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Nota della traduttrice: il rating R è quello scelto dall'autrice per la storia pubblicata in lingua originale. Mi scuso se può sembrare troppo altro^^
POSTURE PERFECT
scritto da Tairi Soraryu, tradotta da Alessia Heartilly
"Squall!"
Il
rimprovero di Rinoa era pieno di debole, ridente esasperazione, e il
comandante dai capelli scuri alzò i suoi occhi occhi calmi e
azzurri sul suo viso, con un'espressione di dolorosa rassegnazione.
"Cosa c'è stavolta?"
"Lo
stai facendo ancora!" Rinoa colpì la sua spalla con un
dito, come per indicare. Che cosa, Squall non ne era sicuro affatto.
Diede
un'occhiata quasi desiderosa alla pila di rapporti che doveva
controllare prima della sessione pomeridiana di incontri con il
capostazione Dobe, di Fisherman's Horizon. Quell'uomo era più
esigente di un Adamanthart maschio che segnava il territorio durante
la stagione degli amori -e quasi altrettanto spaventoso con la sua
determinazione a senso unico- e il Garden di Balamb aveva accettato
di assistere la cittadina amante della pace per il secondo Festival
dei Panini annuale, per la gioia del caro amico di Squall ed esperto
di arti marziali Zell Dincht. Ma che priorità avrebbero
davvero dovuto dare, pensò Squall con un sospiro, a un
festival di panini rispetto alle esigenze del Garden?
E così,
invece di pianificare la rotta del Garden, invece di rivedere quei
permessi di lavoro per i cadetti SeeD per la costruzione di un carro
di panini di oltre trenta metri, invece di nascondere la testa nella
sabbia e fingere che Squall Leonhart non fosse mai esistito, era lì,
intrappolato nella sua stanza, con la sua ragazza che lo fissava
duramente, con i pugni sui fianchi e gli occhi scuri che brillavano
d'impazienza.
"Non
è che sto prolungando questa tortura di proposito,"
replicò Squall gentilmente al commento di lei, e ricevette un
altro colpo nella spalla dal suo dito. Quella donna aveva dita
d'acciaio, e Squall fece una smorfia immaginando il livido che
avrebbe lasciato, ma comunque raddrizzò le spalle sotto
accusa. Aggrottò un sopracciglio, guardandola. "Meglio?"
Non c'era
nulla di canzonatorio nel tono neutro di Squall, ma c'era comunque
qualcosa...di sarcastico nel mondo in cui fece la domanda, e Rinoa lo
guardò con cipiglio furioso, nel caso lui stesse
prendendosi gioco di lei. "No. Non va meglio per niente. Stai
lasciando che le spalle ti cadano in avanti, e sembra che ti pieghi
in avanti quando stai seduto. Che tipo di comandante SeeD senza paura
e che ispira timore reverenziale pensi di sembrare, se stai
stravaccato durante le riunioni? Sembri mezzo addormentato!"
Questa
volta, ci fu uno scintillio malizioso negli occhi di Squall mentre
guardava Rinoa in maniera allusiva. "Mmh, forse la ragione per
cui sembro mezzo addormentato è che lo sono. La mia
ragazza, sai, ha la carica sessuale di una Chimera in calore e mi ha
tenuto in piedi metà della notte...ow!" Non schivò
abbastanza velocemente, e la mano di Rinoa lo colpì con forza
dietro la testa. Accarezzandosi per far passare il dolore, Squall
fece un sorrisetto. "Non negarlo, sai che è vero."
Imbronciandosi,
cercando di non fargli vedere quanto fosse imbarazzata, Rinoa abbassò
lo sguardo e borbottò, "hey, forse ero solo contenta di
vederti. Ero preoccupata per te, sai. Esthar può essere una
città molto tecnologica, ma il deserto circostante è
davvero pericoloso."
Squall
mantenne un'espressione neutra sul viso e strascicò, "strano,
non ricordo che si parlasse di Kwaul che si avventavano sul pisello
di un ragazzo, ma grazie comunque per il tuo entusiasmo
nell'assicurarti che fossi intero. Ha!" Balzò via dalla
sedia veloce abbastanza per evitare il primo tentativo di Rinoa di
colpirlo -questa volta mirava alla faccia, notò Squall sia con
divertimento che con paura- ma non veloce abbastanza da evitare il
placcaggio completo della sua compagna di battaglia.
Grugnendo
quando il corpo peloso lo colpì proprio sotto le costole,
Squall lasciò che il letto gli attutisse la caduta,
boccheggiando quando Angelo gli tolse il respiro dai polmoni.
"Stupido...contrattacco," riuscì a dire Squall
combattendo per respirare ancora. Rinoa lo schernì in maniera
sorprendentemente quasi da signora e si mosse per stare in piedi di
fronte a lui, con Angelo schierata al suo fianco per darle man forte.
"Questo
è quello che chiamiamo quid
pro quo sul
campo di battaglia, Comandante," lo informò aspramente.
"Ora se per favore tu volessi smettere di essere infantile e
tornassi a sederti, dobbiamo finire questa lezione prima che tu mi
faccia far tardi per pranzo. Ho un appuntamento a cui non posso
permettermi di essere in ritardo."
La
gelosia -Squall non si sentiva molto a suo agio nel provarla, ma
aveva avuto molta esperienza nell'affrontarla per quanto riguardava
Rinoa- si fece strada negli occhi di Squall, mentre sedeva sul
materasso, osservandola con le sopracciglia aggrottate.
"Appuntamento? Perché? Con chi?" Fece scorrere il
suo calendario mentale ma non riuscì a trovare una scusa
accettabile per cui lei dovesse uscire con qualcun altro, ma mantenne
il guinzaglio corto sulla sua gelosia. Non era oltre le possibilità
di Rinoa riferirsi a una delle sue 'uscite' con Selphie o Quistis
come ad un 'appuntamento' tanto per metterlo in imbarazzo.
Era
probabilmente un peccato fare e dire di proposito quelle cose per
pungolare Squall, ma era così dolce vedere quell'ombra
possessiva e imprevedibile oscurargli gli occhi, la voce, e le dava
sempre un brivido vederlo guardarla con quegli occhi pericolosi.
Rinoa non sapeva cosa ci fosse che non andava in lei, tanto da farle
sentire un così perverso piacere nel vedere il suo ragazzo che
la guardava così, e cercava di non pensare troppo a cosa
dicesse della loro relazione.
Ma era
sempre molto, molto divertente.
"Oh,
solo un vecchio amico," rispose, frivola abbastanza da ottenere
che quegli occhi si riducessero a due fessure di zaffiro sul suo
viso, e Rinoa dovette reprimere una risata quando Squall incrociò
le braccia sul petto -modalità 'Comandante Interrogatorio',
come la chiamava privatamente lei, e si preparò a godersi una
delle loro rare litigate. "Un amico maschio
molto
stretto."
A Squall
iniziò a insinuarsi il dubbio che Rinoa adorasse provocarlo ma
tenne quel pensiero per sé. C'era una sorta di luccichio
eccitato nei suoi occhi -non diverso da quello che lo aveva accolto
la notte precedente quando era tornato dalla sua missione durata una
settimana. E lui non era testardo abbastanza da non ammettere che
queste loro rare, piccole lotte erano in qualche modo divertenti, e
sicuramente più piacevoli di quelle riunioni che avrebbe
dovuto sopportare quel pomeriggio.
Cosa che
li riportava alla faccenda del pranzo.
"Stai
evitando la mia domanda."
"Ti
stai impantanando così non devi fare esercizio nel stare
seduto diritto." La risposta di Rinoa arrivò
immediatamente, e sollevò un sopracciglio verso di lui. "Solo
perché puoi mettere nel sacco l'intero esercito di Galbadia
non è detto che puoi distrarmi con le tue piccole e viscide
tattiche, Leonhart." Era vagamente fastidioso per Squall
sentirsi chiamare per cognome da lei, e, felice, Rinoa osservò
le sue labbra che si stringevano per l'irritazione.
"Non
vuoi ammettere che sei troppo pigro per esercitarti con una postura
corretta per qualche minuto tutti i giorni fino a che capirai che i
tuoi colleghi non apprezzano che tu somigli a un cadavere morente
duranti le riunioni strategiche e le discussioni e i trattati di
accordi e roba simile -non che quelli siano stimolanti abbastanza da
non farti andare in coma, ma-" Fece un cenno con la mano.
"Questa è un'altra storia."
"E
io so cosa stai facendo, Principessa." Squall poteva rendere pan
per focaccia e dovette lottare per non scoppiare a ridere mentre
Rinoa lottava per mantenere il controllo quando lui la provocò
con il soprannome che i suoi amici del gruppo di resistenza le
avevano dato prima che loro due si incontrassero. "-a proposito,
i cadaveri non sono 'morenti', sono già 'morti'.- Ma quello
che stai facendo è provare a dar la colpa a me così io
dimenticherò opportunamente tutto quel che riguarda questo tuo
'appuntamento a pranzo' con questo misterioso 'vecchio amico'. A
pensarci seriamente, non posso pensare a nessuno che possa
corrispondere a questa descrizione. Sei così irritante, non
posso immaginare che qualcuno ti stia intorno più dello
stretto necessario, a meno che forse sia stato minacciato con una
morte lenta nelle mani senza pietà di un Mumba che balla il
boogie..."
Rinoa
perse tutto il suo controllo mentre Squall rideva al ricordo. Alzò
le mani al cielo, e poi puntò il dito contro di lui
accusandolo. "Quella era un'idea di Selphie, e tu lo sai!
Non vale mettere in mezzo quell'incidente. E' completamente
irrilevante, e lo stai facendo solo per farmi arrabbiare così
tanto che non posso -non potrò- ricordare cosa stavamo-"
Rinoa lo fissò duramente, sperando disperatamente che cambiare
argomento potesse salvarle la faccia. "Stai stravaccato."
Il
diavolo lo prese, e Squall osservò Rinoa in maniera innocente.
Il cambiamento del suo atteggiamento fu abbastanza da portare Rinoa a
fissarlo confusa, e Squall disse, "ok, ok, mi arrendo. Hai
ragione, sto stravaccato. Ma sai, è così che sono
sempre stato seduto per anni. Non penso di poter capire quello che
stai cercando di dirmi solo con te che me lo descrivi." Il
sorriso ebbe la meglio su di lui, e Rinoa non poté togliersi
di mezzo abbastanza velocemente mentre lui si piegava in avanti.
"Forse dovresti venire qui e darmi una dimostrazione adatta."
Prima che
lei potesse pensare di evitarlo, Squall allungò una mano
guantata ad afferrarle il polso, facendole perdere l'equilibrio e
cadergli in grembo. Spaventata, Rinoa strillò, e poi fece una
risatina sommessa mentre Squall la coccolava contro il suo petto, le
braccia che le circondavano la vita e le intrappolavano le mani per
tenerla ferma contro di lui.
"Squall...smettila."
La sua protesta era sincera solo per metà, mentre Squall
piegava la testa per mordicchiarle l'orecchio, e lei rabbrividì
quando i suoi denti le accarezzarono la pelle. "Chi parlava
delle Chimere?"
Sorrise,
mentre il movimento delle sue labbra contro il collo di lei le
mandava un altro brivido lungo il corpo magro, e Squall intrecciò
le loro dita, tenendole le mani contro lo stomaco mentre le dava un
bacio leggero sul collo. "Mmh?" Il suo profumò
penetrò nel suo cervello, annebbiandogli i sensi, mentre
premeva il viso contro i suoi capelli. Non era giusto come lei, senza
nemmeno provarci, senza nemmeno saperlo, potesse fargli avere bisogno
di lei con il più semplice dei sorrisi, delle parole.
"Ricordamelo, chi era?"
C'era
qualcosa di assolutamente malvagio, e completamente ingiusto nel modo
in cui lui potesse farla esplodere in una sorta di rabbia giocosa, e
poi incanalare tutta quell'energia in un sentiero completamente
diverso, con nessuno sforzo apparente. Rinoa sentì il proprio
respiro bloccarsi mentre la bocca di Squall le scivolava sulla
spalla, nuda a parte le sottili spalline del top estivo che
indossava. "Uhm..." Dovette deglutire mentre la lingua di
lui le colpiva stuzzicante la pelle. "Uhm, quello eri...tu.
Credo." Si inarcò istintivamente, senza poterlo evitare,
contro di lui mentre le sue mani si muovevano più giù
verso il suo addome, e lasciò uscire un respiro -mezzo
sospiro, mezzo gemito- e piegò le dita tra quelle di lui.
"Hey, lasciami andare. Stai barando."
"Farai
tardi a pranzo," mormorò Squall, un'affermazione, forse
un avvertimento, mentre la sua bocca le scivolava sulla pelle per
tornare alle sue labbra. "Molto tardi."
Rinoa
liberò una mano per alzarla e affondare le dita tra le lunghe
e spettinate ciocche di capelli che gli stavano dinanzi agli occhi.
"Va bene," rispose, piegando la testa verso quella di lui.
"Non penso che il mio amico si preoccuperà troppo. Di
solito è un ragazzo amichevole."
"Ah
sì?" L'irritazione balenò brevemente in Squall
mentre la mano di Rinoa gli scivolava seducente tra i capelli,
avvicinandolo di più. "E'...una bella cosa."
Lei rise,
e il suono era come fumo, basso e velato, e avvolse Squall ancora di
più a lei. "E' paziente, e dolce, e responsabile, e
diventa geloso quando gli dico di dover uscire con altri uomini.
Sarei così sola senza di lui." Trattenne il respiro
quando Squall le lasciò l'altra mano, le dita che scivolavano
più giù, il tocco leggero come l'aria. "E' il mio
cavaliere personale...non sono fortunata?"
Squall
iniziò a capire, ma non riuscì a trovare in sì
la forza di essere irritato con lei per il suo vile stratagemma.
Tutto dentro di lui era caldo e aggrovigliato e bisognoso, e le
chiuse la bocca con la sua in un bacio violento e affamato, pieno di
lussuria senza pace. "MI porti fuori a pranzo oggi, Rinoa?"
Rinoa lo
guardò al di sopra della sua spalla, con gli occhi che
brillavano mentre alzava entrambe le braccia per stringerlo intorno
al collo e tirarlo a sé. "No, tu porti fuori me,
Leonhart." E rise quando Squall fece cadere entrambi sul letto.
"Sempre
se prometti di sederti composto."
***** Nota
dell'autrice del 24 luglio 2005: sembra che possa scrivere
solo oneshots. Stavo rigiocando a FF8 e ho notato che Squall ha
quest'abitudine irritante di piegarsi quando si siede...il festival
di panini di FH è un gioco personale.
Nota
della traduttrice:
devo ringraziare Idreim
e Cozzer per il loro
aiuto nel risolvere due frasi piuttosto spinose. Senza di loro
avreste letto due frasi orripilanti e probabilmente incomprensibili
XDDD Grazie ragazzi :* E come al solito, spero di aver reso bene
la storia...e se trovate errori, segnalatemeli pure! -Alessia
Heartilly |