“Piccola” premessa: Ciao a tutti!!!!!!!!! Questa è la seconda fanfiction che scrivo… infatti,
forse, alcuni di voi hanno letto la mia primissima ff (“ccs e la forza che
regola il mondo”). Dato che sono in argomento, colgo l’occasione per ringraziare
tutti quelli che hanno commentato l’ultimo capitolo della mia precedente ff : Zoa, Evanescene88, Anto chan, LizDreamer, Sakura hime, non
so come chiamarmi…
Questa è un AU, Sakura e Sharoan hanno circa 22anni, e si
sono conosciuti alle superiori, dove sono accadute cose
che hanno avuto una notevole ripercussione sulla loro vita, soprattutto su
quella di Sakura, che per tutta la ff sarà influenzata da un ricordo in
particolare… è una storia di intrighi amorosi, batticuori quotidiani, gelosie,
ambientata in parte in ambito universitario… non ci sono riferimenti alle carte
di Clow o alla magia (volevo scrivere qlcs di + quotidiano e reale)…
QQQuesta ff
è in parte autobiografica (ma solo una piccola parte)
perché, come “scrittrice”, ritengo che sia più facile e verosimile raccontare
vicende ed emozioni vissute ed anche perché volevo scrivere una storia d’amore e
ho preso spunto dalla mia… mai iniziata e mai finita…
Spero che la leggeranno in molti e
mi farebbe molto piacere se lasciaste un commentino, tanto per farmi sapere se
la storia vi piace ed è il caso di continuarla, perché non so se il genere che
ho in mente possa essere interessante e abbia senso…
(-_-;
Auguro a tutti buona lettura!!!
baci. By silgree89
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Non tutto il male
viene per nuocere
Dedico questa fanfiction
a una persona molto importante, con la speranza che un
giorno possa capire quanto l’ho amata.
Capita spesso, alla stazione del treno, di
fare incontri casuali, inaspettati, sperati. Alcuni di questi procurano
gioia, altri dolore, altri ancora fanno riemergere
emozioni, vicende ormai dimenticate che portano con sé il dolore che li aveva
accompagnati, intenso e pungente come lo era quel giorno di tanti anni fa. E se il destino ti facesse rincontrare una persona amata che
ti ha fatto soffrire, come ti comporteresti? Prenderesti come modello gli errori
adolescenziali per non ripetere di nuovo gli stessi sbagli o troveresti dentro
di te la forza di amare… amare ancora? Questo dovete chiederlo a Sakura, la protagonista di questo
racconto…
“La contrazione del miocardio insorge spontaneamente in
particolari cardiociti modificati, detti cellule pace-maker, indicati come
miocardio specifico… AHHHHHHH!!! Non riuscirò mai a ricordarmelo!!!!!”
Così una ragazza di ventidue anni ripassava alla stazione del
treno l’esame che avrebbe avuto di lì a qualche ora. Gli occhi verdi fissavano
le fitte pagine di un manuale, intenti a carpire qualsiasi tipo d’informazione
potesse essere di importanza vitale. Il vento le scompigliava i capelli castani,
lunghi fin sopra alle spalle, la bocca rosea era coperta da una sciarpa e le
mani gelide reggevano con ipertensione un grande libro intitolato “Principi di
medicina interna”. Riaprì di nuovo il manuale e incominciò a sfogliare le pagine
con ansia maniacale, morbosa. Indugiò un poco su pag. 243 e infine richiuse il
manuale con un leggero botto.
“Adesso basta! Ormai quel che è fatto è fatto… in fondo è un
esame come tanti altri che ho superato brillantemente –pensò la ragazza- però…
però è uno degli esami più difficili del mio corso e… e se non dovessi
farcela?”
Così stava per aprire di nuovo il medesimo libro, quando le
sembrò che i suoi occhi, prima di soffermarsi sul manuale, avessero visto
qualcosa a cui non voleva e non poteva credere! Per la prima volta nella
mattinata, il pensiero dell’esame fu messo da parte, dissipato da qualcosa di
ancora più preoccupante e incombente. Abbandonò frettolosamente il libro nella
tracolla che aveva sulla spalla destra e guardò meglio nella direzione dove un
ragazzo alto, magro, con capelli e occhi castani, stava apparentemente
aspettando il treno.
“E’ proprio lui!” pensò la ragazza colta dallo stupore. E
inspiegabilmente il suo cuore cominciò ad accelerare il battito e le sembrava
che fosse troppo caldo per essere in inverno…
Come doveva comportarsi? La cosa più educata da fare sarebbe
stato salutarlo… quella più giusta, per il suo orgoglio e per il suo cuore, fare
finta di niente. Chissà se si ricordava ancora di lei, pensò la ragazza. Erano
passati tre anni dall’ultima volta che l’aveva visto, tre anni da quando aveva
terminato il liceo che avevano frequentato insieme.
Non si erano più sentiti, né un messaggio e, tanto meno, una
telefonata non se l’erano mai scambiata. Però, nonostante l’avesse fatta
soffrire, restava pur sempre un suo compagno di scuola, anche se lei l’aveva
amato pur non essendo ricambiata… o almeno era quello che pensava lei…
Dopo tre anni era sicura di averlo dimenticato, che non le
importasse più niente di lui. E invece quella vista inaspettata aveva fatto
riemergere in lei tutti i rancori adolescenziali.
Tuttavia decise che andarlo a salutare gli avrebbe fatto in
ogni modo piacere e poi questa sarebbe stata un’ottima occasione per verificare
quanto era maturata negli anni. Per dimostrare a se stessa che LUI non faceva
più parte della sua vita, il suo cuore non batteva più per lui… non le importava
più niente di lui!
Fece alcuni passi finché non fu alle spalle del ragazzo.
Respirò profondamente.
“Ciao Sharoan! Ti ricordi di me?” disse la ragazza con voce
cordiale e un sorriso raggiante.
Il ragazzo si girò sorpreso: certo che si ricordava di lei,
ma non poteva immaginare che in tre anni fosse cambiata così tanto… che fosse
diventata così carina!
“Certo, Sakura! Come stai?” disse lui sorridendole. Sakura
rimase un po’ disorientata da tutta quella cordialità e dal magnifico sorriso di
lui. Forse, in una parte remota del suo cuore, avrebbe preferito che il ragazzo
la trattasse con indifferenza? Ma conoscendolo, si aspettava un saluto del
genere.
“Bene grazie –rispose in modo formale la ragazza- sono solo
un po’ in ansia perché oggi ho un esame, ma… per il resto è tutto a posto”. Era
proprio sicura che fosse SOLO l’esame a metterla in ansia? Tuttavia si
compiacque del tono sicuro e imperturbabile con cui le erano uscite le parole di
bocca. Adesso con Sharoan non balbettava più come una ragazzina!
Poi aggiunse, non sapendo cosa altro dire: “Ma tu come mai
sei qui? Non ti ho mai visto da queste parti…o meglio non ti ho più visto dalla
cena di classe”. Si maledì subito per aver tirato fuori quell’argomento. Se solo
lui avesse saputo quanto dolore le aveva provocato!
“Si, in effetti –ammise Sharoan- ho frequentato l’università
a Hong Kong, ma poi mi sono definitivamente trasferito qui e d’ora in poi
continuerò l’università a Tokyo.”
“Ah! –disse Sakura sorpresa- che università…?”
Ma non finì la frase perché il fischio assordante del treno
coprì le sue parole.
“Adesso devo salutarti perché è arrivato il mio treno”
dissero entrambi contemporaneamente.
Sakura e Sharoan si guardarono negli occhi.
“Non dirmi che anche tu devi andare a Tokyo!” disse Sharoan
sorpreso. Sakura annuì turbata.
I due salirono sul treno e, dopo aver lottato per trovare due
posti liberi, si misero a parlare spensieratamente dei “vecchi tempi”. Sakura
gli raccontò che era all’ultimo anno della facoltà di scienze veterinarie. Quel
lavoro l’aveva sempre affascinata fin da bambina e, anche se eccelleva in ben
altre materie, le era sembrato più attuabile e soddisfacente. E inoltre sentiva
nascere dentro di sé un forte senso di appagamento e potenza tutte le volte che
riusciva a salvare la vita a un altro essere. Si ritrovava a vivere in uno stato
in cui non c’era posto per le insicurezze, tutti i dubbi e le paure venivano
spazzati via da quel soffio vitale che era in suo potere. Forse era proprio
questo che l’attraeva di più di quel lavoro? Non c’era spazio per la persona
titubante e insicura che era sempre stata, si era catapultata verso un mondo
che, a suo avviso, ammetteva solo certezze e sicurezze nelle proprie scelte.
Esisteva solo di quello, doveva per forza essere così… il mondo che aveva sempre
voluto che le appartenesse. E pensare che molte delle sue insicurezze gliele
aveva procurate proprio la persona che adesso aveva davanti…
Sharoan la stava a sentire interessato, i suoi occhi erano
rivolti verso di lei. Sakura non poté fare a meno di pensare che avrebbe
preferito che il ragazzo guardasse da un’altra parte o, ancora meglio, non la
stesse a sentire. Quegli occhi ambrati la scrutavano in profondità e la
imbarazzavano terribilmente.
Successivamente cominciarono a parlare dei loro precedenti
compagni di scuola e di cosa avevano deciso di fare della loro vita.
“Ah! –esclamò Sharoan trionfante- lo sapevo che Tomoyo si
sarebbe iscritta a psicologia! È sempre stata un genio a capire i sentimenti
degli altri!”.
“Già!” esclamò Sakura. “ Ma non i tuoi, quelli non è mai
riuscito a capirli nessuno” pensò dentro di sé la ragazza. Poi una domanda le
s’insidiò con prepotenza nella gola, voleva scaturire maliziosa. Sakura non
sapeva se permetterle di uscire o no, se soddisfare la sua curiosità che non si
era mai spenta negli anni oppure lasciare perdere... per paura. Non era tanto la
domanda in sé che la spaventava, ma la risposta. Non voleva ritornare la
sedicenne gelosa e confusa, anche se non era completamente convinta di essere
mai riuscita a superare quello stadio. Poi quelle tanto faticose parole uscirono
dalla sua bocca e risuonarono con disinteresse:
“E Karen, l’hai più sentita?” disse Sakura come se niente
fosse.
“No –disse Sharoan dispiaciuto- non ho più visto o sentito
nessuno da quando sono andato a Hong Kong e per giunta ho anche dovuto cambiare
numero di cellulare.”
E così non l’aveva più sentita! Sakura provò un forte senso
d’euforia, di soddisfazione, ma non riusciva a capire come era possibile che i
due non si fossero più sentiti. Forse Sharoan aveva mentito? No, cosa ci avrebbe
guadagnato a mentire su una cosa così banale… O forse si era addirittura
dimenticato di Lei? Un barlume di speranza si accese negli occhi di Sakura, ma
questa provvide subito a spegnerlo: non era più la ragazzina sedicenne che si
nutriva di false e ipocrite speranze.
Karen era la “migliore amica” di Sharoan ai tempi del liceo
scientifico. Erano diventati praticamente inseparabili dalla seconda superiore
e, proprio in quell’anno, la felicità di Sakura era andata sempre più calando,
fino a svanire. Per ben quattro anni si era assillamente domandata se lei stessa
per il ragazzo era soltanto un’amica, se tutti gli sguardi che le pareva di
scorgere durante le lezioni erano casuali o avevano un significato più profondo,
se invece le piaceva Karen e come mai…”
“Ehi, Sakura! Siamo arrivati a Tokyo!” disse a un tratto
Sharoan.
“Eh? –fece la ragazza distratta- Ah! Si, scusami ero
soprappensiero. Grazie!”
In quel momento Sakura provò davvero una grande ondata di
gratitudine verso Sharoan perché, pur non rendendosene conto, il ragazzo aveva
interrotto i suoi frustranti pensieri e non le aveva dato il tempo di ricordare
cosa era successo dopo. Per fortuna…
Scesero dal treno e fecero un pezzo di strada a piedi. Sakura
si sentiva stranamente in imbarazzo e non faceva altro che pensare a quanta
strada avrebbe dovuto ancora percorrere insieme a lui. Non sapeva dove il
ragazzo doveva fermarsi, ma sperava che questo sarebbe accaduto presto. Al tempo
stesso le dispiaceva salutare Sharoan. Lui sembrava così calmo e naturale…
“Allora ciao, tanto ci vedremo domani” disse Sharoan. Sakura,
che era stata immersa nei suoi pensieri per tutto il tragitto, non si era resa
conto di essere già arrivata davanti alla sua università. Vide Sharoan dirigersi
verso l’entrata dell’edificio. Sgranò gli occhi. All’improvviso fu presa da un
presentimento che si faceva sempre più lampante, a mano a mano che vedeva il
ragazzo avvicinarsi all’edificio. No! Non poteva essere vero! Tutto ma non
questo!
“Come? –disse la ragazza cercando di rimanere calma, ma in
realtà non lo era- vorresti dire che frequenti la mia stessa università?”
“Sì, suppongo di sì –disse Sharoan, sorpreso dalla reazione
eccessiva della ragazza- pensavo che tu sapessi che la sede è la stessa. Non ti
avevo detto che studio medicina?”
Sakura evitò di rispondere a questa domanda. Era quasi certa
che Sharoan non glielo avesse detto ma, siccome per tutto il percorso aveva
pensato ad altro, probabilmente poteva anche non aver sentito bene. E, in questo
caso, avrebbe fatto la figura dell’idiota. Si limitò ad emettere un “Ah!” che
suonava poco convinto e shockato.
I due di salutarono e si incamminarono verso due aule
diverse, ma tutte e due sotto lo stesso tetto.
Sakura pensò che, in fondo, poteva anche andare peggio… se
non altro, almeno non frequentavano gli stessi corsi quindi non avrebbe dovuto…
Stop! Si fermò di colpo e ripensò all’ultima frase detta da Sharoan “…tanto ci
vedremmo domani…”
Era questa la dolce e al tempo stesso terribile realtà:
avrebbe visto quel ragazzo tutte le mattine!
*
“Vada pure signorina Kinomoto. Ha passato l’esame con
trenta.” Così le aveva detto il commissario d’esame, quella mattina. Come aveva
intuito, il professore aveva insistito molto sulla circolazione sanguigna e sui
vari parametri. E lei aveva dimostrato una conoscenza molto ampia e approfondita
dell’argomento.
Mentre camminava per la vie del centro, pensò a quanto fosse
sottile e inconsistente la differenza fra conoscere la struttura del cuore e
conoscere la legge che lo regola... la prima aiutava a salvare le vite, la
seconda invece era sconosciuta alla mente umana e probabilmente nessuno avrebbe
mai compreso gli arcani meccanismi dell’amore.
Si specchiò nella vetrina di un negozio: i suoi occhi non
erano più così belli e scintillanti da tempo. Il suo viso era dolce e rilassato,
ogni parte di lei sembrava rinata. Attribuì quella improvvisa rinascita di buon
umore all’ottimo esito dell’esame. Non voleva dare retta a quella voce che nella
sua coscienza faceva forza sulle altre… a quella voce dentro di lei che non si
era mai spenta del tutto e che adesso trovava il pretesto per tormentarla di
nuovo… quella voce che la ragione, da sola, non sarebbe riuscita a sopprimere a
lungo…
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Allora? Che ve ne pare? Non so se siete arrivati a leggere
fino in fondo o se, appena letto il titolo, siete scappati XD A proposito del
titolo, sono rimasta indecisa fino alla fine xkè all’inizio volevo intitolarla “Quando ci si mette il destino” ke sarebbe stato un titolo più sensato, pensando a quello
che ho in mente… ma poi mi è venuto in mente che spesso nella nostra vita
dobbiamo affrontare cose che ci sembrano insuperabili e per questo ci fanno
soffrire. Ma dobbiamo andare avanti e, anche se tutto
non va come vorremmo, non dobbiamo rassegnarci e continuare a lottare perché
ogni attimo sofferto nel presente è un attimo vissuto nel futuro e quindi… non
tutto il male viene per nuocere! ^-^
Cmq, per quanto riguarda la storia,
come vedete i personaggi principali sono sempre Sakura e Sharoan… di tanto in
tanto si trova qualche riferimento a Tomoyo o a Chiharu… e poi entreranno nella storia dei personaggi
inventati da me! Nei prossimi capitoli (se la storia vi piaccia) si scoprirà in
parte cosa è successo alle scuole superiori che Sakura e Sharoan hanno
frequentato insieme…
Fatemi sapere che ne pensate…