un bravo
recensore.
:-È
molto semplice: voglio migliorare come
scrivo, sai? Mi piace molto scrivere, e soprattutto leggere, ormai
non sono più un somaro e chissà, magari potrei
raccontare le tue
storie in alcuni libri. “Le avventure del prode
Grillo”, che ne
pensi?- al sentire del titolo, gli occhi del Grillo s'illuminano ed
il petto gli si riempie d'orgoglio, pur arrossendo.
:-
Io? Prode? In un libro? Mi lusinga assai la cosa...- ed il volto del
Grillo muta in un acceso porpora.
:-
Ebbene, ecco...io voglio migliorare, ma anche io devo contribuire ad
aiutare gli altri. Non per un ritorno di favore, ma perché
se ci
siamo iscritti su un sito, vuol dire che ci accomuna una passione e
per merito di questa si conosce tanto, si incentiva la fantasia, si
fanno amicizie, si cresce... E io voglio crescere e fare lo
scrittore, è un sogno forse irrealizzabile, ma ci
proverò.
Mai
così fiero fu il caro Grillo del suo Pinocchio ed
altrettanto si può
dire di Geppetto che ha udito il breve monologo del ragazzo, e
carezzandogli chi il capo, chi posandosi sulla sua mano destra, i due
“papà” esclamano ad una sola voce:
“E
noi ti daremo tutto il sostegno possibile e tu dallo anche agli altri
scrittori che coltivano il tuo stesso sogno”...
* Nota: la definizione della parola recensore
è tratta dal Vocabolario Treccani on-line. (http://www.treccani.it/vocabolario/recensore/)
L'angolo di Layla.
Salve
a tutti, come va? Questa malsana idea che mi è frullata in
testa
ispirandomi all'iniziativa "Fatevi sentire, recensite!" promossa da
Erika e dall'amministrazione.
Personalmente,
io ho partecipato e l'ho trovata una splendida idea, magari da
ripetere, perché no, ma parlando poi con persone che hanno
visto del
marcio anche in questo e si sono profusi a tutto spiano su cosa voglia
dire per loro recensire, allora poi ho voluto scrivere anche io cosa
voglia dire lo stesso verbo per me, in quella sorta di decalogo
personale che seguo diciamo da quando mi sono iscritta.
Per
me recensire vuol dire esprimere un parere critico e quanto
più
obiettivo su ciò che si legge, indipendentemente se piaciuto
o meno, al
di là se lo scrittore è nostro amico o meno; per
me leggere è la cosa
che forse so fare meglio, ho iniziato ad un anno a leggere spedita
-così come racconta la mamma- e da lì mi sono
emozionata spesso per
mezzo di belle parole per iscritto ed anche su questo sito, lo
riconosco e sono molto felice di essere qui in questa grande famiglia,
non come "scrittrice" in primis, ma come lettrice.
Cosa
dire più? Questa volta non è il Grillo che
giudica, ma Pinocchio, che
forse rappresenta noi tutti scrittori, che scriviamo per passione e
magari anche per un sogno che si vuol vedere realizzato.
Ora
vi saluto e ringrazio
anticipatamente chi leggerà commentando od in modo silente
questo
scritto, siete sempre gentilissimi, la vostra
Layla_Morrigan_Aspasia.
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