Pairing/Characters: Rogue/Logan
Rating: PG
Warnings: Fluff
(kind of), One-Side (kind of anche qui)
Word
Count: 781
(fdp)
Disclaimer: non
sono miei, non ci guadagno, non me li porto a letto, niente di niente.
N/A: Scritta
per 500themes_ita,
prompt #231.
Mani ruvide
─
L'unica cosa che conosco di questo fandom sono i film (e i cartoni
animati su K2, se contano qualcosa *coff*). Non ho mai letto i comics e
rifiuto di essere fucilata per questo. Ci sono cause più
nobili per cui morire, tipo cercare di farsi Hiddleston.
─
IDEK. Sto rivedendo tutti i film sugli X-Men e shippare questi due
è palesemente cosa buona e giusta. Anche se lei è
piccola e lui è Wolverine, sì. Shut up
e_e” La timeline, comunque, è verso il finale del
primo film, poco prima che Logan parta, diciamo.
Your hand in mine
Le
mani di Logan sono ruvide e callose, forti come blocchi di granito,
troppo segnate dalle armi e dalle botte per essere gentili, anche
quelle poche volte in cui lui si sforza di esserlo (e non succede
spesso, proprio no, ma quando ci sono Rogue o Jean di mezzo succede con
una certa frequenza, diciamo).
Rogue,
che riesce sempre ad avvertire questa ruvidezza anche attraverso i
vestiti, non può fare a meno di chiedersi quanto
più ruvida ancora dev'essere una sua carezza sulla pelle
nuda. Quel pensiero le fa avvampare di colpo le guance, un po'
perché è la prima volta che si sofferma ad
immaginare una cosa del genere dopo il tremendo disastro che
è stato il suo primo bacio, un po' perché,
insomma, è
Logan.
Eppure
è proprio perché “è
Logan”,
che Rogue si concede di indugiare un po' sull'idea.
Gli
altri ─ tutti gli
altri, compresi i mutanti della scuola ─ stanno ben attenti a non
toccarla mai, anche se lei indossa sempre i guanti e non lascia nemmeno
una piccola porzione di pelle scoperta. Non lo fanno per paura:
è semplice istinto, e Rogue lo sa bene, ma comunque non
può fare a meno di sentirsi ferita nel notare con quanta
attenzione il resto del mondo si muove attorno a lei.
Sono
i piccoli gesti, soprattutto. Il modo in cui i suoi compagni le passano
i libri o i quaderni, tenendoli in punta di dita
all'estremità opposta di quella che porgono a lei. Il vuoto
che le si crea intorno camminando per i corridoi. Ritrovarsi da sola
negli spogliatoi. Cose così.
Logan,
invece, non ha paura di toccarla, anche se ne avrebbe più
ragione di tutti gli altri, visto che ha provato per ben due volte
quali sono le conseguenze.
Eppure
non le risparmia mai un buffetto sulla testa, se ha indosso un
cappello, o una semplice pacca sulla spalla quando la incontra per i
corridoi. Sempre in quel suo modo rude, ovviamente, ma per lei
è già molto più che qualcosa.
È, a dire il vero, il massimo del contatto umano a cui possa
aspirare.
Rogue
sbuffa, poi si rigira nel letto, stendendosi a pancia in su, e
abbraccia con più forza il cuscino. Sopra di lei, in un
angolo del vecchio soffitto, un ragnetto tesse placidamente la sua
ragnatela. Più in alto ancora, forse qualche metro
più in là rispetto al suo letto, c'è
la camera di Logan. Rogue sbuffa e si rigira di nuovo, questa volta
nascondendo il volto nel cuscino.
Non
può farlo, si dice.
L'ultima
volta che lo ha fatto è successo un vero e proprio casino,
ricorda a se stessa.
Meglio
non tentare di nuovo la fortuna, stabilisce.
Dieci
minuti dopo sta già sgattaiolando in punta di piedi verso le
scale.
Questa
volta Logan è sveglio, lei bussa per annunciare la sua
presenza, e nessuno viene artigliato a morte né prosciugato
della propria energia vitale.
La
luce è spenta, ma la luna illumina nitidamente la camera,
creando un'atmosfera quasi surreale ─ eppure accogliente, a suo modo,
probabilmente grazie all'odore di tabacco di cui ormai sono
già pregni anche i muri.
«Non
riesci a dormire, ragazzina?», domanda l'uomo, mezzo sdraiato
e mezzo seduto sul letto, guardandola al di sopra della sua lattina di
birra.
Rogue
scuote la testa.
«Posso
farti compagnia per un po'?», chiede a sua volta.
Logan
alza le spalle, sposta di poco le gambe per farle spazio ai piedi del
letto e si accende un altro sigaro.
«Basta
che stai lontana dalla mia scorta di alcool. Per un altro paio d'anni,
almeno», borbotta in risposta. «E se quel
rompipalle di Ciclope verrà a dirmi che non posso fumare in
camera, saprò chi andare a cercare», la avverte,
soffiandole contro una nuvoletta di fumo.
Rogue
non batte ciglio di fronte alla minaccia, anzi sorride e si accomoda
sul letto; dopo un momento di esitazione, inizia a raccontargli della
sua giornata. Non crede che Logan sia molto interessato alle sue
chiacchiere sui compagni di classe e le lezioni, ma lui non la
interrompe mai, né le fa capire di esserne infastidito ─ in
un paio di momenti, a dire il vero, la ragazza è quasi
sicura di averlo visto sorridere un pochino ─ quindi continua a parlare
a ruota libera, con una confidenza che non sa da dove viene, e che pure
nessuno dei due ha fatto fatica ad accettare.
E
quando Logan, ad un certo punto, posa casualmente un braccio sulla sua
caviglia, lei si morde le labbra ed arrossisce un pochino, imbarazzata
e contenta al tempo stesso, ma è abbastanza sicura che lui
non possa notarlo nella penombra della stanza.
Logan,
dal canto suo, che non ha mai dimenticato né le parole del
professor Xavier né quelle di Jean, non le dà
alcuna ragione per credere diversamente.
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