Volto familiare

di nocciola_ama_i_cani
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Con la consapevolezza del rischio di un possibile e giustificato rifiuto, Jacob fa il primo passo verso quella porta, la porta della paura, dell'errore, dell'amore illogico, di incondizionati tarli ed obblighi della mente umana, scherzi del destino, del passato, del presente, del futuro.

Il cuore reclama le attenzioni che gli sono state negate ed il suo essere sovrastante sul resto del mondo, si ribella, impazzisce battendo forte ed ancora più forte, mentre il dito indice di Jacob s'allontana dal fianco per essere schiacciato sul campanello.

Driiiin...

Gli occhi di Anne si schiudono di soprassalto, colmi di lacrime di rassegnazione.

E la sconfitta si fa ancora più evidente al pensiero di non poter neanche arrivare alla porta di casa, intrappolata in un letto, nell'agonia dei momenti che passano, che la convincono sempre di più che quella sia diventata già da tempo la sua camera mortuaria.

Jacob non ha il coraggio di risuonare, pensa logicamente che Anne non lo voglia più vedere.

Un dolore lancinante nel petto fa sì che Anne urli per un breve periodo di tempo, per poi ricominciare ancora ed ancora, si piega in due sul letto, e lo sguardo azzurro comincia a pietrificarsi.

Allarmato, Jacob sbatte d'istinto la spalla sinistra sul legno, ripetendo il movimento con il sudore negli occhi, fino a sfondare quella dannata porta che lo separava dalla luce.

Anne non c'era in soggiorno, né in bagno, né in cucina; allora lui si fionda verso il letto dove un giorno si era sdraiato, dove apparve sul suo volto un primo sorriso, che morì presto, dove si era sentito per la prima volta felice e davastato.

Lei continua a gridare, lui comprende la gravità della situazione e gli viene subito in mente l'ospedale.

Ma ce l'avrebbe fatta lungo quell'interminabile tragitto?

Ad un certo punto, Anne si placa, non grida più, guarda fisso negli occhi Jacob.

Fuori, il temporale bacia la neve, la abbraccia innamorato, come i fulmini con la pioggia.

Come fanno ora Jacob ed Anne.

" Perdonami! "

Lui piange forte, lei sorride debole, senza parlare.

S'avvicina la testa bruna al volto spento, e così la imitano le labbra carnose, mentre due e due altri occhi restano semichiusi come boccioli, e due lingue danzano insieme a ritmo costante, passionale.

E poi, lei non vive più.

L'amore è assassino e crudele, ha il potere di vita e di morte, è capace di rinascere e non ritornare più, fa soffrire, e nessuno riesce a fermarlo.

E' cattivo e dolce, come l'immensa natura che ci circonda.

E' un giudice severo, contro il quale è impossibile andarci.

E' la nostra più grande ragione di vita.





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